Laura Pausini a Lubiana con fan sloveni, italiani e croati

L’artista italiana più ascoltata e premiata del mondo si è esibita per la prima volta in Slovenia

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Laura Pausini a Lubiana con fan sloveni, italiani e croati
Foto Claudia Raspolič

Se c’è una cantante che ha conquistato quasi tutti i riconoscimenti più prestigiosi sulla scena internazionale, questa è Laura Pausini. Alle spalle ha trent’anni di carriera, a celebrarli un tour mondiale che venerdì scorso 20 dicembre ha fatto tappa – per la prima volta in assoluto – in Slovenia, all’Arena Stožice di Lubiana, evento organizzato dall’azienda Star produkcija di Zagabria. Non è prevista, per ora, una data in Croazia (per lei sarebbe la prima nel Paese), ecco perché la serata allo Stožice è stata almeno trilingue con i fan sloveni, italiani e croati.

Energia inesauribile

Foto Claudia Raspolič

Il brano “Le cose che vivi” diventa perfetto filo conduttore perché uno dei passaggi recita: “In qualunque posto sarai non esisteranno confini, solamente due amici più vicini”. In scaletta Pausini ieri e oggi con brani che l’hanno resa famosa sino a giungere al suo ultimo album “Anime parallele”. Inesauribile è la sua energia perché dopo tanti anni di gavetta e concerti in quasi ogni parte del mondo, mantiene una potente ed equilibrata estensione vocale, capace di reggere uno spettacolo di quasi tre ore senza cedimenti e intervalli. È maturato pure il suo repertorio, supportato da coreografie ed effetti scenografici: come tanti cantanti, sta legando la musica all’attualità – e lo fa, crediamo, in modo sincero, non dettato da necessità di autopromozione o per incrementare le vendite discografiche.

Foto Claudia Raspolič

Due i temi sui quali sta focalizzando l’attenzione: la violenza contro le donne e la tutela ambientale. “Abbiamo solo un pianeta e la sua salvezza dipende da noi” – si legge sullo schermo mentre scorrono immagini apocalittiche del clima che non regge più alle pressioni dell’uomo. Il video va ad introdurre la canzone “Sorella terra”. Nei suoi concerti – e lo ha fatto anche a Lubiana – insegna al pubblico come fare il “Signal for help” per aiutare le vittime della violenza. “Se ne avete bisogno, non abbiate paura di fare questo gesto, anche qui, stasera, vicino alla persona seduta accanto a voi o nei corridoi quando uscite. Nel tour abbiamo raccontato queste storie ed incontrato tantissime donne, mamme, nonne e bambine. La vostra vita merita di essere vissuta senza nessuna paura, vergogna e violenza”, ha detto la cantante, tradotta con i sottotitoli in lingua slovena sugli schermi e sostenuta da forti applausi. Il palco e le due cantanti che la affiancano nel tour si sono colorate di rosso per incentivare la riflessione, anzi no, per reagire senza alcuna esitazione se siamo vittime o testimoni di violenza. Siamo al brano “Io sì”. Ma il tour è anche un’esplorazione sulle sue esperienze, emozioni, timori. “Siamo qui per raccontare per chi e perché sono nate alcune delle mie canzoni che avete conosciuto in questi anni. Cantando con me, vi accorgerete che ci sono momenti o persone che hanno fatto parte della vostra vita. Forse non condividerete tutto ciò in cui io credo, ma è bello che ognuno di noi abbia le proprie idee, sogni e prospettive – la cosa più difficile è saperle rispettare, ma non impossibile se tutti lo vogliamo davvero”, ha spiegato al pubblico, provando a dire qualche parola in lingua slovena.

Un sogno che si avvera

Foto Claudia Raspolič

Comunica in modo diretto, svelando un momento delicato della sua vita: “Nel 2010 volevo diventare mamma e non ci riuscivo, mi sentivo persa. Allora ho scritto un brano per darmi forza e speranza. È un ipotetico dialogo con un figlio che non arrivava. Questa canzone la voglio dedicare a tutte le persone che sognano di diventare genitori sperando che vi porti la mia stessa fortuna”, parte così il medley personale con “Celeste”, “Il nostro amore quotidiano”, “Davanti a noi” facendoci conoscere la sfera più intima con immagini della sua famiglia, la figlia Paola avuta con Paolo Carta. Il sogno si è avverato, così come si è avverata la speranza, anzi, il privilegio, di godere dell’affetto del pubblico che – ha fatto capire in più passaggi – non le è mai mancato, come neanche di tanti colleghi della scena musicale.

Le «pietre miliari»

Foto Claudia Raspolič

Dopo il riassunto in un video dei premi conquistati nel corso degli anni, ci sono i saluti virtuali dei musicisti coi quali ha condiviso concerti e vari progetti, numerosi a scopi umanitari. Tra i nomi, Luciano Pavarotti, Phil Collins, Kylie Minogue, Andrea Bocelli, Michael Bublé, Vasco Rossi, Ricky Martin. Il gran finale, che probabilmente tanti aspettavano, le canzoni “pietre miliari” della sua ascesa musicale: “La solitudine”, con la quale ha vinto nella sezione novità al Festival di Sanremo del ‘93. A seguire “Strani amori”, terzo posto nei big della stessa storica manifestazione musicale – era il 1994. Conclude il concerto cantando a cappella la canzone “Ciao” e Ciao appare scritto sulla miriade di coriandoli che da lì a poco sono piovuti dal soffitto dell’Arena. “Grazie per questa magnifica serata e per essere venuti, tanti anche da molto lontano. Ci rivedremo”.

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