
La Procura della Regione di Spalato e della Dalmazia ha annunciato oggi, giovedì 27 febbraio, di condurre dal 2005 indagini e accertamenti relativi a un evento risalente alla Seconda guerra mondiale avvenuto nella zona di Široki Brijeg, nella Bosnia ed Erzegovina, dove nel 1945, dopo l’ingresso delle forze partigiane, un gruppo di sacerdoti francescani fu ucciso, riporta agenzia Hina.
In risposta all’attenzione mediatica e alle richieste dei giornalisti, la Procura ha dichiarato che, a seguito di sospetti su un possibile crimine di guerra contro la popolazione civile, secondo l’articolo 120, comma 1, del Codice penale della Repubblica di Croazia, ha avviato un’indagine in collaborazione con la Questura della Contea di Spalato e della Dalmazia e il Tribunale della Regione di Spalato.
Il massacro di Široki Brijeg
Nel febbraio del 1945, dodici frati francescani del convento di Široki Brijeg, a circa 120 km a sud-est di Spalato, furono uccisi senza processo e i loro corpi furono poi bruciati nelle vicinanze del monastero. La Chiesa cattolica considera questo evento un atto di martirio e annovera i frati tra i cosiddetti “martiri dell’Erzegovina”.
Nuove testimonianze hanno riacceso l’attenzione su questo evento storico. Durante un’intervista rilasciata a VIDA TV, l’emittente del Consiglio nazionale serbo, Vjera Andrijić ha rivelato dettagli sull’esecuzione di 21 frati francescani a Široki Brijeg tra il 7 e l’8 febbraio 1945.
Vjera Andrijić, oggi 101enne, era un’infermiera e membro della Prima Brigata proletaria d’assalto dalmata. Nel corso della Seconda guerra mondiale, ha preso parte a battaglie chiave, tra cui quelle della Neretva e della Sutjeska, ricorda il sito jutarnji.hr
Questa settimana, Andrijić è stata ascoltata dalla Procura dello Stato (DORH) in merito ai fatti di Široki Brijeg. Il DORH ha confermato ufficialmente l’audizione e ha riferito che, nell’ambito delle indagini, sono state effettuate esumazioni nel comune di Zagvozd, oltre ad altre procedure necessarie per identificare le vittime e determinare i responsabili del massacro.
Vjera Andrijić è balzata agli onori della cronaca pochi giorni fa, dopo aver partecipato all’inaugurazione del presidente della Repubblica, Zoran Milanović, dove fu presentata come l’unica partigiana vivente.
Le indagini della Procura di Spalato proseguono per fare luce su uno degli episodi più controversi della storia della regione.
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