
Alla fine dello scorso anno, in occasione delle Giornate del turismo del Quarnero, al direttore del marina ACI di Icici Ivica Škec, su proposta dell’Ente per il turismo locale, è stato assegnato il prestigioso riconoscimento “L’uomo – chiave del successo nel turismo”, nella categoria del settore nautico. Questo premio rende omaggio, da una parte, a una vita intera dedicata al turismo, di cui trent’anni anni nel settore nautico, dall’altra anche a tutta la sua “squadra”, perché come lui stesso afferma, ogni marina è come una famiglia. Un premio è sempre un buon pretesto per fare una chiacchierata e noi abbiamo incontrato Ivica Škec, in una giornata uggiosa, a “casa sua”, ossia nel marina di Icici, in un momento in cui tutti i dipendenti erano indaffarati per rendere ogni angolo quanto più bello in vista della stagione turistica.
Il suo lungo percorso nel turismo è iniziato nella sua città natale, Laurana, quando aveva soltanto 12 anni. “Facevo il corriere per gli alloggi privati presso la Società turistica – ci racconta –. Il mio compito era quello di accompagnare i turisti in cerca di alloggio verso appartamenti, hotel o case vacanza. Ricevevo un compenso simbolico e spesso anche una piccola mancia da parte degli ospiti e degli affittuari. Poi, appena ottenuto il libretto di lavoro, ho iniziato a lavorare nel ristorante self-service di Medea. La mia mansione ufficiale era ‘cassiere di cucina’. Poi sono passato all’hotel Primorka di Laurana, dove ho lavorato per tre anni, fino al diploma alla Scuola di Elettrotecnica. Successivamente, mi sono iscritto alla Facoltà di Marineria e durante gli studi ho continuato a svolgere lavori stagionali nel turismo. Per una serie di coincidenze, non sono riuscito a imbarcarmi su una nave, ma, dato che in molti erano a conoscenza della mia esperienza nel turismo, mi è stato offerto un impiego alla reception dell’hotel Miramar, sempre a Laurana”.
Una volta costruito l’hotel Excelsior, nel 1986 Ivica Škec ha iniziato a lavorare alla reception di questo albergo a cinque stelle. Un’esperienza che il nostro interlocutore definisce “meravigliosa”, perché “abbiamo imparato molto da formatori e dirigenti di altissimo livello”. Nel 1991, con lo scoppio della guerra, l’hotel viene svuotato e chiuso. “Con il mio collega Boris ho trascorso una stagione invernale in Italia, per poi tornare all’hotel Excelsior. Durante la guerra il numero di ospiti stranieri diminuì, i prezzi calarono e l’hotel cominciò ad accogliere quasi esclusivamente ospiti locali, ma il lavoro non era più lo stesso”.
L’ingresso nel turismo nautico
Nel 1994 iniziò la sua carriera nel turismo nautico. “Ricevetti un’offerta da Srećko Šobot, allora direttore del marina ACI a Icici, per lavorare come capo reception. Mi preparai con grande impegno, studiando il manuale ACI Know How realizzato da Veljko Barbieri e dal suo team. Quel manuale era come una bibbia per il funzionamento dell’ACI, con tutte le procedure definite nel dettaglio”, ci racconta Ivica Škec, che dopo più di trent’anni ritroviamo ancora a Icici. Ricordando quel primo periodo, ci dice che “nonostante le difficoltà legate alla guerra, il marina lavorava molto bene. Avevamo una base charter ACI che lavorava intensamente. Per dieci anni ho ricoperto il ruolo di capo reception e, dopo una pausa di otto mesi, nel 2005, su invito dell’allora direttore generale Davor Mandekić, ho assunto la direzione del marina. Nel corso della mia carriera, ho lavorato in quasi tutti i marina dell’Alto Adriatico appartenenti al sistema ACI: Pola, Pomer, Supetarska Draga, Arbe, Umago, e per un certo periodo ho gestito allo stesso tempo i marina di Icici e Cherso”.
È un premio per tutti
Il sistema ACI è imponente e ogni marina è un insieme a parte. Il nostro è molto particolare. Non ci arrivano diportisti in transito perché siamo un po’ fuori dalle rotte abituali. Ci vengono quelli che vogliono vedere Abbazia, il Quarnero, dopo di che capiscono magari che questa destinazione è di loro gradimento e prendono l’ormeggio annuale. Ivica Škec ci tiene molto a sottolineare l’importanza di ogni singolo dipendente. “Ciascun membro del team – dai capi reception ai marinai, dalle cameriere ai manutentori – ha un ruolo essenziale. Inoltre, nel turismo nautico, la chiave del successo è il rapporto con gli ospiti, perché da loro dipende tutto. I clienti del turismo nautico hanno un elevato potere d’acquisto e si aspettano un servizio all’altezza. Se si è motivati e si riesce a motivare il team, i risultati non possono mancare. Questo premio, pertanto, non è soltanto un riconoscimento per il mio lavoro nel turismo e per i miei trent’anni nel turismo nautico, ma anche un omaggio a tutte le persone con cui collaboro. Il successo si costruisce con un team di qualità. Il nostro successo dipende da ciascuno di essi”.
L’importanza della comunicazione
“Un tempo, il turismo nautico era molto più libero. I diportisti amavano la libertà e gli ancoraggi improvvisati nelle baie naturali, ma oggi gran parte della nostra costa è stata data in concessione. In tutti questi anni è cambiata anche la struttura degli ospiti. Ci sono meno italiani, che sono ritornati a casa, ma ci sono molti più diportisti croati, il cui numero ora supera quello degli stranieri. Dobbiamo renderci conto che i diportisti sono ospiti molto particolari. Anzitutto dobbiamo offrire loro tutto ciò che hanno potuto vedere o leggere nella nostra offerta. Non promettiamo mai qualcosa che non siamo in grado di fare. In questo caso è il personale, ogni singolo uomo, a creare l’immagine completa. Io parlo molto con la mia gente, perché la comunicazione è molto importante nel nostro lavoro. Ciascuno può avere qualcosa da dire. Dobbiamo parlarci. Ci aiutiamo a vicenda. In fin dei conti, i momenti più belli sono quando ci si può aiutare, quando si risolve un problema o si porta a termine con successo un progetto. Il lavoro di squadra è appagante e regala sempre grandi soddisfazioni. Tutti noi sappiamo di non poter scendere sotto gli standard, elevati, che si siamo da soli imposti. Dobbiamo mantenere il nostro livello, la nostra buona organizzazione e saper sempre reagire alle sfide”.
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