Fiume. Stazione dei treni: il riscatto è vicino

Dopo anni di incuria, l’edificio in Braida tornerà a risplendere. Per volere della Soprintendenza per i Beni culturali sarà recuperato l’aspetto originale del palazzo

0
Fiume. Stazione dei treni: il riscatto è vicino

Potremmo definirla porto terrestre e vero e proprio biglietto da visita di una città. Sì, perché la stazione ferroviaria è la prima cosa che vediamo una volta giunti a destinazione, un luogo d’accoglienza in cui dovremmo sentirci a nostro agio e che dovrebbe fornirci appieno tutti i servizi per cui è addetta, di cui, come viaggiatori, abbiamo assoluto bisogno nel momento in cui ci accingiamo a partire per qualche viaggio, sia esso di breve o lunga durata. Certo, al giorno d’oggi, in cui spostarsi in treno sembra essere diventato, almeno per quanto riguarda la Croazia, forse uno degli optional per cui si opta meno – cosa incomprensibile visto l’immenso fascino di questo antico mezzo di trasporto –, la cura e salvaguardia degli edifici che li rappresentano, soprattutto quando sono di vecchia data e ritenuti patrimonio culturale del Paese di riferimento, cade inspiegabilmente in secondo piano, in attesa di tempi (e finanziamenti) migliori. Fiume, la cui stazione dei treni, di proprietà dell’azienda HŽ Infrastruktura (Ferrovie di Stato), versa in condizioni a dir poco disagiate, per non dire pietose, ne è uno degli esempi più eclatanti.

Il degrado dell’edificio è sempre più evidente. Foto: Željko Jerneić

Nel 2015 a un passo dal rinnovo
Del restauro di questo splendido palazzo neoclassico si parla ormai da anni, ma la questione finisce sempre con un nulla di fatto. L’ultima volta che se n’era discusso era stato nel 2015 quando, per un attimo, era sembrato che il progetto di rinnovo sarebbe finalmente andato in porto. Poi, però, si era rinunciato a tutto con le medesime motivazioni di sempre: le priorità di quell’anno erano altre e mancavano i fondi.
Oggi, però, qualcosa sembra essere cambiato e i presupposti per procedere con i lavori a quanto sembra ci sono tutti. Ci piace credere che lo sblocco del progetto sia dovuto in qualche modo anche al titolo di Capitale europea della Cultura, che il capoluogo quarnerino detiene in questo 2020, nell’ambito del quale la città otterrà in dotazione un quartiere artistico all’avanguardia (l’unico di questo genere in Croazia) – la location è quella dell’ex complesso Benčić, nelle immediate vicinanze, appunto, della stazione ferroviaria –, la cui presenza comporterà una (benvoluta) estensione del centro. Ne abbiamo parlato con Ljiljana Malinar Ivanković, architetto della ŽPD (Željezničko projektno društvo) di Zagabria, che firma il progetto di rinnovo della stazione dei treni, la quale ci ha confermato che, essendo lo stabile sotto tutela, la sua prossima ristrutturazione comporterà un severo e capillare recupero del suo aspetto originale. “Inaugurato nel 1891, come palazzo a piano unico, subì una significativa trasformazione già nel 1907, quando su richiesta dei cittadini venne dotato di due ali simmetriche, leggermente più basse della sezione centrale – ha spiegato la nostra interlocutrice –. Con l’investitore, l’azienda HŽ Infrastruktura, abbiamo insistito sul recupero degli elementi fondamentali dell’edificio, tra cui il colore della facciata, che tornerà ad essere prevalentemente color ocra dorato, dopo l’ultimo restauro del 1985 quando si optò invece per una combinazione tra il terracotta e il bianco, mantenutasi fino ad oggi. Anche i cento infissi riacquisteranno il loro aspetto originale e torneranno a essere in legno.

L’intervento comporterà inoltre il restauro degli splendidi rilievi decorativi in prevalenza in terracotta, come i medaglioni, i capitelli, le ghirlande e le metoe, che sono formelle in pietra poste in alternanza con i triglifi, anch’essi presenti sulla facciata.
Particolare cura dovrà essere prestata alla conservazione delle due sculture allegoriche, figure maschile e femminile, che abbelliscono il timpano dell’edificio (la superficie triangolare racchiusa nella cornice del frontone), realizzate con materiali imprecisati, che verranno sottoposte innanzitutto a pulitura e disinfestazione da insetti xilofagi, e quindi a stuccatura e infine verniciatura. Verranno rimessi a nuovo anche gli interni dell’edificio, il vestibolo, i corridoi, il guardaroba, la sala d’attesa e i servizi igienici. Uno degli sportelli, quello centrale, sarà adattato ai disabili e vi si accederà mediante linea tattile. L’attuale illuminazione verrà sostituita, infine, con moderno sistema led. L’edificio fruirà inoltre di un impianto centralizzato per il caldo e il freddo”.
I lavori di ristrutturazione – il cui appalto è stato affidato alle aziende zagabresi Hedom e Spektar Gradnja e che verranno effettuati sotto severa sorveglianza della Soprintendenza per i Beni culturali – dovrebbero partire già a marzo e durare circa un anno. Costeranno attorno ai 20 milioni di kune (2,6 milioni di euro).
Lungimiranza ungherese
La costruzione della stazione ferroviaria di Fiume fu avviata nel 1873 e conclusa nel 1891, su progetto dell’architetto ungherese Ferenc Pfaff di Budapest, al quale sono dovute anche le stazioni di Zagabria, Budapest, Bratislava e altre città sotto l’allora ingerenza dell’Impero austroungarico. Ciò succedeva 17 anni dopo l’entrata in funzione del collegamento ferroviario Fiume-Zagabria, che diede un formidabile impulso allo sviluppo economico della città. Grazie alla perspicacia e alla lungimiranza magiara, Fiume visse un veloce progresso, anche e soprattutto per la presenza del porto, e ottenne una forte dimensione europea. La costruzione della stazione fu la naturale conseguenza dell’espandersi del traffico passeggeri e merci di quel periodo, che rese necessaria la presenza di un terminal di ampie dimensioni.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display