ETICA E SOCIETÀ A Milano si vede l’Italia che cresce

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ETICA E SOCIETÀ A Milano si vede l’Italia che cresce
Foto: LaPresse/SIPA USA

Da sue settimane sono a Milano, per insegnare. Lavorare con le studentesse e gli studenti internazionali è sempre un’esperienza bellissima. Il contatto con la città è entusiasmante. È qui che si vede nel modo migliore l’Italia che cresce in una dimensione internazionale e potente. Un’Italia pronta ad accettare la sfida di essere uno dei centri rilevanti nel mondo. Un’Italia intenta a costruire il futuro e non solo quello proprio in senso stretto. Il tutto assieme alla gioia di vivere con piacere. Milano unisce con energia la storia simboleggiata da Piazza del Duomo (o Piazza del Domm in milanese) e piazza Gae Aulenti (gioiello dell’arte contemporanea).
L’impressione della forza propulsiva della città è rafforzata dall’opportunità di essere stato a Milano nella settimana della moda (o Milano Fashion Week, come mi sembra sia la denominazione ufficiale), quando sono iniziate le mie lezioni. In quei giorni, la città ha assunto una dimensione di assoluta originalità e vivacità. Inoltre, l’alta moda, che ha degli evidenti riflessi anche in ciò che si vede nelle vie (almeno in centro) va di pari passo con i cambiamenti di costume e della morale. Ad esempio, quest’anno, molto più dello scorso anno, ho notato un assottigliamento e una permeabilità dei confini tra moda maschile e femminile.
In molti ambienti intellettuali la moda viene ritenuta una frivolezza. Come, del resto, la mia grande passione, il calcio. Al contrario, moda e calcio andrebbero considerati in modo serio. La moda è un’importante industria. Purtroppo, quando i numeri sono a troppe cifre faccio fatica a memorizzarli. Ma mi è rimasto impresso lo stupore di quando mi è stato detto l’utile che la città ha avuto dal flusso di persone nel corso della settimana della moda. Inoltre, come si vede chiaramente anche nelle innovazioni stilistiche, la moda è un precursore, o, almeno, un importante complemento che accompagna le innovazioni sociali. Infine, l’alta moda è un’arte. Che ho assaporato, ad esempio, all’Armani Silos, il museo del grande creatore.
Un problema legato alla moda che non ha una sufficiente visibilità pubblica è l’influenza sui cambiamenti climatici. L’industria della moda sta dando un contributo negativo alla sostenibilità del pianeta. Direi che tra la popolazione generale la coscienza di questo fatto stia crescendo in modo timido. Ma nel corso della settimana della moda uno spazio è stato dedicato anche alle discussioni sulla moda sostenibile.
Ho parlato della Milano brillante del centro e del fascino del lusso rappresentato dall’alta moda. Con le e gli influencer, oggi, possiamo conoscere dall’interno elementi del lusso che un tempo ci rimanevano ignoti. Ad esempio, Leonie Hanne ha presentato a chi la segue i dettagli interni e la sua stanza nell’albergo di Palazzo Cordusio. Per chi non lo sapesse (come io non lo sapevo fino a una decina di giorni fa), Hanne è una celebre influencer. L’ho potuta vedere da vicino quando, andando a Piazza Cadorna, sono passato di fronte alla Triennale, poco prima della sfilata di Gucci, mentre si concedeva a chi voleva farle delle foto.
Ma neppure a Milano tutto è lusso, glamour, progresso, innovazione e spirito internazionale. In questo mese vivo in un appartamento in periferia, nel quartiere Affori. Il fascino del centro di Milano è assente. Eppure, il quartiere è un esempio di come si possa organizzare la qualità della vita in periferia. Lo giudico generalmente pulito (a parte qualche abbandono che deriva da comportamenti individuali, peraltro rimediato presto dai servizi pubblici) e assolutamente sicuro. Le persone sembrano usufruire della vita sociale del quartiere. Ad esempio, ho visto persone anziane, anche nel corso della settimana, pranzare in compagnia in ristoranti e pizzerie. Nei dieci minuti a piedi tra il mio appartamento e la stazione della metro ci sono alcuni bar che sono frequentati all’ora dell’aperitivo e non solo. Nel quartiere ci sono alcuni ristoranti tra i quali almeno uno (di cucina lucana) è di livello interessante.
È ingenuo supporre che tutto nella città abbia i contorni felici dei quali scrivo. Ma penso di averli indicati in misura sufficiente a livelli diversi della stratificazione sociale per rappresentare quanto Milano sia una città ammirevole. Ricordando la necessità di ulteriori progressi sociali, pensando ai senzatetto che dormono in strada, ma anche ad altre persone in condizioni sociali difficili.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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