Ergastolo definitivo per Ratko Mladić

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Ergastolo definitivo per Ratko Mladić

Dopo 26 anni, arriva la verità definitiva su uno dei peggiori criminali di guerra della storia, Ratko Mladić, il Boia di Srebrenica. Il generale serbo-bosniaco che nel luglio 1995 ordinò il massacro di 8.372 persone (ma la cifra sulla lapide in memoriam è stata scolpita coi puntini di sospensione: centinaia di corpi non sono mai stati trovati…). Lo stratega del più lungo e angosciante assedio del XX secolo, a Sarajevo. A 79 anni, Mladić è stato condannato definitivamente all’ergastolo. Stanco e malato, ha ascoltato in aula il pronunciamento della Corte. Di fronte a lui cinque toghe e la presidentessa, Prisca Matimba Nyambe, giudice dello Zambia. È una sentenza che risarcisce le vittime e incarognisce i carnefici. In un’atmosfera tesa, d’attesa. L’occasione per chiudere finalmente i conti col più spaventoso eccidio in Europa dai tempi della Seconda guerra. Oppure la scusa, come volevano i sostenitori di Mladić, per rileggere in chiave revisionista gli anni cupi degli stupri etnici, dei cecchini sulle colline, dei campi di concentramento. I giudici del cosiddetto “Meccanismo residuale” dell’Aja, quel che ormai resta del disciolto Tribunale penale internazionale sull’ex Jugoslavia, hanno deciso di confermare il carcere a vita, già inflitto nel 2017 per crimini di guerra e contro l’umanità. Ed evitare una ripetizione del processo, cosa che invece sperava il figlio di Mladić.

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