Dizionario dei cognomi: carta d’identità del territorio

L’opera monumentale di Marino Bonifacio è stata presentata nella sede del Civico Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata di Trieste

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Dizionario dei cognomi: carta d’identità del territorio

Una pietra miliare, che serve da verifica per molti fatti e figure della nostra storia, che apre a ulteriori studi in vari campi. “Un bel momento per me, per l’Istituto e per tutti coloro che seguono il lavoro che Marino Bonifacio sta facendo nel raccontare in maniera ostinata i vari momenti della nascita, dell’evoluzione, degli spostamenti inestricabili delle nostre genti”, ha rilevato Franco Degrassi, presidente dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste, che ha voluto pubblicare il “Dizionario dei cognomi di Trieste, dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia”, opera monumentale di Marino Bonifacio. Ieri sera la presentazione, presso la sede del Civico Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata.
Uscito per il tipi della Luglio editore, in 561 pagine, il libro raccoglie 2.800 nomi, un numero davvero considerevole dato che probabillmente sono in tutto 18mila quelli recensiti in Istria. Un secondo tomo, che uscirà prossimamente, ne comprenderà altri 1.600. Linguistica, dialetto, toponomastica, geografia e tante altre scienze vengono scomodate dall’autore, un vero esperto, per cercare di spiegare origini e ramificazioni dei cognomi. Una specie di carta d’identità del territorio.

Il “Dizionario” rappresenta la sintesi di quarant’anni di impegno e di un’attività molto intensa, che compendia l’insieme delle notizie, della documentazione, delle descizioni, delle fonti, delle testimonianze e in generale di tutte le informazioni disponibili in materia.
L’autore con pazienza certosina si districa tra antenati, provenienze, contatti e contaminazioni, passaggi da una lingua all’altra. Emergono due dati fondamentali: da una parte la cospicua eredità latina, dall’altra parte una verità talvolta aspramente combattuta per motivi ideologici, ossia la convivenza tranquilla tra due stirpi, quella latina-romanza-italiana e quella slava, croata e slovena in particolare, di cui sono esempi Nicolò Tommaseo ed Enzo Bettiza.

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