Cambiamenti climatici: il Mar Adriatico invaso da specie esotiche

0
Cambiamenti climatici: il Mar Adriatico invaso da specie esotiche
Foto: Žiga Živulović jr./F.A. BOBO

La natura ha dichiarato guerra al genere umano e, a detta di tutti, sarà lei la vincitrice se non torniamo alla ragione, avverte il biologo Aljoša Duplić dell’Istituto per l’ambiente e la protezione della natura, perché il nostro ecosistema è sempre più minacciato da specie invasive pericolose a causa del riscaldamento climatico. Le conseguenze di questo conflitto sono evidenti da decenni nel territorio della Croazia, soprattutto nel mare e lungo il litorale, dove l’ecosistema sta ovviamente cambiando. Il Mare Adriatico è permeato dalla flora e dalla fauna dei mari caldi, e alcune specie che consideriamo autoctone a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli lasciano i loro habitat e conquistano altre aree.

Duplić dice che la situazione attuale è particolarmente favorevole alla diffusione delle specie tropicali e subtropicali. Nel Mediterraneo, da quando è stato sfondato il Canale di Suez, abbiamo avuto un afflusso continuo di specie provenienti dal Mar Rosso. Li chiamiamo migranti Lesseps, dal nome dell’ingegnere francese Ferdinand de Lesseps, che progettò e diresse la costruzione del Canale di Suez.

Le specie lessepsiane inizialmente si insediarono intorno a Israele, cioè nel Mediterraneo meridionale, ma quando negli ultimi decenni l’intero badino ha cominciato a riscaldarsi, hanno iniziato a diffondersi rapidamente in tutta l’area, quindi alcune di esse sono state osservate anche nell’Adriatico. La più famosa di queste specie è il pesce fuoco o pesce leone. Oggi può essere visto vicino a Zara e si prevede che migrerà verso nord nei prossimi anni. È un predatore che minaccia le specie autoctone, un pesce estremamente adattabile che rappresenta una grande minaccia per le specie autoctone.

Sebbene l’ecosistema marino, a causa del riscaldamento globale, stia cambiando in modo più drammatico rispetto a quello terrestre, sul nella Croazia continentale sono state registrate più di 900 specie straniere. Nei boschi, ad esempio, l’abete rosso è estremamente colpito, quindi bisogna chiedersi come saranno i nostri boschi tra 20 e 50 anni. Si verificano cambiamenti nella composizione delle praterie, soprattutto quelle montane che si adattano alle temperature più fredde, quindi l’assenza di neve porta alla risalita delle specie vegetali di pianura verso le cime delle montagne. Quella degli impollinatori è una storia particolare, sottolinea Duplić, perché i bombi non sopportano le temperature estremamente elevate come quelle di quest’estate. Le lunghe ondate di caldo nel continente causeranno un grande stress ai bombi, quindi possiamo temere la scomparsa degli impollinatori che hanno una funzione ecologica significativa.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display