Slittata di circa mezz’ora rincorrendo il numero legale – alla fine arrivato a quota 37, numero poi salito a 41 –, l’undicesima (e ultima per quest’anno) sessione dell’Assemblea dell’Unione Italiana si è conclusa con l’accoglimento di tutte le proposte all’ordine del giorno, tra cui la programmazione del 2025. In sala il presidente Maurizio Tremul, quello della Giunta Esecutiva Marin Corva e alcuni membri del suo team, il presidente onorario Giovanni Radossi, i direttori delle istituzioni di cui l’UI è fondatrice, ossia Christiana Babić della casa editrice Edit di Fiume e Raul Marsetič del Centro di ricerche storiche di Rovigno. “La Comunità degli Italiani di Fasana è contenta di avervi qui nella nostra sede come ospiti”, ha esordito il presidente del sodalizio Luciano Paris, che ha colto l’occasione per augurare sia un proficuo proseguimento dei lavori che buone feste.
Avvio complesso
Inizio complesso: il presidente dell’Assemblea, Paolo Demarin, richiamandosi al Regolamento di procedura, ha respinto la mozione del consigliere Krsto Babić (Abbazia), valutandola “priva dei requisiti necessari per metterla ai voti”. Babić ha contestato gli emendamenti al Programma di lavoro e Piano finanziario presentati del presidente dell’UI, in quanto, stando agli atti fondamentali dell’associazione, questo è un diritto che compete ai consiglieri e alla Giunta Esecutiva (successivamente Demarin ha precisato che Tremul ha trasmesso gli emendamenti a lui quale presidente dell’Assemblea e che egli stesso ha reputato di doverli girare ai consiglieri). Accolta la mozione della consigliera Roberta Lakošeljac (Umago) sulla necessità di rimuovere alcuni aspetti penalizzanti che le educatrici/educatori delle istituzioni della Comunità Nazionale Italiana devono affrontare all’esame di Stato, come pure alcuni trattamenti “umilianti” cui vengono sottoposti, durante l’aggiornamento professionale obbligatorio, i tirocinanti che hanno completato il percorso di studi all’Università di Pola. La collega umaghese Antonella Degrassi ha invece sollevato il problema dei libri di testo ancora mancanti nelle scuole della CNI, nonché delle tariffe basse corrisposte ai traduttori, come pure dei ritardi nei pagamenti.
Più di 10 milioni nel 2024
Disco verde, senza discussione, all’assestamento al Programma di lavoro e Piano finanziario 2024, una manovra che armonizza entrate e spese, nella fattispecie per quanto riguarda la previsione. Dal documento emerge che quest’anno l’UI ha potuto contare su 10.670.441 euro (+3.927.868 euro in confronto alla pianificazione decisa nel dicembre 2023) a supporto del mondo CNI e delle sue istituzioni, con un considerevole incremento delle risorse stanziate dalla Repubblica di Croazia (circa il 35% in più), arrivando a costituire oltre il 56% di tutti i mezzi complessivi di cui l’associazione ha potuto beneficiare.
Promossa anche la relazione “sull’attuazione delle linee programmatiche della Giunta Esecutiva per il biennio 2022-2024”, un resoconto dello stato delle cose a poco più di mezzo mandato alle spalle. Come sottolineato da Corva, è stato realizzato o si è in procinto di realizzare praticamente il 95% di ciò che l’Esecutivo si era prefisso. Complimentandosi con Giunta e Servizi amministrativi, Tremul ha evidenziato i dati positivi, tra cui “elementi e alcune cose che non conoscevo neppure io, nonostante sia il presidente dell’UI”, rilevando la mancanza di un approfondimento maggiore (leggi allegati) sul settore scuola e di una valutazione politica, oltre a quella pratica, sugli effetti e sulle ricadute per la CNI che tutto ciò ha prodotto.
Riorganizzazione dell’amministrazione
Sì anche alla modifica del Regolamento sui pagamenti delle prestazioni intellettuali, delle indennità, dei lavori e dei servizi effettuati per conto e su incarico dell’Unione Italiana, che porta da 70 a 80 euro il valore del punto di computo degli emolumenti. L’Assemblea si è soffermata invece con maggiore attenzione sull’Assetto e organizzazione dei Servizi amministrativi dell’UI di Fiume (sistematizzazione che non riguarda l’UI di Capodistria, ha precisato Demarin). Introducendo l’argomento, il presidente della Giunta Esecutiva ha spiegato che l’associazione ha avuto diverse strutturazioni, fin dai tempi della vecchia Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume, l’ultima risalente al 1994 e poi modificata nel 1999. Corva ha evidenziato la necessità di rivedere l’impostazione, assicurando trasparenza e dando certezza ai Servizi amministrativi, definendo competenze, gerarchie, responsabilità e basi per le retribuzioni.
Accanto a osservazioni su alcune figure esistenti o introdotte nel passato, nella fattispecie il direttore dei servizi amministrativi e il segretario generale dell’Ufficio dell’Assemblea e della Giunta esecutiva, confrontandole con quella ora proposta, ossia il capoufficio, il consigliere fiumano Enea Dessardo ha sollevato diversi interrogativi. Il presidente Tremul ha rilevato che manca un inquadramento e segnalato il bisogno di dare garanzia, certezza e continuità al lavoro dei Servizi amministrativi, per cui non sarebbe opportuno legare il mandato del capoufficio a quello del presidente della Giunta esecutiva, come invece previsto nella nuova delibera, indicazione che non è stata recepita. Viceversa, è stata inserita nel documento quella della consigliera di Visinada, Neda Šainčić Pilato sul coefficiente previsto per questo nuovo posto di lavoro (concordato, seduta stante, a 25 punti). Alla fine, l’Assemblea ha approvato senza ulteriori ritocchi la delibera sull’organizzazione e sul funzionamento dei Servizi amministrativi dell’UI di Fiume quasi all’unanimità (con due astenuti).
Fondi non ufficializzati
Soddisfacendo un obbligo di legge, i consiglieri hanno sostenuto il “Programma di lavoro e Piano finanziario – Programmazione delle attività, delle iniziative e degli interventi da finanziarsi con i mezzi della Legge 73/01, con i mezzi della Regione FVG, con i mezzi del Piano permanente, con i mezzi del Consiglio delle minoranze nazionali e dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e per i diritti delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, con i mezzi della Regione istriana, con i mezzi dell’Ufficio per le minoranze della Repubblica di Slovenia e con entrate proprie e altre entrate a favore della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia per il 2025” – titolo della Finanziaria UI –, pari a quasi 13 milioni di euro, anche se gli importi precisi non sono al momento ufficializzati tutti. Corva ha accennato ai fondi dall’Italia, ai contatti che i tre presidenti – dell’UI, Giunta, Assemblea – hanno avuto con il mondo politico italiano per ottenere i rifinanziamenti, assicurati anche per gli anni a venire, a simboleggiare l’impegno dello Stato italiano nei confronti della nostra Comunità nazionale. Non è così definita, ma di fatto si tratta di una legge permanente, ha fatto notare il consigliere Babić.
Mondo scuola
Le consigliere Degrassi e Lakošeljac hanno richiamato l’attenzione sulla scuola, nel concreto l’asilo di Umago (a proposito del quale è stata sottoscritta una lettera d’intenti con la municipalità), sulla tempestività dei versamenti delle borse di studio (e un aggiornamento degli importi, visto l’aumento dei costi della vita), sull’aggiornamento mirato per educatori e docenti, il riconoscimento degli sforzi sul bilinguismo. Sollecitato pure che l’assestamento del Bilancio venga fatto prima, appena noti i mezzi di cui si potrà disporre dalle varie fonti (Stato italiano, Croazia, Slovenia, Regioni istriana e Friuli Venezia Giulia), mentre il presidente Tremul ha auspicato che al documento si alleghino anche le tabelle sinottiche dei progetti in riferimento alla Legge 73/01 e ai mezzi della Croazia, nonché segnalato alcune sviste e refusi da correggere. Il suo emendamento, contenente la richiesta di un finanziamento per il Centro multimediale italiano di Capodistria, e che ha visto la contrarietà del consigliere Babić, ma anche del consigliere isolano Robi Štule (una questione procedurale, più che altro, che si ricollega alla posizione della Consulta dell’UI di Capodistria, tant’è che si è chiesto “non so più chi sono, dove sono, cosa sono”, e Demarin ha risposto “un consigliere dell’Assemblea UI”), è stato respinto (la stragrande maggioranza dell’aula si è astenuta). Il punto ha fatto emergere altre lacune degli atti fondamentali dell’UI, una problematica più volte segnalata da Demarin come ostacolo nel suo lavoro. Il Piano è passato con 34 sì e 3 astenuti.
Evasa anche la questione Finistria (piano consuntivo 2023 e dimissioni del direttore Romina Gruber), società che opera in passivo da alcuni anni, che ha fatto “poco o niente e crea spese”, ha commentato Corva, con la consapevolezza che la Giunta dovrà cercare di capire quale sarà il futuro di questa realtà.
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