È un manager siciliano l’uomo morto a Lesina. I figli in fin di vita

La vittima è il 57.enne Eugenio Vinci. In Ospedale a Spalato è finito anche Bruno Mancuso, ex senatore e attuale sindaco di Sant'Agata di Militello (Messina)

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È un manager siciliano l’uomo morto a Lesina. I figli in fin di vita

Eugenio Vinci, noto manager siciliano, di Sant’Agata di Militello nei pressi di Messina, l’italiano morto oggi sulla barca su cui stava navigando davanti all’isola di Lesina (Hvar). Le cause della tragedia non sono ancora state confermate, ma a differenza dell’ipotesi di avvelenamento da cibo, circolata sulla stampa nel primo pomeriggio, ora sembra che si sia trattato di un’intossicazione da gas di scarico dell’imbarcazione.
Tra gli altri cinque ricoverati c’è anche l’ex senatore Bruno Mancuso, attuale sindaco del comune di Sant’Agata di Militello, amico del manager deceduto. I due bambini, figli di Vinci, di 5 e 14 anni, versano ancora in stato gravissimo e sono in terapia intensiva al reparto pediatrico dell’ospedale di Spalato. A detta dei medici dell’ospedale di Spalato, “gli organi vitali dei ragazzi stanno cedendo”.

L’isola di Lesina (Hvar) dove si è consumata la tragedia. Foto Ivo Cagalj/PIXSELL

Vinci avrebbe perso i sensi nel bagno della barca a vela in seguito a un’intossicazione da gas proveniente dal water o dal condizionatore d’aria e nella caduta avrebbe battuto la testa. Gli altri cinque turisti italiani a bordo della barca, anche loro con forti sintomi d’intossicazione, sono stati trasportati all’Ospedale di Spalato. I tre adulti, incluso il sindaco Mancuso, sono in condizioni stabili.

Il Consolato generale d’Itala a Fiume in stretto raccordo con la Farnesina, segue fin dal primo momento il caso di Eugenio Vinci, in contatto con i suoi familiari in Croazia per prestare loro ogni possibile assistenza. In questo senso, a supporto dei turisti italiani è accorsa in ospedale Maja Medić, Console onorario italiano a Spalato, mentre mercoledì nel capoluogo dalmata arriverà anche il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri.
I siciliani avevano noleggiato in Croazia un caicco e lunedì sera avevano fatto tappa a Lesina (Hvar) per cenare, ordinando in un ristorante, come si apprende da fonti ufficiose, frutti di mare. Stamane uno dei turisti si è sentito male e la situazione è immediatamente precipitata, tantoché è stato avvertito il Pronto soccorso che una volta raggiunta l’imbarcazione ha solo potuto constatarne la morte, mentre le condizioni degli altri tre adulti e dei figli sono apparse subito serie e di conseguenza, grazie all’elisoccorso, sono stati ricoverati in ospedale, nella Clinica per la cura di malattie infettive a Spalato.

Gli sforzi dei medici sono ora concentrati soprattutto a salvare i ragazzi: “Un caso di avvelenamento da cibo con un quadro clinico così grave non l’abbiamo mai visto”, hanno commentato.

La parola degli esperti

Intanto, alcuni epidemiologi hanno espresso qualche dubbio sull’avvelenamento da cibo quale causa principale del decesso del turista italiano. “Bisognerà attendere l’esito dell’autopsia per stabilire le esatte cause che hanno portato alla morte – ha dichiarato Ante Srzić, specialista epidemiologo dell’Ospedale di Spalato –. La reazione dell’organismo della vittima è stata troppo violenta per poter constatare che sia stato l’avvelenamento da cibo la vera causa della tragica fine”.
Secondo il medico Ante Ledina, che ha convocato ieri pomeriggio una conferenza stampa straordinaria presso l’Ospedale di Spalato, “forse la causa di tutto può essere una fuga di gas sull’imbarcazione, ma non sono un esperto in tal senso. Aspettiamo i vari referti per capire esattamente che cosa sia successo”. Gli italiani gli hanno riferito di aver sentito un odore di benzina, ma “questo su una barca non è poi tanto strano”. “Hanno consumato due porzioni di cozze e sei persone si sono sentite male. Quindi, applicando il sistema di eliminazione…”, ha concluso il dottor Ledina.

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