«Voglio portare i Mondiali nel Quarnero»

Il riconoscimento annuale è andato all’apneista Vitomir Maričić. «Ora posso dire di aver chiuso il cerchio»

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«Voglio portare i Mondiali nel Quarnero»
Vitomir Maričić durante la cerimonia solenne del Consiglio cittadino. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Si è presentato con una camicia color azzurro. Azzurro come il “suo” mare. Il suo rifugio, una seconda pelle, un elemento del quale non riesce proprio fare a meno. C’era anche Vitomir Maričić tra gli assegnatari dei premi annuali “Città di Fiume”. Per i risultati ottenuti e la promozione dello sport: recita così la motivazione. “È una bella gratificazione e mentirei se dicessi il contrario – racconta l’apneista fiumano pluricampione nazionale e mondiale, uno che in carriera ha bruciato record su record trattenendo il respiro –. A maggior ragione se il premio arriva a casa tua. Mi sono venute subito in mente le parole di una mia collega che una volta mi disse come la cosa più difficile sia proprio conseguire un riconoscimento nella propria città. Ora posso dire di aver in un certo senso chiuso il cerchio. Il sostegno della Città? Prima d’ora Fiume non aveva mai avuto un circolo di apnea. L’abbiamo fondato poco più di due anni fa, ma ad oggi non abbiamo ancora un nostro spazio, una struttura in cui allenarci. Costabella è sempre occupata ed è difficile trovare un buco. Eppure a livello internazionale stiamo raccogliendo risultati eccezionali e questo fatto non può e non deve più essere ignorato. È ridicolo essere ai vertici mondiali e non avere uno spazio in cui allenarci”.

Superpotenza
Sono anni ormai che la Croazia è una superpotenza in questo sport. “È pazzesco per un Paese così piccolo e con pochi abitanti avere degli atleti di così alto livello. Siamo alla pari con realtà come Francia, Italia, Russia e altri Paesi che investono tantissimo e che si presentano ai grandi appuntamenti internazionali con contingenti di una ventina di atleti. In particolare è Fiume a trainare l’intero movimento. Praticamente tutta la nazionale è costituita dai ragazzi del nostro club. Peraltro ci è stato proposto più volte di organizzare un Mondiale. Ne avevo parlato giusto l’altro giorno con la presidente dell’Assosport, che si è detta disponibile a darci una mano sotto l’aspetto logistico. E sarebbe già un passo importante in tal senso. L’idea di ospitare la rassegna iridata è molto stimolante e proprio per questo l’anno prossimo vedrò di centellinare i vari impegni per concentrami maggiormente sugli aspetti organizzativi. In carriera ho raccolto veramente tantissimo e non devo più dimostrare niente a nessuno. L’occasione giusta è proprio adesso, godendo a livello globale del sostegno delle varie Federazioni ed enti organizzativi”.

Vita da globetrotter
Ritirato il riconoscimento, il giorno dopo Maričić era già in volo verso la Bulgaria per prendere parte ai Mondiali di apnea indoor. Una delle tante fermate nella sua vita da globetrotter. “Non ho svolto una preparazione specifica essendo il focus soprattutto sulle gare di profondità, come ad esempio l’Adriatic Depth Trophy a Veglia in programma a inizio settembre, e poi più avanti i Mondiali in Turchia. Non ho particolari ambizioni e vedremo come andrà. Però abbiamo una squadra forte e i miei compagni sapranno sicuramente portare a casa qualche medaglia. La mia agenda è comunque fittissima e da qui alla fine dell’anno sarò impegnato anche in vari corsi per il mondo: Florida, Bahamas, Messico, Arabia Saudita, Malta, Maldive… Faccio la bella vita? Mica tanto. So che dall’esterno può sembrare così, ma non è tutto oro quel che luccica. Alla fine sono tutti convegni di lavoro o competizioni sportive, non certo vacanze. Non stai lì per un paio di giorni a goderti il posto. Solo per raggiungere le Bahamas devi cambiare quattro voli e non so quanti fusi. Quest’anno ho già trascorso più tempo in aereo che a terra e alla fine questi continui spostamenti intercontinentali non fanno altro che prosciugarti le energie. Anche per questo motivo ho deciso di ridurre il numero degli impegni per il prossimo anno”.

Senso di libertà
Per Vitomir Maričić l’apnea non è soltanto una prova contro sé stesso, non è solo spingersi ai limiti della resistenza. Al contrario, è anche trovare la pace dei sensi, concedersi un momento tutto per sé. E liberare la mente. “Se si tratta di un’immersione agonistica allora la mente dev’essere sgombra. Ogni pensiero non fa altro che consumare ossigeno. In quei momenti non penso a nulla, se non a concentrarmi sui meccanismi automatizzati dell’inconscio. In allenamento invece il focus è su alcune funzioni fisiologiche quali pulsazioni, pressione oppure la posizione del corpo in acqua, cercando di migliorarle e ottimizzarle. Se m’immergo per il piacere di farlo allora penso alle cose più disparate godendomi il senso di libertà che deriva dal ritrovarmi in un ambiente sconfinato. Il luogo preferito per le immersioni? Non ce n’è uno in particolare, anche perché a differenza di chi fa scuba diving o più semplicemente snorkeling, e lo fa quindi per ammirare l’ambiente marino, l’apneista è concentrato su sé stesso trovandosi in una sorta di stato meditativo perciò la location diventa un aspetto secondario”.

Sport sicuro
Per molti anni l’apnea è rimasta un’attività riservata a pochi “coraggiosi pescatori subacquei” e ai recordman alla continua ricerca dei primati negli abissi. Oggi invece rappresenta una disciplina in notevole espansione che ormai si è tolta di dosso l’etichetta di sport estremo. “Ci sono due tipologie di pratica dello sport: quella in sicurezza e quella non in sicurezza. La verità è che negli sport estremi infortuni e incidenti sono meno frequenti rispetto a quelli ‘canonici’. Più una disciplina è considerata estrema e più ci sono regole stabilite proprio per prevenire rischi. Se uno rispetta le norme, allora l’apnea è uno sport sicuro. Non ricordo incidenti avvenuti in gara o in allenamento se uno ha seguito le regole. La malattia da decompressione? Quella appartiene alle immersioni con bombole perché si tratta di un’attività innaturale in quanto non siamo programmati per respirare sott’acqua. Viceversa, facendo immersione in apnea ci si può muovere liberamente senza particolari rischi. Poi è chiaro che è meglio se si è allenati e a conoscenza di determinate regole”, conclude Vitomir Maričić.

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