«Una sfida aperta a qualsiasi risultato»

Luka Capan fa le carte al posticipo tra Lokomotiva e Rijeka. «Potrebbe essere una guerra di trincea come pure un festival del gol se il risultato dovesse sbloccarsi già nei primi minuti», dice il doppio ex della partita

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«Una sfida aperta a qualsiasi risultato»
Luka Capan ai tempi del Rijeka. Foto: LUKA STANZL/PIXELL

La quarta giornata del campionato si chiuderà domani sera a Zagabria con il posticipo tra Lokomotiva e Rijeka (calcio d’inizio alle 21). Il match di via Kranjčević si preannuncia molto equilibrato e potenzialmente anche scoppiettante tra due squadre imbottite di giovani e divise da un solo punto in classifica (4 a 3 in favore dei biancocrociati che hanno tra l’altro un partita in meno). Dopo le fatiche in Europa e il pareggio con il Gorica che ha lasciato un po’ di amaro in bocca, la truppa di Dragan Tadić ha avuto a disposizione una settimana intera per preparare al meglio questa sfida e cercare un successo che manca dallo scorso 16 luglio, ovvero dall’esordio in casa dello Šibenik. I “ferrovieri” dal canto loro puntano a sfruttare il fattore campo per provare a mettere la freccia proprio sui fiumani. Chi seguirà con vivo interesse la partita sarà Luka Capan. Il centrale è infatti un doppio ex avendo vestito le maglie di entrambe le formazioni. “È una sfida aperta a qualsiasi risultato – attacca il difensore –. Potrebbe essere una guerra di trincea come pure un festival del gol se il risultato dovesse sbloccarsi già nei primi minuti. Il Rijeka ha cambiato metà squadra e quindi ci vuole tempo per trovare la necessaria amalgama e far incastrare tutti i pezzi. La Lokomotiva ha invece mantenuto l’ossatura della scorsa stagione e pure l’allenatore, il che può risultare determinante soprattutto in questa prima parte di campionato. E infatti stanno esprimendo un bel calcio, pur avendo raccolto meno di quanto seminato. Diciamo che sarà un 50:50”.

Eliminazione scontata
Il punto di forza degli uni è al tempo stesso il punto debole degli altri. “Avendo cambiato poco la squadra di Čabraja gioca a memoria e si vede, mentre quella di Tadić fatica a trovare una propria identità, ma questo è normale perché con tanti giocatori nuovi non si possono avere dei meccanismi collaudati già dopo poche giornate. L’infortunio di Kačavenda? Stiamo parlando di un giocatore che sposta gli equilibri e chiaramente la sua assenza è destinata a pesare, però è altrettanto vero che fin qui il giovane Stojković non l’ha fatto per nulla rimpiangere. E la cosa non mi sorprende perché mi ricordo benissimo di lui quando ancora militava nelle giovanili e già allora si intravedeva un talento fuori dal comune”.
Alla luce del profondo restyling e dei limiti del budget, è evidente che il Rijeka a “trazione fiumana” potrà ambire al massimo al quarto posto. “Non si può pretendere di lottare ogni anno per qualche trofeo. La società ha fatto una scelta ben precisa puntando sui giovani e ha fatto bene perché questi ragazzi le qualità ce le hanno, come pure la coppia Tadić-Budicin in panchina, però ci vuole pazienza perché se li carichi di troppe responsabilità e aspettative rischi soltanto di bruciarli. Quarto posto? È difficile pensare di puntare a qualcosa di più quando chi ti sta davanti può contare su un budget superiore al tuo. Detto ciò, se a fine stagione lo scarto dal terzo posto sarà di una manciata di punti, allora il Rijeka avrà fatto un ottimo lavoro. L’eliminazione dall’Europa? Contro un avversario che è in testa nel proprio campionato e al top della condizione essendo a metà stagione, era oggettivamente scontato. La squadra ha fatto quello che ha potuto e comunque non ha sfigurato”.

Pavlović e Krešić
La sensazione è che a Rujevica bisognerà guardarsi le spalle, forse proprio dall’avversario di domani sera. “La Lokomotiva può contendere eccome il quarto posto al Rijeka e quindi giocarsi il pass per l’Europa. Ripeto, la squadra gioca a memoria, in rosa hanno tanti giovani di talento e, altro elemento da non sottovalutare, l’assenza di qualsiasi tipo di pressione. Quando giocavo nella Lokomotiva capitava anche di perdere cinque partite di fila e nessuno ci diceva niente, mentre al Rijeka se ne perdi due o tre già si parla di crisi”.
Uno dei punti di forza dei biancocrociati dovrebbe essere la difesa, dove giganteggiano i due colossi Pavlović e Krešić i quali però, e lo si è visto soprattutto nel doppio confronto con il Djurgarden, vanno in difficoltà in campo aperto quando si trovano di fronte attaccanti molto rapidi. “È normale date le loro caratteristiche. Com’è normale per me fare fatica contro attaccanti di due metri. Quello che voglio dire è che ogni giocatore ha i suoi pregi e difetti. A mio avviso formano comunque una bella coppia e soprattutto di grande esperienza. Dopotutto Pavlović ha giocato per anni nella Ligue 1 francese dove sicuramente avrà marcato attaccanti ben più veloci di quelli che si ritrova adesso nel campionato croato”.
Sulla lotta al titolo, Luka ha pochi dubbi. “La Dinamo resta favorita, ma dovrà essere brava a gestire la stanchezza in quanto giocare in Europa ti prosciuga le energie. L’Hajduk ha cambiato poco e non avrà l’assillo dell’Europa perché se anche dovesse superare il Vitoria Guimaraes, poi avrà poche chance contro il Villarreal. L’Osijek ha iniziato malissimo la stagione, ma siamo soltanto all’inizio e c’è tutto il tempo per recuperare anche perché a livello di rosa non è inferiore all’Hajduk. Essendo zagabrese spero vinca la Dinamo, però vorrei che la lotta rimanesse aperta fino all’ultima giornata”.

Mai dire mai
Luka è reduce dalla poco fortunata parentesi nella seconda divisione turca con la maglia del Bursaspor. “Poco fortunata se proprio vogliamo usare un eufemismo… L’unico aspetto positivo è stato il minutaggio perché ero titolare, ma per il resto è stato un disastro. L’obiettivo era la promozione e la società aveva speso un bel po’ prendendo un paio di giocatori stranieri, facendo però il passo più lungo della gamba e alla fine sono emersi problemi di natura economica. Ciò si è inevitabilmente riflettuto sui risultati in campo e la promozione è rimasta un miraggio. È stata una situazione difficile da gestire perché la pressione era diventata insostenibile. Il Bursaspor ha alle spalle un esercito di tifosi, qualcosa come 35-40mila presenti sugli spalti. Se poi le partite le perdi ti conviene non uscire di casa… Tornando indietro non rifarei questa scelta, però alla fine anche le esperienze negative aiutano a farti crescere”.
Attualmente è ancora svincolato e quindi alla ricerca di una nuova squadra. “Ho avuto un paio di offerte, ma nessuna che mi soddisfacesse perciò preferisco aspettare. Ora mi trovo a Novalja per godermi qualche giorno di vacanza dato il lungo fine settimana, per il resto mi alleno a Zagabria seguito da un preparatore atletico in modo da farmi trovare pronto nel momento in cui arriverà la chiamata giusta. Il Lecce? Ho letto anch’io questa notizia, ma il mio procuratore non mi ha comunicato niente in merito perciò evidentemente non c’è stato nulla di concreto. Delle offerte dalla Croazia? Nessuna. Ora come ora non ho intenzione di tornare, anche se nella vita mai dire mai”, conclude Luka Capan.

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