Una festa senza frontiere

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Una festa senza frontiere

L’accoglienza nella capitale, quella riservata alla nazionale croata che ha conquistato il secondo posto ai Mondiali, non aveva il sapore della delusione. Lo spettacolo è stato degno di un trionfo, vissuto in ogni angolo del Paese. Anche la finale contro la Francia è stata seguita dovunque, ben oltre i confini della Croazia, in ogni angolo del mondo con una schiacciante maggioranza di sostenitori della squadra con la maglia a scacchi biancorossi.

Avrano tante cose da raccontare i turisti che si sono ritrovati in Croazia nel corso del Mondiale che, forse, è stato il più avvincente di sempre per la sua imprevedibilità e per la presenza accattivante di un outsider, almeno per chi non segue molto il calcio, tra le grandi potenze. Le semifinaliste Francia, Belgio e Inghilterra, ex potenze coloniali, si sono ritrovate tra i piedi la piccola Croazia, che ha conquistato il cuore di tutti, tranne quelli dei francesi, beninteso. C’è chi ha tifato in casa, a migliaia di chilometri dalla Croazia e dalla Russia, ma anche chi, da non tanto lontano, ha voluto prendere parte alla festa di una nazione che non è la sua. Qualcuno vi si è trovato per caso, lasciandosi trascinare dall’entusiasmo, mentre altri si sono fatti coinvolgere con… premeditazione. “Ci fai una foto”, ci è stato chiesto in un improbabile inglese da un gruppo di ragazzi integralmente tappezzati di scacchi. “Certo, ma di dove siete?” Ci si mette in posa e: “Siamo italiani”. Due siciliani e un sardo, abbracciati con tifosi nostrani, ci hanno detto di essere venuti fin qui per divertirsi assieme ai croati. Lavorano a Udine e visto che le distanze non sono incolmabili, non hanno esitato a venire a Fiume, il centro urbano più grande raggiungibile in due ore.
Oggi tutti fotografano e filmano, soprattutto con gli smartphone, ma al momento che arriva qualcuno con una telecamera o una macchina fotografica un po’ più seria, si è disposti a fare la fila per farsi riprendere. C’è la coppia di giovani portoghesi, senza gadget croati, che ci chiede di farsi immortalare tra i tifosi. Vogliono anche offrirci da bere. Quindi, ecco un altro gruppo di giovani, in questo caso ungheresi, trovatisi dalle nostre parti per una vacanza sull’isola di Veglia, interrotta per venire a trascorrere la domenica a Fiume, tra decine di migliaia di persone animate da un’energia positiva mai vista, anche dopo l’esito, non felicissimo, della finale di Mosca. Ci sono stati anche dei francesi, dapprima intimoriti e poi incoraggiati dai padroni di casa, a uscire allo scoperto, pur non esibendo simboli e bandiere. Buona parte dei francesi che soggiornano in questo periodo in Istria e nel Quarnero, infatti, per un giorno ha preferito cercare riparo oltreconfine, chi in Slovenia e chi a Trieste, cogliendo di sorpresa i gestori di locali che non si aspettavano tanto ben di Dio in quello che in Italia sarebbe dovuto essere un giorno qualsiasi. Quindi, mischiati tra i tanti, un gruppo misto di “sfigati” italiani e olandesi a ironizzare sul proprio destino e a tifare Croazia.
Finita la partita, poche o pochissime le scene di disperazione. Serviva cercarle attentamente in Riva, dove si è raccolto il tifo più acceso, ma alla fine l’impresa è… riuscita. Dopo il triplice fischio finale c’è stato l’applauso più forte e poi, nonostante la sconfitta, una festa
probabilmente irripetibile in tempi brevi.

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