Un sogno infinito…

A breve è attesa la pubblicazione del volume «Rijeka bijelih snova» che ripercorre l’intera storia del calcio a Fiume, dalla storica prima partita del 1873 alla Coppa di Croazia alzata da Andrijašević e compagni lo scorso agosto a Sebenico

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Un sogno infinito…

Fiume è la culla del calcio in Croazia. La prima partita documentata risale al 1873 quando su un campo improvvisato nell’odierna via Milutin Barač (ex via dell’Industria), gli operai del Silurificio fiumano Whitehead&Co sfidarono gli ingegneri e i tecnici delle Ferrovie ungheresi, impegnati nella costruzione della linea Fiume-Karlovac. Da quell’incontro alla fondazione della prima società calcistica a Fiume sarebbero passati però ancora tre decenni. La prima e più significativa società sportiva in città agli albori del nuovo secolo era il Club Sportivo Olympia, fondato nel 1904, all’interno del quale operavano diverse sezioni in rappresentanza degli sport più popolari dell’epoca: nuoto, ciclismo, atletica leggera e pugilato. Ci sono voluti due anni prima di istituire anche una sezione calcio. Ciò avvenne il 25 novembre 1906. In assenza di campi con misure regolamentari, un ruolo determinante per lo sviluppo del calcio sulle sponde del Quarnero lo avrà la riconversione in stadio della cava di pietra in frazione Borgomarina (oggi Cantrida). Quando il Trattato di Roma sancì l’annessione di Fiume al Regno d’Italia, le due principali società, l’Olympia e il Gloria, si fusero il 2 settembre 1926 dando vita all’Unione Sportiva Fiumana, che nei successivi 18 anni partecipò, con risultati alterni, nei vari campionati italiani. Alla fine della Seconda guerra mondiale con la riunificazione di Fiume e Sušak, alcune società attive durante il periodo italiano scomparvero e vennero istituite nuove, tra cui la Società sportiva Kvarner. Nel 1954 la società cambiò nome e diventò Club calcistico Rijeka, che tre anni dopo venne promosso nel massimo campionato nazionale, dove rimase stabilmente in Prima Lega fino al 1969, anno in cui retrocesse nella serie cadetta, un limbo nel quale rimase fino alla stagione 1973/74, l’anno della nuova promozione. La fine del decennio regalò al Rijeka i primi trofei: la doppia Coppa Maresciallo Tito alzata nel 1978 e nel 1979, mentre nel 1978 la squadra conquistò la Coppa dei Balcani. Con la dissoluzione della Jugoslavia, nel 1992 il Rijeka continuò la sua attività agonistica nel neocostituito campionato croato dove nel 2005 e 2006 arrivarono due Coppe Croazia di fila.

I capitani di Real Madrid e Rijeka nel 1984 con l’arbitro Schoeters

Una storia tanto lunga quanto affascinante che è stata raccontata con dovizia di particolari nella monografia “Kantrida bijelih snova”, scritta e curata da Marinko Lazzarich e pubblicata nel 2008.

La squadra del Kvarner nel 1948

Ma la svolta arrivò nel 2012 con l’ingresso in società dei capitali della fondazione Social Sport e di Damir Mišković. Gli otto anni che seguirono furono conditi da tanti successi: in bacheca finirono così un titolo di campione nazionale, quattro Coppe di Croazia, una Supercoppa croata e quattro partecipazioni alla fine a gironi in Europa League.

Il centro sportivo di Borgomarina in una foto del 1935

Un libro scritto a dieci mani

E proprio per celebrare gli anni più luminosi della storia della società quarnerina, ecco che Marinko Lazzarich ha deciso così di pubblicare un secondo volume intitolato “Rijeka bijelih snova”, in uscita a giorni. Stavolta però si è avvalso della collaborazione di Igor Kramarsich, Marin Urban, Denis Povh e Marinko Krmpotić. La prima parte, firmata da Kramarsich, ripercorre il periodo dalla prima partita documentata del 1873 alla fondazione del Kvarner nel 1946, con un focus in particolare sulla nascita dell’US Fiumana e della sua militanza nelle varie categorie del campionato italiano. La parte centrale, a opera di Lazzarich, segue le vicende del Kvarner prima e del Rijeka poi fino al 2008. L’ultima sezione, trattata da Krmpotić, si concentra invece sulla gestione Mišković per concludersi con la finale di Coppa giocata lo scorso 1º agosto a Sebenico e vinta dal Rijeka sulla Lokomotiva. Urban si è invece occupato di tutta la parte statistica, con tanto di risultati e classifiche a partire dal 1946, mentre Povh ha curato la sezione dedicata all’Armada. Nel libro trovano inoltre spazio anche approfondimenti sugli allenatori, presidenti e dirigenti dal 1946 ad oggi, e poi ancora sugli staff medici, sui murales dell’Armada, sulle giovanili, sulla Riviera del Quarnero e su tante altre chicche storiche…

A Cantrida nel 1960 si giocava anche in condizioni proibitive
Olympia e Gloria schierate in campo: è il 1924
La targa ricordo della prima partita giocata a Fiume nel lontano 1873

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