Tin Jedvaj, da comparsa a eroe di Croazia-Spagna

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Tin Jedvaj, da comparsa a eroe di Croazia-Spagna

I vicecampioni del Mondo e tutti i tifosi croati possono festeggiare per una notte che resterà per sempre magica. In particolar modo per Tin Jedvaj il quale, praticamente a casa, ha vissuto senza alcun dubbio la serata più bella della sua vita fino a questo momento. Tra l’altro, dettaglio non indifferente, davanti al pubblico che l’ha visto crescere e formarsi come calciatore.

Un vero e proprio exploit che avrà sicuramente fatto mordere le mani a qualcuno all’ombra del Colosseo, sponda Roma. Ma andiamo per ordine: Jedvaj nasce a Zagabria il 28 novembre del 1995 e sin da subito inizia a rincorrere un pallone per le strade del proprio quartiere e insieme ai suoi amici prova le giocate dei grandi campioni ammirati in tv. Il calcio in famiglia è pura quotidianità. Il padre Zdenko Jedvaj ha giocato, come difensore, fino ai primi anni 2000. Così la passione viene alimentata facilmente e il giovane non vuole altro che seguire le sue orme.
Nel 2002, dopo tanta gavetta accumulata nei vari campi di periferia, Jedvaj entra nel settore giovanile dello Zagreb, club che ne cura la crescita in maniera attenta e meticolosa fino al 2005. Quell’anno, infatti, sostiene e supera a pieni voti un provino con la Dinamo Zagabria. Da quel momento in poi inizierà la carriera del duttile difensore che, senza esitazione, viene inserito nel prolifico vivaio del club della capitale.
In quel periodo il classe 1995 si allena duramente, ascolta i consigli del padre e non si scompone. Il suo unico obiettivo è diventare un calciatore professionista. Le sue doti tecnico e fisiche lo mettono nelle migliori condizioni di poter compiere questo percorso: 1,84 cm di altezza, gamba, corsa, buona qualità tecnica con entrambi i piedi e vizio del gol.
Il promettente terzino/centrale svolge l’intera trafila e il 10 febbraio del 2013, all’età di 17 anni, esordisce – da titolare – in prima squadra e nel massimo campionato croato in una sfida contro l’Osijek. Termina la stagione con 13 presenze e una marcatura personale, rendimento che contribuisce alla conquista del titolo Nazionale della Dinamo.
Il 6 luglio dello stesso anno alza al cielo anche la Supercoppa di Croazia battendo gli spalatini dell’Hajduk. Il suo nome inizia a circolare. Si tratta di un profilo interessante e per il 17.enne si fanno avanti numerosi top club come Barcellona, Real Madrid, Arsenal e Chelsea, ma a compiere il blitz decisivo è Walter Sabatini che decide di portarlo immediatamente alla Roma. Il club giallorosso sborsa 5 milioni di euro, alla Dinamo viene garantito anche il 20 per cento sulla futura rivendita.
Una volta arrivato nella Capitale si allena agli ordini di Rudi Garcia e, dopo aver ricevuto il transfer, viene spesso convocato. Il 12 gennaio del 2014 giunge finalmente il momento del tanto atteso esordio, a gara in corso e al posto di Maicon, nei minuti finali della gara contro il Genoa all’Olimpico. Purtroppo, da lì a giugno, Jedvaj collezionerà soltanto un’altra misera presenza in A, qualche gettone con la Primavera e in estate accetta la chiamata del Bayer Leverkusen che lo preleva in prestito biennale con diritto di riscatto.
In Germania trova più spazio e riesce a imporsi. Jedvaj sfrutta al massimo l’occasione in Bundesliga e riceve anche le prime convocazioni in Nazionale maggiore. Il 20 gennaio 2015 passa a titolo definitivo al club tedesco. Nelle casse della Roma finiscono 7 milioni di euro e il laterale firma un contratto valido fino al 2020. Il suo score migliora ancora e finora, con le “Aspirine”, vanta 89 partite disputate, 5 realizzazioni e diversi assist. Non a caso Zlatko Dalić lo convoca anche per la gloriosa spedizione Mondiale in Russia che si concluderà con il secondo posto. Quella di giovedì, però, è stata decisamente la sua notte: Jedvaj ha castigato per ben due volte la Spagna, trascinando i suoi compagni al successo e regalando una gioia immensa all’intero Paese.

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