Šivolija: «Ho il Covid-19, ma sto bene»

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Šivolija: «Ho il Covid-19, ma sto bene»

Mario Šivolija, vicecampione d’Europa della categoria -81 kg nel 2004 a Pola e vicecampione del mondo l’anno dopo in Cina, nonché il pugile con il maggior numero di successi nella storia del Rijeka, ha il coronavirus. Lo ha confermato lui stesso al portale Fightsite e al quotidiano Novi List. La buona notizia è che l’ex boxeur non ha sintomi gravi e che si sente tutto sommato bene.
Il contagio è avvenuto quasi sicuramente a Londra, durante le qualificazioni per i Giochi olimpici di Tokyo, poco prima che la pandemia di Covid-19 scoppiasse definitivamente in ogni angolo d’Europa. Šivolija era in compagnia del pugile zaratino Toni Filipi, assistendolo sul ring in qualità di membro dello staff tecnico. Al rientro in Croazia è stato accertato che Filipi era positivo al coronavirus, così come anche il suo allenatore Tomo Kadić. “Ricordo che era il 18 marzo. Viste le misure anticontagio che vigevano in Croazia per chi veniva dall’estero, mi sono messo immediatamente in autoisolamento. Non era certo un grande problema, anche perché ho tutte le condizioni per farlo, ovvero un appartamento tutto per me. Dopo due settimane, tanto per togliermi ogni dubbio, sono andato a fare il test anti-Covid 19. Purtroppo, lo stesso ha confermato che sono positivo. Al momento mi trovo all’ospedale di Fiume, nel reparto di otorinolaringoiatria. Ci sono altri 15 pazienti e nessuno presenta dei sintomi preoccupanti. Mi sa che ci dovrò rimanere per qualche tempo, visto che mi hanno detto che servono 28 giorni affinché il virus esca definitiamente dall’organismo e il paziente venga dichiarato guarito. In tutta sincerità avrei preferito rimanere chiuso in casa, in autoisolamento. A Fiume, però, su decisione dell’Unità della Protezione civile regionale, non è come a Spalato o Zagabria bensì si viene ricoverati in ospedale anche se si hanno sintomi tutto sommato leggeri. Ho paura che stando a contatto con gli altri malati l’immunità possa soltanto indebolirsi”.
Šivolija, che di anni ne ha 38, è giovane, con un fisico da sportivo. Di conseguenza fa parte di quei gruppi meno a rischio complicazioni. Ma di certezze assolute non ce ne sono. “Nel periodo di autoisolamento ho avuto talvolta qualche linea di febbre, ma in sostanza mi sentivo e mi sento tuttora benissimo. Mi alleno nel corridoio dell’ospedale e per quanto mi riguarda non avrei problemi a correre una mezza maratona. Su questo virus non sappiamo molto e se ne leggono di tutti i colori, ma credo che si tratti di un’influenza più forte, che prima o poi passerà. Sono ottimista e tutto andrà bene: bisogna avere soltanto pazienza e ascoltare i consigli da parte delle autorità competenti. Ante Matas, selezionatore della nazionale croata femminile, si è lasciato alle spalle il Covid-19, mentre Filipi e Kadić sono quasi guariti. Sono convinto che anch’io, fra qualche giorno, risulterò negativo ai test. Quando avrò raggiunto l’immunità mi metterò a disposizione per aiutare il prossimo. Vorrei ringraziare e lodare pubblicamente il personare medico, che sta facendo un lavoro straordinario rischiando anche la propria incolumità”, conclude Mario Šivolija.

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