Alzi la mano chi avrebbe immaginato il Rijeka campione d’inverno dopo l’esonero di Sopić e l’umiliazione di Lubiana. E per di più da imbattuto, con la miglior difesa del campionato e con un allenatore, Đalović, alla prima esperienza da head coach. Il Rijeka si è superato in questo girone autunnale, mettendo in bisaccia anche quattro punti in più rispetto a 12 mesi fa. E chissà dove sarebbe potuta essere questa squadra se solo avesse in rosa un bomber di razza… Ad ogni modo, a Đalović va riconosciuto il merito di aver saputo forgiare un gruppo cazzuto, senza primedonne. E alla società di aver creduto in un tecnico alle prime armi (una scelta, va detto, motivata dai limiti di budget). A questo punto ci si chiede se Smolčić e soci potranno/sapranno ripercorrere le orme della squadra di Matjaž Kek che conquistò quello storico “doblete” nel 2017. Dipende tutto dal mercato. E qui entra in scena patron Mišković, che sulla questione è stato molto chiaro in un’intervista rilasciata al quotidiano Sportske novosti: “Un anno fa di questi tempi eravamo secondi alle spalle dell’Hajduk, consapevoli però di potercela giocare fino in fondo. C’era tanta pressione e si sognava in grande, aspetti che mi hanno portato a non vendere nessun giocatore e a fare un ulteriore investimento per provare a vincere il titolo. Risultato? Non abbiamo vinto nulla, né il titolo né la Coppa, ritrovandoci con un buco di bilancio di 7,5 milioni di euro. Il calcio è questo e non ci sono garanzie di successo, però il buco di bilancio venutosi a creare è inaccettabile. È stata una mia decisione, un azzardo che però non ha pagato. Una volta puoi anche decidere di correre il rischio, ma rifarlo una seconda volta e rischiare di perdere nuovamente un sacco di soldi sarebbe da irresponsabili”. Il messaggio è chiarissimo: niente rinforzi, anzi, sarà già tanto riuscire a trattenere i pezzi migliori. Sicuramente arriverà un attaccante, che a Đalović serve come l’acqua nel deserto, però arriverà a parametro zero, svincolato o in prestito. Non certo una garanzia… Una punta è necessaria anche per porre fine all’esperimento di Fruk come “falso nueve” perché il fantasista ex Gorica rende molto di più nel suo ruolo naturale, sulla trequarti.
Galešić e Selahi ai saluti
Quello che il tecnico montenegrino si augura, come peraltro anche i tifosi, è di ritrovarsi alla ripresa del campionato con tutti quanti i protagonisti della cavalcata autunnale. Certamente la rosa non verrà né smantellata né rivoluzionata (quello al massimo succederà la prossima estate…), ma qualche sacrificio potrebbe essere inevitabile per garantire liquidità e far respirare le casse societarie. Sono tanti i giocatori del Rijeka che hanno mercato, primo fra tutti Galešić, che ha estimatori in Bundesliga e in Eredivisie. Anche la Dinamo è alla finestra, però non intende soddisfare le esose richieste di Mišković, il quale chiede almeno 5 milioni per il centrale nato a Berlino. Anche Selahi è con le valigie in mano, pronto a salutare Rujevica. In questo caso si tratta però di un addio necessario dato che il mediano belgo-albanese è in scadenza a giugno e non intende rinnovare perciò la sua cessione a gennaio è l’unico modo che ha il Rijeka per guadagnarci qualcosa.
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