Rujevica, 21 maggio 2017. L’apoteosi del calcio fiumano

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Rujevica, 21 maggio 2017. L’apoteosi del calcio fiumano

FIUME | Era il 27 febbraio 2013 quando Matjaž Kek, sloveno di Maribor, venne nominato allenatore del Rijeka al posto del polese Elvis Scoria. L’ex tecnico della nazionale biancoverde, con la quale partecipò ai Mondiali in Sudafrica 2010, arrivò per espressa volontà del neopresidente Damir Mišković, che, incassato il “no” di Bojan Prašnikar (decisivo comunque nel proporre al diesse Srećko Juričić il nome del suo fidato collaboratore), vedeva in lui il tecnico ideale al quale affidare il progetto di sviluppo sportivo della società, da poco salvata dalla bancarotta anche grazie all’intervento concreto della Social Sport Foundation e del suo titolare Gabriele Volpi. Kek debuttò il 9 marzo 2013 contro l’Inter (vittoria per 2-1) e fu quello il giorno che avrebbe indirizzato in gran parte la storia recente del Rijeka. In poco tempo Matjaž riuscì a cambiare rotta, chiudendo il campionato al terzo posto e centrando la qualificazione per i preliminari di Europa League. Il primo capolavoro lo sloveno lo firmò a fine agosto, quando il suo Rijeka eliminò a sorpresa lo Stoccarda (2-1 e 2-2) e conquistò alla Mercedes Arena la fase a gironi di Europa League, la prima nella storia del club di Cantrida, dove i fiumani figurarono più che degnamente.

Se nei primi mesi l’obiettivo principale fu quello di gettare le basi per il futuro, nella stagione 2013/2014 arrivò anche il primo trofeo: battendo per 1-0 e 2-0 la Dinamo, Kek si aggiudicò la Coppa Croazia. In campionato i fiumani chiusero secondi, a -11 dagli zagabresi. La stagione 2014/2015 si aprì con il successo in Supercoppa contro la… solita rivale. Nel 2-1 di Cantrida segnarono Samardžić, sloveno come Kek, e Moises. Ancora una volta i quarnerini ottennero la qualificazione alla fase a gironi di Europa League, ma Feyenoord e Siviglia si rivelarono troppo forti. Tuttavia, il 2-2 casalingo con gli spagnoli, campioni in carica, e il 3-1 rifilato a Cantrida agli olandesi furono risultati dei quali andare sicuramente fieri. Nel maggio 2015 arrivò un altro secondo posto in campionato, seguito da un altro ancora nella stagione 2015/2016, chiusa senza trofei e con una bruciante eliminazione per opera dell’Aberdeen nel secondo turno preliminare di Europa League. Anche l’annata 2016/2017 non si aprì benissimo: troppo ostici i turchi dell’Istanbul Basaksehir, che chiusero le porte dell’Europa agli uomini di Kek. In ambito nazionale fu però un’altra storia: il Rijeka vinceva e convinceva, con il 5-2 rifilato nel nono turno alla Dinamo che suonò come una sentenza: questa squadra può vincere il titolo e chissà che non sia la volta buona. E lo fu per davvero. Il vantaggio in classifica sulla Dinamo fu pressoché costante: il 21 maggio 2017 a Rujevica, con il 4-0 allo Cibalia, Kek regalò al Rijeka il suo primo titolo nazionale della storia, il coronamento del sogno di tutte le generazioni di giocatori, allenatori e tifosi. In quel momento lo sloveno entrò praticamente nell’immortalità, nel senso di gratitudine eterna nei suoi confronti. Qualche giorno dopo i fiumani vinsero anche la Coppa Croazia (3-1 alla Dinamo), la seconda sotto la gestione di Kek, centrando così una straordinaria accoppiata. Peccato che qualche mese dopo non sia arrivata la qualificazione, altrettanto storica, alla fase a gironi di Champions League, Troppo forte l’Olympiakos, che “dirottò” Bradarić e compagni alla fase a gironi di Europa League. È lì che Kek firmò la sua ultima “impresa” sulla panchina del Rijeka: vittoria per 2-0 a Rujevica sul Milan dopo aver sfiorato all’andata il clamoroso pareggio al Meazza (gol del 3-2 di Cutrone al 94’). Il resto è storia recente…

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