«Ritorno a Cantrida»: biglietti a ruba

In poche ore esauriti i tagliandi per la curva Ovest. La partita tra Rijeka e Zrinjski è in programma il 12 ottobre

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«Ritorno a Cantrida»: biglietti a ruba

In poche ore sono stati venduti tutti i biglietti per la tribuna ovest. Un interesse oltre ogni aspettativa per il ritorno a Cantrida, ossia per l’amichevole tra Rijeka e Zrinjski di Mostar. Un’iniziativa dell’Armada, lo zoccolo duro del tifo fiumano, che sogna il ritorno delle partite sotto le rocce dello stadio di Cantrida, abbandonato dalla società qualche anno fa per trasferirsi a Rujevica. I biglietti sono stati messi in vendita proprio oggi sul sito mojekarte.hr, oppure possono essere acquistati presso il Dallas Music Shop. I prezzi sono meno popolari rispetto allo scorso anno. Per la curva Ovest, tribuna D, il prezzo è di 30 kune e, come precisato, sono ormai esauriti. Per i settori F, E ed E1, siamo a 40 kune. Si tratta del settore “familiare” in cui il prezzo di 40 kune vale per un bambino accompagnato da un adulto. Per seguire la gara dalle tribune B e C si dovranno pagare 60 e per la tribuna A, quella centrale, 90 kune.
Lo scorso anno, per Rijeka-Maribor ci fu il tutto esaurito in una serata di festa, al di là della vittoria dei beniamini della tifoseria fiumana. L’evento coinvolge tutti i tifosi, dagli ultrà dell’Armada ai tifosi che non sono legati alla curva. Al timone del Rijeka c’era il tecnico Matjaž Kek e il ritorno sotto la parete rocciosa di Cantrida fu un tripudio, un trionfo di emozioni positive.
Da allora sono cambiate tante cose, a partire dall’allenatore. Dall’ottobre dello scorso anno, inoltre, è mutato anche l’umore di una minoranza tra gli ultrà che ha deciso di attuare lo sciopero del tifo nelle partite interne, costringendo al silenzio l’intera curva Nord. Dapprima veniva messo in discussione il tecnico e, in pacchetto, il suo assistente Renato Pilipović. Il primo, nella stagione 1998/99 avrebbe fatto un gestaccio, come giocatore dell’allora Croatia e oggi Dinamo, nei confronti della tifoseria fiumana, mentre Pilipović, all’epoca giocatore del Rijeka, in quella stessa stagione avrebbe “mangiato il biscotto” e in questo modo fatto perdere il titolo alla squadra fiumana. Nella percezione degli ultrà si tratta di un traditore.
Che sia il motivo vero oppure un pretesto per ricattare il club non ce lo confesserà nessuno, ma appare evidente che tra società e Armada c’è ancora tensione. Il presidente del Rijeka Damir Mišković, pesantemente contestato la scorsa stagione, non ha voluto cedere alle richieste, difendendo sia il tecnico che, successivamente, il suo collaboratore. In compenso, riconsegnerà per un giorno lo stadio di Cantrida all’Armada, concedendo la prima squadra e un’avversaria di buon livello. Per un giorno si tornerà a tifare alla vecchia maniera, bella o brutta che sia, dalla curva Ovest. Basterà per comprare la pace tra società e ultrà, oppure l’Armada si ostinerà nel negare il sostegno alla squadra a Rujevica?
Dall’autunno scorso a oggi le polemiche non si sono sedate e il tifo fiumano ha dimostrato di avere due anime. Quella meno numerosa è per natura la più rumorosa, anche nel silenzio, mentre l’altra, a questo punto, può decidere se partecipare o no alla rimpatriata, a un altro ritorno nostalgico a Cantrida, un luogo che è il denominatore comune per tutti quelli che hanno il Rijeka nel cuore. Sarà l’occasione per riavvicinare tutti oppure sarà un altro momento di divisione? Il tifoso qualunque, non meno tifoso di un ultrà, se la sentirà di partecipare a una festa in cui il ruolo di protagonista principale viene istituzionalmente assegnato all’Armada, che da un anno nega il sostegno alla propria squadra?

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