Rijeka. Un quadrifoglio per ripartire

L’allenatore Sergej Jakirović può contare su Labrović, Grgić, Selahi e Frigan: la squadra andrà costruita attorno a loro

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Rijeka. Un quadrifoglio per ripartire
Nediljko Labrović. Foto: NEL PAVLETIC/PIXSELL

Ultimi giorni di vacanza per i giocatori del Rijeka: domenica è previsto il primo raduno a Rujevica per i consueti test atletici, poi dal giorno seguente prenderà il via la preparazione vera e propria in vista della seconda parte di stagione, che per i biancocrociati scatterà il 21 gennaio contro l’Osijek al Gradski vrt. Tra gli addetti ai lavori desta tanta curiosità in particolare l’assetto tattico che verrà utilizzato dal nuovo allenatore Sergej Jakirović. Lui ha più volte ribadito di non essere uno schiavo del modulo, fatto sta però che sia al Gorica che allo Zrinjski ha insistito soprattutto sul 4-2-3-1. Sarà così anche al Rijeka (che poi sarebbe una sorta di ritorno alle origini dal momento che a inizio stagione Dragan Tadić era partito proprio con questo schema, prima del passaggio al 3-5-2 in seguito all’arrivo di Serse Cosmi)? È probabile, ma molto dipenderà dalle caratteristiche dei giocatori a disposizione. E qual è il “materiale umano” a disposizione di Jakirović? In attesa dei rinforzi dal mercato, non un granché, come si è visto nella disastrosa prima parte di stagione. Ma si ripartirà comunque da qualche certezza, ovvero da un quartetto. Gli unici a meritarsi la sufficienza sono stati Nediljko Labrović, Alen Grgić, Lindon Selahi e Matija Frigan: è questa la base attorno alla quale il tecnico di Mostar proverà a costruire il nuovo corso del Rijeka.

Una sicurezza tra i pali
Se fin qui la difesa è stata un colabrodo con 27 gol subiti in 17 giornate (peggio ha fatto solamente la Lokomotiva incassandone 29), la colpa non è certamente di Labrović. Anzi, il portierone ex Šibenik è stato in assoluto il più costante e in diverse occasioni è stato proprio lui con le sue parate a togliere le castagne dal fuoco. Prestazioni che gli sono valse la fascia di capitano, sfilata a un irriconoscibile Vučkić, e per poco pure il Mondiale. È infatti finito sulla lista dei preconvocati, ma alla fine Zlatko Dalić ha preferito affidarsi alla maggiore esperienza internazionale di Grbić. Ad ogni modo, un attestato di stima molto indicativo sulle qualità dell’estremo difensore. La scorsa estate ha avuto mercato, ma difficilmente si muoverà a gennaio perciò almeno tra i pali il Rijeka può dormire sonni tranquilli. Ed è già un buon punto di partenza.

Punto di riferimento sulla destra
Grgić è arrivato in punta di piedi negli ultimi scampoli della sessione estiva di mercato, in cerca di spazio e rilancio dopo tanta panchina nell’Osijek di Bjelica. E l’ha immediatamente trovato. Sebbene un terzino di ruolo, con l’arrivo di Cosmi è stato riadattato ad ala diventando un titolarissimo nel suo 3-5-2. Corsa, velocità, forte sia in fase di spinta che di copertura: sulla fascia destra è lui il punto di riferimento. Sarà comunque interessante capire la sua posizione in campo qualora Jakirović decidesse di giocare con la difesa a quattro. Grazie alla sua duttilità, Grgić è comunque una garanzia indipendentemente se verrà schierato nel suo ruolo naturale di terzino o se invece agirà sulla trequarti.

Alen Grgić.
Foto: GORAN KOVACIC/PIXSELL

Un partner compatibile
Stando al portale transfermarkt, con un valore di mercato di 1,6 milioni di euro, Selahi è il secondo giocatore più costoso del Rijeka, dietro soltanto a Labrović (2 milioni). Il mediano belgo-albanese è stato uno tra i più continui, sebbene non abbia certamente brillato: i tifosi ricordano ancora il clamoroso gol che si è divorato allo scadere nel match della terza giornata di campionato contro il Gorica (1-1). Un giocatore del quale però la squadra non può fare a meno: una diga davanti alla difesa e al tempo stesso prezioso anche in fase d’impostazione, benché si tratti di un interditore puro. Quello che tuttavia gli manca è un compagno di ruolo che lo sgravi soprattutto nella costruzione. Accanto a lui si sono alternati Alvarez, D. Pavlović e Hodža, ma con nessuno dei tre è riuscito a trovare il giusto feeling. Uno dei compiti di Jakirović sarà proprio quello di trovargli un partner compatibile.

Talento sbocciato
E chiudiamo con l’attacco, che nonostante tutte le difficoltà ha visto sbocciare il talento del giovane Frigan. A tal proposito i sei mesi di “apprendistato” trascorsi al Dragovoljac nella scorsa stagione sono stati preziosissimi per fargli prendere confidenza con la massima serie. Con quattro centri in campionato il centravanti classe 2003 è il miglior marcatore della squadra e inoltre le sue prestazioni non sono passate inosservate, tant’è che poche settimane fa è arrivato pure l’esordio con la nazionale Under 21. È lui il futuro del Rijeka, ma l’arrivo di Jakirović rischia però di cambiare le carte in tavola. Frigan infatti si trova di più a suo agio nel 3-5-2, ovvero quando ha di fianco un compagno che gli crea gli spazi. Qualora invece il nuovo allenatore dovesse effettivamente cambiare modulo, bisognerà capire quale ruolo gli affiderà.

Matija Frigan.
Foto: GORAN KOVACIC/PIXSELL

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