Rijeka. Un futuro tutto da ricostruire

La sosta per il Mondiale è una vera e propria manna dal cielo per mettere fine a quest’agonia. I due principali nodi da sciogliere sono la scelta del nuovo allenatore e la strategia da adottare nel mercato di riparazione

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Rijeka. Un futuro tutto da ricostruire
Per i biancocrociati si chiude una prima parte di stagione da incubo. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il fondo sembrava essere stato toccato in Coppa, prima con la qualificazione per il rotto della cuffia contro i dilettanti del Moslavina, poi con la clamorosa eliminazione per mano del BSK Bijelo Brdo negli ottavi di finale. Eppure il Rijeka è riuscito nell’impresa di scendere ancora più in basso. Perché, si sa, al peggio non c’è mai fine. L’umiliante 2-7 di Rujevica contro la Dinamo assume i contorni di una debacle storica perché mai nessuno nella storia del campionato croato aveva rifilato sette sberle ai fiumani. Ma c’è sempre una prima volta. Nel bene e nel male. Il 2022 del Rijeka si è chiuso nella maniera più vergognosa e indecente. E anche la breve gestione Cosmi è giunta comprensibilmente al capolinea, ma questo era diventato chiaro già dopo l’uscita dalla Coppa e molto probabilmente anche un improbabile successo sui campioni in carica non sarebbe stato sufficiente per salvare la sua panchina. Tra l’altro lo stesso tecnico perugino era apparso sorprendentemente sereno e addirittura di buon umore nella conferenza stampa post partita, perfettamente consapevole del fatto che il suo destino fosse ormai segnato.

Concorso di colpe
Cosmi era stato fortemente voluto dal presidente Mišković, il quale dopo un inizio di stagione disastroso era alla ricerca di un tecnico di esperienza, di un grande motivatore e di uno abituato a subentrare in corsa con una situazione di classifica compromessa. Il nuovo allenatore non è tuttavia riuscito a trasmettere il proprio entusiasmo e mentalità alla squadra, con la quale non è mai scoccata la scintilla, complice soprattutto la barriera linguistica, che imponeva ai giocatori di adeguarsi all’allenatore anziché il contrario. Contro il BSK e la Dinamo la sensazione è stata che il gruppo gli avesse voltato le spalle. Evidentemente la sua sfuriata al termine del derby perso con l’Istra 1961, in cui ha pesantemente criticato lo spogliatoio, ha lasciato il segno, con i giocatori che si sono sentiti traditi da colui che dovrebbe essere il primo a difenderli anche quando le cose girano male, ovvero l’allenatore. In altre parole, Cosmi non aveva più in mano la squadra. E, a ben guadare, forse non l’aveva mai avuta. Ma sarebbe scorretto addossare tutte le colpe esclusivamente a lui. Cosmi si è ritrovato ad affrontare per la prima volta in carriera un’esperienza fuori dai confini dello Stivale, catapultato in una realtà e in un campionato a lui del tutto sconosciuti. E con l’ingrato compito di provare a tenere a galla una barca mezza affondata. Il presidente del Rijeka aveva piena fiducia nelle sue qualità e lo dimostra il fatto che gli abbia fatto firmare un biennale. Insomma, Mišković era convinto di aver fatto la scelta giusta, che la squadra avrebbe superato il momento di sbandamento tornando a lottare per un posto in Europa. Ma ha fatto male i propri conti. Ed è stato poco attento. Infatti, nelle sue tre precedenti esperienze a Venezia, Perugia e Crotone aveva raccolto meno punti del numero di partite disputate. Questa statistica avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme nel momento in cui sono iniziate trattative per portarlo in riva al Quarnero, ma così non è stato e non è un caso se alle fine in dieci partite di campionato abbia raccolto altrettanti punti. Il divorzio è stato quindi inevitabile ed è destinato anche a pesare, e non poco, sul bilancio dato che Cosmi aveva siglato un biennale a cifre importanti. Ed ecco che a metà stagione il Rijeka si ritrova a dover cercare già il quarto allenatore…

L’avventura di Serse Cosmi è giunta al capolinea.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Skočić in pole
E adesso? Intanto va detto che la sosta per il Mondiale in Qatar rappresenta una vera e propria manna dal cielo per interrompere quest’agonia. Sono mille le incognite e i punti interrogativi riguardo a ciò che succederà a Rujevica nei prossimi giorni e settimane. L’unica certezza è che la squadra si ritroverà il 5 dicembre, che è la data fissata per la ripresa dei lavori. Sarà curioso capire quali giocatori si presenteranno al primo raduno e soprattutto chi dirigerà gli allenamenti. Sicuramente la scelta ricadrà su un tecnico d’esperienza che conosce bene sia il campionato che la società stessa. In questo momento in pole sembra esserci Dragan Skočić. Una soluzione low cost e… a chilometro zero. Il tecnico fiumano è attualmente senza ingaggio dopo che due mesi fa era stato sollevato dall’incarico di selezionatore della nazionale iraniana in seguito a dei dissidi con la Federazione praticamente alla vigilia del Mondiale. Per lui si tratterebbe della terza esperienza al Rijeka dopo la stagione 2005/06, culminata con la conquista della Coppa Croazia, e la breve parentesi all’inizio del 2012 proprio agli albori della gestione Mišković.

Esuberi e giovani
L’altro aspetto cruciale riguarda invece il mercato di riparazione. Cosmi ha più volte parlato di riorganizzazione piuttosto che di rivoluzione e nel suo ultimo incontro con la stampa ha ribadito che per il rilancio sarà necessario liberarsi degli esuberi e prendere 4-5 innesti di qualità. Anche in questo caso sarà interessante capire come si muoverà la società. Fare affari a gennaio è molto difficile e oltretutto bisogna convivere con i limiti del budget. Non è quindi da escludere che si decida di puntare su una strategia conservativa. Che tradotto significa sfoltimento della rosa e scommessa sui giovani del proprio vivaio. I vari Dujmović, Kukoč, Bodetić, Simčić, Babić, Gajzler e Coupland sono dei prospetti certamente interessanti e lo stesso Cosmi ha già fatto esordire alcuni di loro (sebbene dovuto alle varie assenze). Se così fosse, ciò vorrebbe dire sacrificare questa stagione in modo da ripartire da delle basi solide nella prossima. Che in questo momento appare come la scelta più razionale e responsabile.
Le domande sono tante e come sempre sarà il tempo a dare tutte le risposte.

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