Rijeka, un brand apprezzato

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Rijeka, un brand apprezzato

FIUME | Al di là della passione, della rivalità sportiva e di quella meno sportiva tra i tifosi, il calcio è fatto anche di altre cose. Tra queste c’è sicuramente il denaro, che sta alla base di tutto. Il Rijeka calcio, dall’arrivo del presidente Damir Mišković nel 2013 è uscito da un contesto ereditato dal passato ordinamento, in cui il calcio, anche professionistico, viene sovvenzionato con denaro pubblico. L’autosufficienza del club fiumano dipende quasi esclusivamente dalla vendita di giocatori, acquistati per poco e rivenduti per belle somme di denaro dopo essere stati valorizzati in campo, attraverso le competizioni nazionali e internazionali. Sponsor e pubblicità rappresentano soltanto una piccola parte delle entrate assieme agli incassi dello stadio e dei diritti televisivi. Uno che ha i soldi e che vuole investire nello sport per darsi un’immagine deve per forza lavorare molto sull’aspetto del marketing e della “visibilità” internazionale. L’agenzia slovena Sporto Brands ha pubblicato in questi giorni i risultati di una ricerca nei Paesi dell’ex Jugoslavia, arivando a un elenco di brand sportivi, club e atleti ritenuti interessanti dal punto di vista del marketing.
Per quanto riguarda la Croazia, tra i primi cinque club di tutti gli sport più popolari e seguiti c’è anche il Rijeka. La società fiumana è in compagnia della Dinamo Zagabria di calcio, del Medveščak di hockeyghiaccio, del PPD Zagreb di pallamano e dello Jug Croatia osiguranje di pallanuoto. Nel gioco del “cerca l’intruso” non avremmo difficoltà a indovinare al primo tentativo. Il Rijeka è l’unica delle cinque squadre che non è detentrice del titolo nazionale e allo stesso tempo l’unica al momento senza visibilità internazionale, in quanto eliminata già nei preliminari di Europa League. Pertanto, il motivo d’orgoglio è doppio.
Passando all’aspetto sportivo, sabato pomeriggio alle 15 scenderanno in campo a Rujevica due squadre ben quotate a livello di marketing, ma piuttosto distanti in classifica. Dopo 14 giornate la Dinamo è in vetta con 34 punti, mentre i fiumani sono quinti con 12 lunghezze di ritardo. In mezzo ci sono però altre tre squadre, con la Lokomotiva a 4, l’Osijek a 3 e il sorprendente Gorica a un punto sui quarnerini. Per mantenere la quotazione nel mondo del marketing, ma soprattutto per assicurarsi l’anno prossimo visibilità anche in Europa, la squadra fiumana deve continuare a risalire. Lo ha fatto nell’ultimo mese e mezzo sotto la guida del nuovo allenatore Igor Bišćan, con quattro vittorie e un pareggio nonché il superamento degli ottavi in Coppa. Nell’ultima partita a Rujevica, nella 23ª giornata dello scorso campionato e sotto la pioggia battente, la Dinamo subì anche una pioggia di gol: terminò infatti 4-1.
Il primo gol lo segnò comunque la Dinamo e non con uno qualunque. Mario Gavranović, un ex partito da Rujevica verso il Maksimir tra le polemiche, ha festeggiato alla grande, rispondendo in modo plateale a quelli che l’avevano fischiato. Sabato pomeriggio potrebbe non essere lui il più fischiato, bensì un ex tra i padroni di casa, un tempo giocatore della Dinamo e ora allenatore del Rijeka. Se non dovesse venire coperto da fischi, per ben che vada sarà ignorato con disprezzo dalla curva. Per il resto sarà una giornata ricca di contenuti e significati. L’ambiente sarà condizionato dallo sciopero ad oltranza attuato dall’Armada, ma gli altri settori dello stadio potrebbero non condividere la scelta, assumendosi l’importante ruolo di sostegno alla squadra. Capiremo se e quanto siano distanti le due anime del tifo
fiumano. (lv)

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