Peccato davvero. Perché, sotto sotto, resta la sensazione (e anche la convinzione) è che si poteva fare sicuramente qualcosa in più e cercare magari il “colpo grosso”. Così, invece, il Rijeka torna dal Maksimir con le ossa rotte, non perché sia stato “bastonato” dalla Dinamo in chiave di gioco e risultato, bensì per il fatto che ha perso una partita nella quale era a tratti sì inferiore, ma comunque non al punto da non poter strappare un risultato positivo. Ciò che fa particolarmente rabbia è che i fiumani si siano fatti male con le proprie mani, complice una doppia ingenuità nell’arco di pochi secondi: un retropassaggio infelice e un fallo da rigore inutile ed evitabilissimo. Sbagliato ora prendersela esclusivamente con Bruno Goda, il responsabile diretto per il penalty poi trasformato da Fran Brodić: il Rijeka non doveva semplicemente commettere l’errore di farsi schiacciare nei propri venti metri. Ma è il calcio, è successo e continuerà a succedere…
La situazione si complica
La sconfitta di Zagabria ha significative ripercussioni in classifica, sia presenti che (ipoteticamente) future. Il Rijeka rimane primo, ma vede l’Hajduk avvicinarsi a una lunghezza e la stessa Dinamo a tre. Gli uomini dell’”odiato” Sergej Jakirović (fischiatissimo anche stavolta dai tifosi fiumani) hanno però una partita in meno, quella con il Varaždin, e in teoria potrebbero agganciare il Rijeka. In tal caso sarebbero anche davanti in virtù dei confronti diretti. Non a caso, qualcuno ha illustrato il gol di Fran Brodić come quello “che potrebbe aver regalato il titolo alla Dinamo”. Vero, anzi verissimo. Ecco spiegato il motivo per il quale un pareggio al Maksimir sarebbe stato di capitale importanza…
Sopić, scelte… sbagliate?
Il Rijeka, diciamo la verità, non ha approfittato nel migliore dei modi dell’occasione che gli si presentava. La Dinamo, è un dato di fatto, era reduce da una partita molto dispendiosa (fisicamente e mentalmente) con il Betis e in alcuni momenti si è visto chiaramente affiorare la stanchezza. Ma i fiumani, anziché provare ad alzare i ritmi e aumentare il pressing, si sono limitati a controllare. In tal contesto, c’è chi mette in dubbio la tattica impostata da Željko Sopić, così come alcune scelte in merito all’undici iniziale. Qualcosa di simile era già successo in occasione del suo debutto sulla panchina fiumana, proprio al Maksimir con la Dinamo il 27 agosto scorso. Ma era proprio il caso di far accomodare Marco Pašalić in panchina? Per non parlare poi della decisione di schierare dall’inizio Franjo Ivanović, rispolverato dopo diverso tempo, a scapito di un Jorge Obregon in forma smagliante e di un Mirko Marić che sa eccome buttarla dentro.
Marić: «Così fa davvero male»
Il 28.enne di Grude è comunque entrato a inizio ripresa e ha subito portato vivacità alla manovra fiumana. Sul suo conto anche un gol annullato (guarda caso, su precedente iniziativa di Pašalić) per posizione di fuorigioco. “Inutile negare che siamo delusi per la sconfitta, in particolare per il modo con cui è maturata. Fa davvero male. Avevamo in mano un buon pareggio praticamente sino a pochi secondi dalla conclusione. D’altra parte, cerchiamo di rialzare subito la testa. Siamo ancora sempre primi in classifica. Il Rijeka è una squadra giovane e soggetta ad alti e bassi, ma la qualità c’è eccome. Direi che il rigore subito è conseguenza dell’inesperienza collettiva. Dimentichiamo in fretta questa sconfitta e ripartiamo da quanto di buono fatto vedere al Maksimir e in generale nelle ultime settimane. Ora testa alla Coppa Croazia e al Rudeš, una partita che sembra facile, ma che allo stesso tempo nasconde parecchie insidie. Dobbiamo andare passo per passo, confermarci di partita in partita. Di positivo c’è che è tutto, o quasi, nelle nostre mani. Bisogna continuare a lavorare sodo negli allenamenti, cercare di rimediare alle manchevolezze evidenziate e migliorare. Quando vedi i duemila tifosi a nostro seguito al Maksimir senti il bisogno e il dovere di dare il massimo per accontentarli. Prometto loro che sputeremo sangue per centrare gli obiettivi prefissati”, dice.
Domani il Rudeš in Coppa
Piangere sul latte versato non ha mai aiutato nessuno. Molto meglio, come ribadito dallo stesso Marić, cercare di rialzare subito la testa. L’occasione ideale arriverà già domani, quanto nell’ambito dei quarti di finale di Coppa Croazia il Rijeka farà visita al Rudeš. Si giocherà nel medesimo impianto con inizio alle ore 14. La compagine zagabrese è tristemente ultima in campionato, praticamente retrocessa da tempo, ma attenzione comunque a possibili “colpi di coda”. In novanta minuti (ricordiamo che si tratta di partita secca) le soprese sono sempre possibili e pertanto Sopić sembra orientato a mandare in campo la miglior formazione possibile. La gara interna di campionato con il Varaždin è in programma appena domenica pomeriggio (ore 15) e di conseguenza c’è tutto il tempo di recuperare al meglio.
Brodić: «La Dinamo è sempre la favorita»
“Giochiamo ogni 3-4 giorni e siamo davvero esausti. La partita con il Rijeka è stata massacrante, ma abbiamo tirato fuori anche gli ultimi atomi di energia e alla fine siamo stati premiati con il rigore, che, a mio avviso, c’era tutto – dice Fran Brodić –. Volevamo i tre punti in palio e ci siamo riusciti. Direi che è una vittoria importantissima contro una diretta concorrente. Sarà una bella lotta sino alla fine e niente è sicuro. Fermo restando che siamo tornati pienamente in corsa e che la Dinamo è sempre la favorita numero 1, con tanto di rispetto nei confronti di Rijeka e Hajduk. L’importante è non perdere punti per strada. Il rigore? Petković era già uscito e di conseguenza toccava a me. Non avevo alcun timore nel calciare, ero convinto che avrei fatto gol. Prima di portarmi sul punto di battuta io e Baturina abbiamo avuto un discorsetto… Mi alleno bene e ho fiducia nelle mie qualità.
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