Rijeka, prudenza e coraggio

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Rijeka, prudenza e coraggio

FIUME | Il conto alla rovescia è iniziato già da tempo. Tutti quelli che hanno a cuore le sorti del Rijeka stanno aspettando con impazienza la giornata di giovedì, quando i fiumani affronteranno a Rujevica i belgi del Gent nella partita di ritorno dei play off di Europa League, ultima e decisiva tappa per l’accesso alla fase a gironi. La sconfitta per 2-1 subita nelle Fiandre orientali è un risultato attivo, che potrebbe illudere i più ottimisti, ma anche un risultato che invita alla prudenza. Sì, basterebbe vincere per 1-0 per superare l’ostacolo, ma è chiaro che in casi del genere non esistono pronostici facili.
Igor Bišćan è pienamente consapevole del fatto di avere una rosa piuttosto limitata, che i vari infortuni hanno resa ancora più esigua. I guai muscolari di Zoran Kvržić, potremmo dire il miglior giocatore del Rijeka in questo primo scorcio di stagione, hanno aggravato la situazione, ma l’allenatore zagabrese non accetta alibi di nessun genere. “Siamo quelli che siamo – aveva detto recentemente – e sono convinto che i giocatori che avrò a disposizione daranno il massimo per raggiungere il nostro obiettivo, come pure tutti gli altri obiettivi stagionali”. Oltre al forte laterale bosniaco, convocato peraltro dal selezionatore Robert Prosinečki, non dimentichiamo l’assenza di Domagoj Pavičić, l’uomo di fantasia del centrocampo fiumano, quello che dovrebbe dettare i tempi della partita e “illuminare” le punte. E poi c’è anche Alexander Gorgon. L’attaccante austriaco è già da un po’ di tempo ai box, ma sembra quasi certa la sua disponibilità per l’incontro di giovedì. Si tratta di un giocatore molto tecnico, in grado di fare reparto da solo, di far salire la squadra. Insomma, non è la stessa cosa averlo o non averlo.
Jakov Puljić non è ancora disponibile al cento per cento, come neppure Ivan Tomečak (problemi al polpaccio), per cui è comprensibile la preoccupazione non soltanto dello staff tecnico, ma anche dei tifosi, che giovedì accoreranno in massa (e l’Armada?) a Rujevica per dare al Rijeka la spinta giusta per compiere l’impresa. Fino a sabato erano stati venduti già oltre 5.000 tagliandi, per cui ci si può attendere il tutto esaurito. Basterà?
Dovessimo basarci esclusivamente sui numeri, il Gent è ampiamente favorito, nonostante il “misero” 2-1 alla Ghelamco Arena. Il valore di mercato della rose dei belgi è di 85,95 milioni di euro (con un budget di 6,7 milioni), quella del Rijeka vale 21,20 milioni (budget di 1,2 milioni). Inoltre, nella partita d’andata l’allenatore del Gent ha potuto schierare sei nuovi acquisti (si tratta di Ngadjui, Owusu, Lustig, Yuya, Vestraete e del “giustiziere” Depoitre, autore della doppietta che ha ribaltato il vantaggio fiumano), mentre l’unico giocatore nuove nelle file dei fiumani è stato Dani Iglesias, sceso in campo negli ultimi 11’ dell’incontro. Anche le statistiche della partita sono implacabili: possesso palla 65-35, tiri in porta 15-1, calci d’angolo 8-3 in favore dei fiamminghi.
A questo punto dobbiamo affidarci all’intuito di Igor Bišćan, un allenatore che riesce a tirare fuori il meglio di sé (e dei suoi giocatori) quando il gioco si fa duro, quando le insidie imperversano da tutte le parti. Possiamo aspettarci, pertanto, un’impostazione tattica improntata alla prudenza, perché l’importante sarà non aprirsi eccessivamente per evitare di prestare il fianco alle veloci punte del Gent. L’ideale sarebbe controllare la partita almeno fino al 60’, per poi buttare sul tavolo da gioco i jolly che potrebbero risolvere l’incontro, come l’imprevedibile Robert Murić, in grado di spaccare la partita, ma anche di finire nel vortice della mediocrità, come se fosse di un altro pianeta.
Conforta lo stato di forma di Tibor Halilović, a prescindere dal “gioiello” che aveva regalato ai fiumani il vantaggio nel primo tempo della partita di Gent, come pure la crescita del “molosso” Luka Capan, che in fase di interdizione è diventato una pedina preziosissima per Igor Bišćan. Dato per scontato che i centrali di riferimento saranno Dario Župarić e Robert Punčec – si spera che non abbiano amnesie durante la partita –, i problemi maggiori per l’allenatore fiumano dovrebbero essere le fasce, posizioni soggette ultimamente a inevitabili improvvisazioni, con esiti altalenanti.
Ritornando a Capan, il suo pregio maggiore è quello di sapersi adattare all’occorrenza a diversi ruoli, riuscendo a coprire anche quello di laterale destro dopo l’infortunio subito da Kvržić. “Non ho nessun problema a cambiare posizione in campo – ha dichiarato il giocatore – e lascio all’allenatore decidere dove mettermi. Io do tutto me stesso ovunque e lo farò anche giovedì. Purtroppo, saremo nuovamente costretti a improvvisare, date le assenze. Kvržić ci mancherà eccome, ma cercheremo di non far notare la sua assenza. Speriamo di poter recuperare Gorgon, Tomečak e Puljić. Avendoli a disposizione è chiaro che ci sentiremmo più tranquilli”.
“Siamo pienamente consapevoli del fatto – ha aggiunto il 24.enne centrocampista zagabrese – che per superare il turno dovremo disputare una partita perfetta, durante la quale dovremo anche prenderci qualche rischio e dimostrare più coraggio. Non so se tutto questo potrà bastare, ma non possiamo permetterci di lasciare il campo senza colpo ferire. Abbiamo un’occasione storica e faremo di tutto per coglierla, quindi non potremo permetterci di avere un approccio rinunciatario. Superare quest’ostacolo porterebbe benefici a tutti noi e anche alla società, che incasserebbe un bel gruzzolo di euro”.
Fatte le dovute somme e sottrazioni, è innegabile che il Gent goda dei favori del pronostico, ma è altrettanto innegabile che la squadra belga non è né il Manchester City e nemmeno il Barcellona. È lecito, quindi, sperare, ma anche credere nelle proprie possibilità di superare quest’ultimo ostacolo sulla strada verso la fase a gironi di Europa League.

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