Rijeka. Promossi i neorrivati, ma la strada è lunga

Yankov e Husić sono già dei rinforzi, Lasickas e Sijarić torneranno molto utili, mentre da Ndockyt ci si aspetta di più

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Rijeka. Promossi i neorrivati, ma la strada è lunga
Il test col Primorje ha dato buone indicazioni. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

C’era una certa curiosità attorno alla prima uscita del Rijeka. Quello contro il Primorje è stato tutto tranne che un’amichevole. Una partita vera tra tensione, agonismo e un avversario tecnicamente sì inferiore, ma visibilmente più avanti nella preparazione, già alla terza amichevole del suo precampionato. Per tifosi, addetti ai lavori e soprattutto per Radomir Đalović e i suoi collaboratori è stata l’occasione per testare in particolare i nuovi arrivati. E come se la sono cavata contro la compagine di Aidussina? Il tecnico montenegrino ha concesso 45 minuti a tutti e cinque. Troppo poco per un giudizio completo, però sono comunque arrivate indicazioni interessanti. A partire da Yankov. Il fantasista bulgaro si è fatto apprezzare non soltanto per il gol del momentaneo pareggio, ma anche per le sue giocate, gli inserimenti e all’occorrenza si è anche abbassato a recuperar palla e ad agire quindi da regista alto. A Rujevica possono dormire sonni tranquilli perché l’erede di Fruk l’hanno già trovato. Promosso anche Husić. Il centrale ha subito dimostrato solidità, buon gioco aereo e piedi educati. Sarà sicuramente un rinforzo. Positiva anche la prova di Lasickas. Il terzino lituano è stato schierato sulla corsia di sinistra, mettendoci tanta corsa in entrambe le direzioni. La sua duttilità si rivelerà preziosa nel corso della stagione. Sijarić è stato molto pimpante sulla destra. Il suo ruolo sarà quello di rincalzo dato che la società è a caccia di un esterno forte al posto di Janković, però il laterale montenegrino potrà essere certamente molto utile alla causa. E infine Ndockyt. Senza infamia e senza lode la sua prestazione contro il Primorje. Dal centrocampista congolese ci si aspetta decisamente di più, però è comunque prematuro sparare sentenze dopo il primo test precampionato.

E il resto? In attesa del successore di Selahi, Đalović ha optato per il modulo di riserva, il 4-1-4-1, un assetto comunque abbastanza consolidato e utilizzato spesso nella scorsa stagione, anche a partita in corso. Nel complesso i biancocrociati hanno offerto una buona prestazione, considerando il grande caldo ma soprattutto la stanchezza dopo dieci giorni intensi di lavoro. Zlomislić e soci sono appena all’inizio di un nuovo corso e per il momento va benissimo così.

Selahi ritrova Sopić
Sul fronte mercato non si segnalano particolari novità. Le priorità restano un mediano da affiancare a Petrovič, un esterno destro, un attaccante da alternare con Čop e anche un centrale per dare manforte a Majstorović e Husić. Continuano a circolare i nomi più disparati, compresi quelli di alcuni ex come Čolak e Oršić, ma si tratta più che altro di fantamercato. Nel frattempo Selahi è volato in Polonia, dove quest’oggi effettuerà le visite mediche prima di mettere la firma sul contratto che lo legherà la Widzew Lodz di Željko Sopić. Il belga d’Albania lascia Rujevica dopo quattro stagioni vissute da protagonista (153 presenze), culminate con il doblete conquistato nella scorsa stagione. “Dopo due trofei penso sia il momento migliore per iniziare una nuova avventura – il saluto del centrocampista nato in Belgio –. Sono felice di ritrovare un allenatore come Sopić, che mi stima e con il quale mi sono trovato benissimo. C’è un progetto molto stimolante dietro e non vedo l’ora. Questo però è soltanto un arrivederci: un giorno tornerò, se non come giocatore allora come tifoso. Auguro al Rijeka di qualificarsi in Champions League”.

Autunno europeo
A proposito di Champions, l’accesso alla fase campionato porterebbe nelle casse societarie 18,6 milioni, ovvero una cifra superiore al budget annuale dei campioni di Croazia. Sognare non costa nulla, però bisogna anche essere oggettivi perché già solo centrare la qualificazione in Europa League (che porterebbe un tesoretto di 4,3 milioni) sarebbe un’impresa, figuriamoci la massima competizione europea per club. Stavolta però basta scuse perché l’autunno europeo è un traguardo che non può essere fallito. E la strada è spianata visto che in caso di eliminazione nel secondo turno preliminare di Champions e successivamente anche nel terzo di Europa League, al sorteggio del play-off di Conference i fiumani sarebbero inseriti tra le teste di serie. OK, lo erano stati anche l’anno scorso con l’Olimpija, però quell’umiliazione subita a Lubiana era stata in parte dovuta anche a cause di forza maggiore (Covid). La qualificazione riverserebbe nelle casse anche 3,2 milioni, ma soprattutto il palcoscenico europeo permetterebbe ai giocatori di mettersi in luce e di far lievitare il costo del loro cartellino. Il pass europeo manca da cinque anni, ovvero dal girone di Europa League con Napoli, Real Sociedad e AZ Alkmaar in piena pandemia. La qualificazione significherebbe anche disputare – tra campionato, Europa e Coppa Croazia – 32 partite da qui a Natale. Per i giocatori impegnati in nazionale si arriverebbe a 38(!), ovvero più di un campionato intero concentrato in soli cinque mesi. Per la gioia dei tifosi, ma anche degli stessi giocatori perché, come amano ripetere, c’è più gusto a giocare le partite che allenarsi. Stanchezza e rischio infortuni? Certamente, ma qui sta alla società allestire una rosa ampia in modo da avere la coperta lunga. E poi diciamocelo, sono tutti profumatamente pagati perciò…

Đalović può ritenersi soddisfatto.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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