Mancava soltanto l’ufficialità, che è puntualmente arrivata: Rijeka-Osijek, big match della 14ª giornata in programma domenica 31 ottobre a Rujevica, è stato rinviato in seguito al focolaio di coronavirus esploso nello spogliatoio degli slavoni. Il consueto giro di tamponi effettuato prima della partita ha evidenziato cinque positività nella rosa dell’Osijek. In base al regolamento, una squadra può richiedere il rinvio nel caso in cui almeno cinque giocatori risultino positivi o si trovino in isolamento. L’incontro verrà recuperato l’8 dicembre, sempre con calcio d’inizio alle 17.  “Innanzitutto auguro un pronto recupero ai giocatori contagiati perché la salute viene prima di tutto – le parole dell’allenatore del Rijeka, Goran Tomić –. Chiaramente questa decisione andrà un po’ a spezzare il ritmo e francamente avremmo voluto tutti giocare perché stiamo attraversando un buon momento di forma”.
Sulla questione è intervenuto pure Nenad Bjelica, il quale ha rivelato che il principale motivo che ha convinto la società a chiedere lo slittamento è in realtà un altro. “Io volevo giocare – puntualizza il tecnico dell’Osijek –. In passato eravamo scesi in campo anche con sette giocatori fermi per Covid, figuriamoci ora che ne abbiamo ‘solo’ cinque. Il vero problema è che in questo momento tutti i nostri portieri sono indisponibili. Se avessimo avuto almeno uno a disposizione, non avremmo chiesto il rinvio. Sono contrario ai rinvii, ma senza portieri non potevamo fare diversamente”.
Le sue giustificazioni non sono però piaciute a Josip Drmić e Lindon Selahi, i quali lo hanno punzecchiato sui social. L’attaccante elvetico l’ha etichettato come “Pinocchio” postando una sua dichiarazione di qualche tempo fa in cui diceva che il virus non debba essere una giustificazione per il rinvio delle partite. Il mediano albanese ha invece accostato allo stemma dell’Osijek l’emoticon di un clown…