Rijeka, occhio alla matricola

Fiumani di scena a Zagabria contro il fanalino di coda Hrvatski dragovoljac, reduce però da una vittoria e un pareggio nelle ultime due uscite. «Dobbiamo ripartire dal secondo tempo del match con lo Slaven Belupo», sottolinea il tecnico Goran Tomić

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Rijeka, occhio alla matricola

Si torna in campo. La Prima Lega è giunta alla nona giornata, che chiuderà la prima delle quattro tornate del campionato. Ad aprirla sarà il Rijeka, impegnato stasera nell’anticipo a Zagabria contro la matricola Hrvatski dragovoljac (calcio d’inizio alle 20). In classifica i fiumani sono appaiati al comando assieme a Dinamo e Hajduk a quota 16 punti, pur con una partita in meno (al pari degli zagabresi). Nella capitale la truppa di Goran Tomić è chiamata a conquistare l’intera posta in palio. Vincere significherebbe inanellare la quarta vittoria consecutiva (Šibenik, Hajduk, Slaven Belupo), ma soprattutto mantenere la testa della classifica e mettere ulteriore pressione alle dirette rivali. Un match che inoltre darà il via a un mini ciclo di partite da disputare fuori casa. Dopo il Dragovoljac seguiranno nell’ordine le trasferte contro Pitomača in Coppa, nonché Gorica e Istra 1961 in campionato. Un calendario tutt’altro che irresistibile, certo, ma lontano da Rujevica le insidie non mancano. Come sempre è necessario fare un passo alla volta. Il primo ostacolo è, appunto, il Dragovoljac. Sulla carta una partita senza storia, praticamente un testa-coda. Guai però ad abbassare la guardia. La formazione di Siget (periferia sud di Zagabria) sarà anche ultima in classifica e la meno attrezzata del campionato, da molti già condannata alla retrocessione, ma è anche una squadra che ha iniziato a manifestare evidenti segnali di ripresa. Dopo le sei sconfitte nelle prime sei giornate, la dirigenza ha silurato Miroslav Kuljanac e richiamato in panchina Davor Mladina, alla sua sesta (!) esperienza alla guida degli zagabresi. Il cambio ha prodotto la scossa auspicata e nelle ultime due uscite sono stati raccolti 4 punti, frutto del successo esterno sullo Slaven Belupo (lo stesso Slaven che nemmeno una settimana fa aveva messo alle corde i fiumani a Rujevica) e del pareggio, sempre lontano dalle mura amiche, col Gorica. Il messaggio lanciato è chiaro: l’ultima della classe è in crescita e venderà cara la pelle. Prskalo e soci sono dunque avvisati.

 

A sua immagine e somiglianza

Hrvatski dragovoljac-Rijeka è un match che torna a giocarsi a distanza di sette anni e mezzo. L’ultimo confronto risale infatti al 3 maggio 2014 quando a Cantrida la squadra di Matjaž Kek s’impose per 3-1 con i centri di Krstanović, Kramarić e Lešković. Al termine della stagione gli zagabresi salutarono la compagnia chiudendo il campionato in ultima posizione. Nel massimo campionato le due squadre si sono affrontate in tutto 23 volte. Il bilancio è ampiamente a favore dei fiumani, usciti vincitori in 15 occasioni. I pareggi sono 4, mentre il Dragovoljac si è imposto 4 volte, l’ultima delle quali nel lontano 2001, netto 3-0 a Siget. Il precedente più recente risale invece a quest’estate quando a Rujevica i ragazzi di Tomić vinsero in scioltezza per 3-0.

Con il sogno Europa andato in frantumi, ora non resta che concentrarsi su campionato e Coppa (ma c’è ancora da recuperare la tribolatissima e ormai dimenticata Supercoppa 2020 con la Dinamo…). L’obiettivo numero uno del tecnico sebenzano è ora creare una squadra a sua immagine e somiglianza. Fin qui impegni europei, infortuni e positività al Covid hanno sempre dettato modulo e formazione. Ora che non si è più in campo ogni tre 3-4 giorni e con l’infermeria che ha iniziato a svuotarsi, Tomić può lavorare in tutta tranquillità alla ricerca dell’11 titolare, di uno zoccolo duro di 15-16 giocatori e di un modulo consolidato. In altre parole, uniformare la squadra almeno fino alla sosta invernale, e al tempo stesso sbracciare con Hajduk e Osijek (difficilmente questo terzetto potrà impensierire la Dinamo). Un processo che inevitabilmente passa anche dall’incontro di stasera, da vincere a tutti costi. Ma per tornare a casa con i tre punti bisognerà scendere in campo con un atteggiamento ben diverso rispetto a quello visto nel turno scorso con lo Slaven, che aveva visto il Rijeka entrare in partita solamente negli ultimi 20’.

Goran Tomić

«Non sarà una passeggiata»

”Conta solo la vittoria – suona la carica Tomić, che poi tesse le lodi degli avversari –. Non sarà una passeggiata. Non ci sono squadre materasso né partite facili e l’abbiamo provato sulla nostra pelle la scorsa giornata contro lo Slaven. Dragovoljac fanalino di coda? La classifica conta relativamente. Nelle ultime due uscite hanno raccolto 4 punti, peraltro tutti in trasferta. E non dimentichiamoci inoltre che con l’Hajduk si sono arresi soltanto in pieno recupero. La squadra è stata costruita in corsa ed è normale che nelle prime giornate siano andati in difficoltà. Ora invece stanno via via trovando la quadra e anche il cambio in panchina ha dato un’ulteriore scossa al gruppo. Questo dev’essere per noi un monito”.

Il divario tecnico tra le due formazioni è oggettivamente molto ampio perciò molto dipenderà da quanto il Rijeka lascerà giocare gli avversari. “Dobbiamo ripartire dal secondo tempo del match con lo Slaven. Dai ragazzi pretendo intensità, un gioco sviluppato soprattutto in verticale e concretezza sottoporta. Gli indisponibili? Labrović è vicino al rientro, mentre Galović ha rimediato un infortunio che potrebbe tenerlo fuori per un po’. Tutti gli altri sono arruolabili”, ha infine aggiunto il tecnico dei fiumani.

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