Dinamo o Hajduk, Hajduk o Dinamo. Questo, nella stragrande maggioranza dei casi, era “l’ordine d’arrivo” secondo un qualunque appassionato della SuperSport HNL quando gli è stato chiesto a inizio stagione chi vincerà il titolo di campione 2024/2025. E, onestamente, era anche il pronostico degli esperti in materia, giornalisti inclusi. In un certo senso del tutto logico, dato che Dinamo e Hajduk spiccano in chiave di budget, per numero di soci, spettatori, seguito di tifosi e tante altre cose. Ma, almeno negli ultimi tempi, non si distinguono per l’unica cosa che conta veramente: i risultati in campo.
Mentre sui social network si assiste quotidianamente a una battaglia tra i paladini degli uni o degli altri, se sono migliori i “modri” o i “bili”, chi è maggiormente tutelato dagli arbitri e via dicendo, c’è una squadra che lavora in sordina, fa punti di partita in partita, mantiene spesso inviolata la propria porta e rende i suoi tifosi orgogliosi. È il Rijeka, al momento prima forza del campionato, seppur in coabitazione con l’Hajduk. Agganciati gli spalatini, domenica sera al Poljud ci sarà l’occasione per staccarli in classifica, mettere le mani sul platonico titolo di campioni d’inverno e fare un primo scatto verso la corsa al titolo.
Lavoro, umiltà e rispetto
Contro lo Šibenik i fiumani hanno mostrato coesione, forza mentale e determinazione. Al loro posto diversi si sarebbero forse demotivati dopo il rigore sbagliato in avvio di partita, considerandolo magari un segno premonitore della serie “oggi andrà tutto storto”. I ragazzi di Radomir Đalović hanno tuttavia confermato che “vincenti non si nasce, ma si diventa”. Come? Lavorando duro in ogni allenamento e poi riproponendo il tutto in ogni singola partita, onorando allo stesso tempo la maglia che si indossa. Per carità, nel calcio e nello sport si può perdere, ma quando lo fai ed esci tra gli applausi della tua gente sai di aver fatto la cosa giusta, nel senso di esserti dannato l’anima.
Allo Šubićevac il Rijeka non ha certo deliziato la platea e, a conti fatti, ci dimenticheremo presto della partita vinta dai quarnerini per 1-0. Ma, come recita una vecchia regola del calcio, è proprio giocando male e vincendo che si vede la bravura di una determinata squadra. È comprensibile che la bruciante eliminazione dall’Europa, con l’epica batosta di Lubiana, abbia sollevato molti dubbi e perplessità sul reale valore di questo Rijeka, ma anche senza il migliore rendimento dei suoi uomini chiave (Pašalić, Janković, Fruk) la compagine biancocrociata riesce a trovare il modo per migliorare il suo gioco e, ciò che conta maggiormente, avere una continuità di risultati. Đalović non basa tanto la sua filosofia calcistica sulla forza fisica e sull’aspetto tecnico-tattico, bensì su un progetto volto a esaltare il collettivo. Non il singolo, come accade forse alla Dinamo, dove l’assenza di Petković si nota eccome, e all’Hajduk, troppo Livaja-dipendente. E man mano che i giocatori si sentono più a proprio agio, le loro prestazioni sono sempre più convincenti.
Đalović: «Vogliamo restare primi»
“Mi aspetto che al Poljud i miei giocatori escano coraggiosamente e con la massima concentrazione. Non vedo alcun motivo per cui dovrebbe essere il contrario. Rispettiamo l’Hajduk, ma apprezziamo anche noi stessi. Abbiamo un buon ritmo e continuità di risultati. A Spalato mi aspetto una prova convincente, dopo la quale saremo ancora primi in classifica da soli o a pari merito con i nostri avversari”, taglia corto Đalović in riferimento al derby dell’Adriatico di domenica. Poi un’analisi del match dello Šubićevac. “È stata una partita complicata, ma eravamo preparati alle condizioni meteo e penso che siamo entrati molto bene in campo. Abbiamo conquistato, e sbagliato, anche un calcio di rigore. La risposta che ho avuto dalla squadra è stata ottima, dopo aver sbagliato il penalty non siamo crollati bensì abbiamo continuato nello stesso ritmo. Devetak ha segnato un gol bellissimo. A conti fatti è stata una vittoria più che meritata, ma avremmo dovuto chiuderla prima ed evitare di correre inutili rischi. Siamo felicissimi e faccio i miei complimenti ai giocatori. Questi ragazzi lavorano tutta la settimana con il massimo della serietà, onorano la maglia e vengono premiati con la giusta ricompensa. Questo significa molto per noi in tema di fiducia. Siamo imbattuti da sedici partite e abbiamo la miglior difesa del campionato, con appena cinque gol subiti. Un dovuto ringraziamento ai tifosi per essere venuti a Sebenico a sostenerci in quelle condizioni proibitive”.
Devetak: «Felicissimo per il gol»
Dicevamo prima del fatto che il gioco collettivo del Rijeka fa esaltare il singolo. Dopo Sebenico, così, la copertina è tutta per Mladen Devetak. Un gol stupendo il suo, che è anche il primo con la maglia fiumana. “Vero, è il mio primo gol con il Rijeka, ma anche il primo in assoluto nella HNL. Ne sono ovviamente felicissimo, soprattutto perché ci ha portato in vetta della classifica – dice il 25.enne laterale sinistro di Novi Sad –. Penso che abbiamo meritato i tre punti, ogni giocatore ha dato il suo massimo in condizioni difficili. La trasferta a Spalato? Mi aspetto una partita complicata, ma allo stesso tempo affascinante. La affronteremo con tutta la tranquillità del mondo visto che siamo primi in classifica. Ovviamente faremo il possibile per vincerla, come sempre finora”.
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