Rijeka. Matjaž Kek: «Vorrei incontrare l’Hajduk nella finale di Coppa Croazia»

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Rijeka. Matjaž Kek: «Vorrei incontrare l’Hajduk nella finale di Coppa Croazia»

FIUME | Il derby dell’Adriatico è ormai acqua passata, un 1-1 che allo stesso tempo rende soddisfatti e insoddisfatti sia i fiumani che i padroni di casa dell’Hajduk, a digiuno di vittorie contro il Rijeka da un’eternità nel loro tempio. Il pareggio come tale può anche andare bene, ma per entrambe ci sarebbe stato bisogno di una vittoria per poter sperare di rimontare l’ormai enorme vantaggio della capolista Dinamo. Però, sia per Hajduk che per Rijeka l’importante era non perdere. Il gol di Čolak ha illuso i fiumani, poi Acosty e Heber hanno fallito il colpo del KO, permettendo all’Hajduk di pareggiare su rigore, peraltro giusto. Fino al termine, i dalmati ci hanno provato con più insistenza, trovando sempre pronto un ottimo Sluga.

Anche le valutazioni dell’allenatore Matjaž Kek sono in questo stesso tono, dopo una partita intensa e sentita, che arrivava per altro a pochi giorni da un altro passaggio cruciale: “Una gara dura e aggressiva, una delle tante giocate in questo modo tra Hajduk e Rijeka. Ci è mancata la qualità nei passaggi, soprattutto nel primo tempo. Avevo previsto che sarebbe stato difficile mantenere il livello di aggressività per l’intera durata dell’incontro, sapendo che nel Rijeka oggi ci sono tanti nuovo arrivati, che al Poljud non hanno ancora giocato. Dopo aver militato altrove, in ben altre condizioni ambientali, si capisce presto che al Poljud è diverso. Si sono incontrate due squadre che praticano un buon calcio, ma la qualità delle giocate e non è stata allo stesso livello della determinazione. Sono le partite come questa a farmi capire la forza di un giocatore, chiamato a esprimersi sotto pressione”.
Per Kek è un pareggio giusto che non lo entusiasma e non lo deprime, ma si tratta dell’ennesimo risultato utile che conquista al Poljud, uno stadio in cui lo sloveno non ha mai perso: “Ve lo dico sinceramente che per me parlare di tradizioni non ha alcun senso. Non sono io a vincere, ma la squadra. Eppoi le tradizioni, prima o poi, si interrompono. A me piace giocare al Poljud non per la tradizione favorevole, ma perché c’è un ambiente straordinario. Ribadisco che per me è meglio giocare a Spalato una volta che cento altre volte laddove giochiamo davanti a 50 o 100 persone. È al Poljud che un giocatore dimostra di avere la qualità e… gli attributi. Se le cose ti riescono quando sei sotto pressione, allora sì che si può parlare di qualità. Ci siamo riusciti in alcune situazioni nel secondo tempo, anche molto bene. Però, secondo quelli che sono i miei criteri, a qualche giocatore è mancata la determinazione nei contrasti. Alla fine è stata anche una partita corretta e mi fa piacere quando dopo il fischio finale i giocatori si salutano tra loro e si stringono la mano”.

Čolak salta il Maksimir, rientra Leovac

Dopo la trasferta a Spalato, i pensieri di Kek si sono spostati dal Poljud al Maksimir, dove domani alle 17.30 il Rijeka affronterà la Dinamo nella semifinale secca di Coppa Croazia. La gara era stata inizialmente rinviata per il gelo e viene disputata ora, in un momento che vede i fiumani reduci da una serie positiva, con quattro successi consecutivi e il pareggio di pochi giorni fa a Spalato. Domani in campo non ci sarà Čolak, che si è fatto espellere in maniera sciocca nel finale con l’Hajduk, ma in compenso rientrerà Leovac nella posizione di terzino sinistro, consentendo a Kek di riproporre Zuta sulla fascia opposta, un accorgimento tattico che ha dato dei buoni risultati. “Si parla della sfida al Maksimir come della più importante e decisiva, ma per me è altrettanto importante veder crescere la mia squadra. Naturalmente, scenderemo in campo per vincere. Mi piacerebbe incontrare proprio l’Hajduk in finale”. Gli spalatini, infatti, la finale l’hanno già conquistata, non senza affanno, superando la Lokomotiva.

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