Rijeka. L’Europa è soltanto rimandata

Il pareggio casalingo (2-2) nel derby con l'Istra 1961 non ha provocato scossoni alla classifica. La lotta per il terzo posto con l'Osijek potrebbe decidersi nello scontro diretto dell'ultima giornata al Gradski vrt

0
Rijeka. L’Europa è soltanto rimandata
Ampem (in primo piano) festeggia dopo il gol che ha regalato al Rijeka il pareggio. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il Rijeka non è riuscito a regalare la vittoria all’Armada nel giorno in cui ha spento 36 candeline, ma quantomeno ha evitato una sconfitta che sembrava ormai inevitabile. Il guizzo di Ampem allo scadere ha fissato il definitivo 2-2 nel derby con l’Istra 1961, negando ai cugini polesi quello che sarebbe stato il secondo successo di fila a Rujevica. Un punto che Sergej Jakirović si tiene stretto perché, come ha ammesso egli stesso, “alle volte è importante semplicemente non perdere le partite”. In termini di classifica è stata una giornata interlocutoria dal momento che i biancocrociati hanno mantenuto due lunghezze di vantaggio sull’Osijek (0-0 con la Dinamo) e sei proprio sugli istriani. L’appuntamento con la conquista del pass europeo è semplicemente rimandato. Certo, nel calcio non c’è mai nulla di scontato, ma oggettivamente è impossibile pensare che nelle ultime tre giornate Labrović e soci possano farsi recuperare sei punti dalla coppia formata da Istra 1961 e Varaždin. Sarà piuttosto interessante scoprire come si risolverà la lotta per il terzo posto con il rinvigorito Osijek, ancora imbattuto dopo l’arrivo in panchina di Stjepan Tomas (sette punti in tre partite). Il calendario ora propone per i fiumani le sfide con Varaždin e Dinamo, mentre gli slavoni se la vedranno invece con le due finaliste di Coppa Hajduk e Šibenik, prima dello scontro diretto al Gradski vrt che farà calare il sipario sulla stagione.

Squadra dai due volti
Tornando alla sfida di Rujevica, non è stata certamente una delle migliori prestazioni del Rijeka. Soprattutto nel primo tempo si è vista una squadra abulica, disinteressata e statica, nonché incapace di imporre il proprio gioco. Anche la difesa, nonostante il rientro di Dilaver, non è stata all’altezza regalando entrambi i gol agli avversari. Il primo con il retropassaggio sbagliato di Vukčević per Labrović, il secondo con Galešić che si è fatto sorprendere da Bakrar concedendo il raddoppio addirittura in superiorità numerica. A quel punto c’è stata finalmente la reazione, con la squadra e macinare gioco e a creare occasioni. Oltre che esaltare i riflessi di un Majkić in serata di grazia, al quale è mancato poco per intercettare pure il rigore di Frigan che ha riaperto i giochi. Alla fine ci ha pensato Ampem a salvare baracca e burattini. L’esterno offensivo ghanese è giunto a quota 10 partecipazioni attive a reti in stagione, equamente suddivise tra gol (5) e assist (5).
“Complimenti alla squadra per la reazione. Rimontare due gol non è mai facile. Siamo stati bravi a raddrizzare una partita che sembrava compromessa e a crederci fino alla fine. Non avremmo meritato di perdere e credo che il pareggio sia il risultato più giusto. Il mio gol? Bello segnare allo scadere… Sono felice di averlo fatto proprio nel giorno del compleanno dell’Armada. Peccato però aver regalato loro la vittoria, ma va bene così. Varaždin? Sarà una trasferta complicata, come del resto lo sono tutte le partite di campionato. Abbiamo una settimana intera per prepararla al meglio e per ritrovare i tre punti”, ha sottolineato Ampem.

Jakirović «vede» Kek
Il Rijeka rimane sempre la miglior squadra del girone primaverile avendo raccolto 33 punti (10 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte), due in più rispetto alla Dinamo campione, nonostante gli zagabresi abbiano disputato una partita in più (il recupero con l’Istra 1961). Con 25 gol segnati è anche la formazione più prolifica davanti alla stessa Dinamo (23) e all’Hajduk (22). Numeri notevoli che testimoniano la metamorfosi avuta con l’arrivo di Sergej Jakirović in panchina. Ora inevitabilmente iniziano i paragoni con il più illustre dei suoi predecessori, ossia Matjaž Kek. E il tecnico di Mostar potrebbe pure superarlo. Come detto, nella seconda parte di stagione ha raccolto 33 punti in 16 partite, mentre l’allenatore stiriano era arrivato a 36 (11 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte) nel girone primaverile della stagione 2016/17, quella che portò allo storico titolo dei fiumani. Tra l’altro in quell’occasione la Dinamo ne totalizzò 40, ma ciò non fu comunque sufficiente per ribaltare le sorti del campionato e spodestare Andrijašević e compagnia. Jakirović avrà ora a disposizione ancora tre partite per mettere la freccia sul selezionatore della nazionale slovena in questa speciale classifica, anche se chiaramente Kek resterà davanti in termini di media punti avendo giocato 16 partite, mentre invece Jakirović ne avrà 19.

Strahonja: «Istra 1961 penalizzato»
Al termine del derby di Rujevica Gonzalo Garcia aveva criticato l’operato dell’arbitro Igor Pajač parlando di “giudizio non uniforme”, contestando in particolare la prima ammonizione di Galilea per un fallo ai danni di Marin. A dare ragione al tecnico dell’Istra 1961 è stato il moviolista della trasmissione “Stadion”, Marijo Strahonja.
“Il criterio con cui il direttore di gara ha gestito i cartellini non è stato uniforme, sanzionando con il giallo alcuni giocatori dell’Istra 1961, ma non quelli del Rijeka per lo stesso tipo di fallo. L’intervento di Galilea su Marin andava sanzionato con il giallo in quanto il difensore aveva fermato un’azione pericolosa, ma in realtà l’azione offensiva del Rijeka era stata propiziata da un intervento falloso di un suo giocatore perciò il gioco andava fermato prima. In questo caso Pajač è stato poco attento. Giusta invece la seconda ammonizione di Galilea”, ha detto l’ex fischietto croato analizzando gli episodi da moviola.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display