Se il buongiorno si vede dal mattino, la stagione 2022/23, almeno nella sua parte iniziale, si prospetta tutta in salita per il Rijeka. Ma questo in realtà lo si era capito già nella parte finale dell’ultimo campionato quand’era diventato chiaro che la squadra sarebbe stata rivoluzionata e che non ci sarebbero investimenti nel mercato, puntando quasi esclusivamente sui giocatori a parametro zero (cosa peraltro scontata visti i limiti di budget). La conferma di queste perplessità è arrivata poi dal campo. Se la sconfitta contro lo Sparta Praga (0-2) nell’ultimo test match disputato nel ritiro di Kranjska Gora era stata in qualche modo messa in preventivo, lo scivolone interno nella prova generale con il Koper (1-2) ha fatto scattare l’allarme rosso a Rujevica. Il chiaro sintomo di una squadra lontana dalla miglior condizione e ancora alla ricerca di una propria identità. A partire dall’assetto tattico. Contro i vicecampioni di Slovenia la squadra è scesa in campo con il 4-2-3-1, lasciando intendere che sarà proprio questo il modulo che verrà utilizzato sabato al debutto in campionato in casa dello Šibenik. Ma non è scontato perché all’ombra delle Alpi Giulie è stato più volte provato il 3-5-2, che comunque ha offerto ben poche garanzie. Se in questo momento Budicin e Tadić non sanno che pesci pigliare, la colpa è anche della società che a pochi giorni dallo start della stagione non ha ancora tamponato l’emorragia sulla fascia destra. Contro il Koper Smolčić è stato riadattato a terzino e Bušnja a esterno destro. Paradossalmente, quest’ultimo è stato uno dei pochi a meritarsi la sufficienza, segnando pure il gol dell’1-0. Il Rijeka non può permettersi di restare scoperto su quella corsia e di dover ogni volta improvvisare schierando giocatori fuori ruolo. È francamente incomprensibile come Palikuča e soci continuino a brancolare nel buoi muovendosi con così tanto ritardo.
Polveri bagnate
Un altro dei problemi emersi riguarda la vena realizzativa. Se nella scorsa stagione era stato proprio l’attacco il punto di forza dei fiumani, ora invece con gli addii di Drmić e Murić la squadra segna col contagocce. Tralasciando le goleade con Brinje Grosuplje e Triglav Kranj, che non fanno testo, contro avversari più quotati (Radnički Kragujevac, Bravo, Sparta Praga, Koper) sono stati realizzati appena tre gol (Vučkić, Karrica, Bušnja). Ciò che manca è un centravanti da 15-20 gol in stagione. Obregon non può sostituire Drmić mentre Vučkić può sì garantire un buon bottino di reti e assist, ma ha bisogno di supporto. Negli ultimi giorni si era parlato del prestito di Deni Jurić dalla Dinamo, ma la punta australiana sembra ora essere dirottata verso il Gorica. Un altro nome che circola è quello di Branimir Hrgota, in cerca di una nuova sfida dopo la retrocessione con il Greuther Fürth. Il giocatore di nazionalità svedese vanta oltre 130 presenze in Bundesliga con le maglie di Borussia Mönchengladbach, Eintracht Francoforte e Greuther Fürth. Un profilo indubbiamente interessante, però al momento si tratta solamente di rumors.
Poi c’è il discorso legato all’inserimento delle new entry. Mitrović appena arrivato ha subito rimediato un infortunio muscolare destinato a tenerlo fermo ai box a lungo, Halilović ha disputato l’ultima partita a gennaio perciò ci vorrà tempo per recuperarlo e infine c’è Vrančić, che è un po’ un oggetto del mistero. Il presidente Mišković lo ha definito un top player, ma fin qui di top ha fatto vedere poco o nulla. Peraltro lo stesso Tadić ha ammesso che il giocatore sta facendo un po’ fatica a inserirsi nel nuovo ambiente, certamente non agevolato dal fatto di venire costantemente provato come trequartista, lui che in realtà è un interno di centrocampo.
Cessioni ed Europa
E infine arriviamo alla delicata questione del budget. In una recente intervista Mišković ha dichiarato che sarà quello visto nelle ultime 2-3 stagioni, ovvero di circa 12 milioni di euro. La domanda a questo punto è sempre la stessa: come fare a coprirlo e a tenere i conti in ordine? Dalle cessioni di Murić e Smolčić sono entrati nelle casse societarie circa 4 milioni, se a ciò aggiungiamo la vendita di biglietti e abbonamenti, gli sponsor e i diritti TV, si arriva a una cifra attorno ai 6 milioni, ovvero alla copertura di metà del budget. E l’altra metà? Due sono le fonti da cui ricavare i restanti 6 milioni, ossia da nuove cessioni e dall’Europa. Alcuni giocatori hanno infatti mercato e si tratta in primis di Labrović, Selahi, Lepinjica e Ampem, ma è chiaro che lasciar partire anche soltanto uno di loro vorrebbe dire indebolire ulteriormente una rosa già di per sé lontana da quelle di Dinamo, Hajduk e Osijek. Quanto invece all’Europa, l’ingresso nella fase a gironi di Conference League porterebbe in dote 3 milioni, più un altro mezzo milione per ogni eventuale successo. Più facile a dirsi che a farsi visto che per entrarci bisognerà superare due turni preliminari più il play-off, nel quale tra l’altro il Rijeka non sarebbe nemmeno testa di serie. E già il Djurgarden sembra un ostacolo molto complicato da scavalcare… In altre parole, sarebbe un azzardo pensare all’Europa come a una sicura fonte di guadagno, come peraltro insegna la scorsa stagione quando il Paok mandò in frantumi i sogni di gloria della truppa di Goran Tomić.
La nuova stagione, insomma, si preannuncia più complicata del previsto. Un successo sabato allo Šubićevac si rende dunque più che mai necessario per dare una ventata di ottimismo e fiducia all’intero ambiente, che in questo momento ne ha tremendamente bisogno.
Rinviato il derby con l’Hajduk
Il derby tra Hajduk e Rijeka, match della seconda giornata di campionato in programma al Poljud il 24 luglio alle 21, è stato rinviato a data da destinarsi. A chiedere il rinvio sono stati i fiumani in quanto la partita si inseriva in mezzo al doppio confronto con il Djurgarden nel quadro del secondo turno preliminare di Conference League (andata il 21 luglio a Rujevica e ritorno il 28 a Stoccolma). Al fine di preparare al meglio la sfida contro gli svedesi, il Rijeka ha inoltrato al fiduciario della Lega Josip Brezni la richiesta di rinvio, la quale è stata accolta, come peraltro previsto dall’articolo 4 della normativa che regola il massimo campionato.
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