Rijeka, Kek: «Parlare del titolo è prematuro»

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Rijeka, Kek: «Parlare del titolo è prematuro»

FIUME | Non è stata sicuramente una bella partita, ma anche dopo un secondo tempo estremamente noioso, con il successo ormai già da tempo in cassaforte, il pubblico fiumano ha avvertito quell’energia che si sentiva esattamente due anni fa, partita dopo partita. “Campioni, campioni…”, hanno gridato nel finale i circa seimila che sono venuti a Rujevica per la prima partita stagionale, vinta di routine dal Rijeka (2-0)con il neopromosso Gorica. L’inaspettato pareggio interno della Dinamo con il Rudeš nell’anticipo di venerdì, ma anche il dominio dei fiumani, a tratti quasi imbarazzante, bastano già per alimentare le fantasie dei sostenitori e a mettere pressione al Rijeka, che deve accettare inevitabilmente il ruolo di squadra da battere. La prima giornata di campionato ha visto l’Osijek superare per 4-1 l’Hajduk, un risultato che deve far riflettere, ma che allo stesso tempo riconferma la formazione slavone come forza emergente del calcio croato. Non lascia indifferenti nemmeno il 4-0 della Lokomotiva contro l’Inter, avversario dei fiumani a Rujevica venerdì alle 18.30, giorno in cui, secondo le previsioni meteo, a Fiume potrebbero venire superati i 35 gradi (sfiorati anche ieri). La pressione si avverte già? Il tecnico Matjaž Kek ha parlato, come ogni lunedì, sulle frequenze di Radio Fiume. I tifosi, per natura, non sono più di tanto obiettivi, facendosi spesso trascinare dall’euforia. Quanto lo sono invece Kek e la sua squadra? “I desideri dei tifosi sono una cosa, quello che vedo io in ogni allenamento è un’altra cosa. A certi cori non ci facciamo caso, anche se fa piacere quando sugli spalti c’è una bella atmosfera, positiva, quando arriva il sostegno nei momenti più difficili. È una delle cose più belle qui a Rujevica. Non vorrei che sui giocatori pesasse l’obbligo di dover vincere il titolo. La squadra è ancora in un processo di costruzione. Per certi ruoli occorrono dei rinforzi oppure un contributo qualitativo maggiore da parte dei giocatori che ci sono. Dobbiamo guardare soltanto alla prossima gara e a far crescere, individualmente, ogni giocatore, che deve mettere a sua volta tutte le proprie qualità al servizio del gruppo. Abbiamo giocato soltanto la prima partita e credo che sia davvero prematuro fare piani a lunga scadenza. Comunque, certo che vogliamo arrivare primi, ma è anche normale che sia così. Non ci nascondiamo, però non promettiamo nulla, se non di voler lottare per le posizioni di vertice”.
Come ogni anno in questo periodo l’allenatore sloveno deve fare i conti con le incertezze del calciomercato, consapevole di dover rinunciare a qualche titolare senza sapere chi e in quali condizioni di forma verrà a sostituirlo. Dopo il 31 agosto Kek potrebbe ritrovarsi con una squadra priva degli attuali punti di riferimento. “Naturalmente, io comprendo quella che è la politica del club – commenta –, ma vorrei venire compreso anch’io, come allenatore. Per la società è fondamentale vendere per autofinanziarsi e dare la possibilità a tutti noi di vivere e di lavorare in buone condizioni. La rosa attuale, quantitativamente e qualitativamente, è abbastanza modesta per lottare su tutti i fronti. Qualcuno se ne andrà, se e quando arriveranno delle offerte. Qui a Fiume sembra esserci una moda, quella di anticipare le partenze. Fino a quando i giocatori sono al Rijeka chiederò loro di mettercela tutta. Devo confessare che mi danno fastidio le voci sulle partenze, che possono avere come conseguenza un calo della motivazione mentre sono ancora al Rijeka. Fino a quando c’è un contratto da onorare, occorre dare il massimo”.

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