Rijeka. I derby non si giocano. Si vincono

Stasera Rujevica sarà teatro dell’infinita sfida con l’Hajduk. I fiumani vogliono dar seguito al successo sulla Lokomotiva. «Due squadre che si equivalgono, saranno i dettagli a fare la differenza», dice Rožman

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Rijeka. I derby non si giocano. Si vincono

Per il Rijeka non c’è un attimo di respiro. Stasera, con fischio d’inizio alle 18.05, a Rujevica arriva l’Hajduk nel recupero della quinta giornata di Prima Lega. Dopo i tre punti strappati allo scadere e in rimonta sulla Lokomotiva, i fiumani sono chiamati ora a dare continuità al successo sui “ferrovieri” e a dar via finalmente a un ciclo di vittorie. Per continuare la rincorsa al terzo posto e per tagliare definitivamente dai giochi proprio l’avversario di oggi. Sarà la sfida numero 87 nel campionato croato, che vede il bilancio in perfetta parità con 31 successi a testa e 24 pareggi. È un derby, un match storicamente sempre particolarmente sentito da giocatori e tifosi, anche se ultimamente decisamente meno. Un po’ perché entrambe le squadre navigano a metà classifica e poi perché, complice la pandemia in corso, le rispettive tifoserie sono costrette a stare lontano dalle tribune, il che ha attutito in qualche modo la rivalità. Indipendentemente da tutto, in campo sarà sicuramente battaglia. Nonostante gli ultimi risultati altalenanti, i favori del pronostico pendono leggermente dalla parte della truppa di Simon Rožman, che arriva comunque da una vittoria, per quanto sofferta. Viceversa, la cura Paolo Tramezzani non sembra aver fatto cambiare marcia agli spalatini, sebbene gli addetti ai lavori siano concordi sul fatto che iniziano comunque a intravedersi dei passi avanti sotto profilo del gioco (ma non di risultati). Sabato scorso Caktaš e soci avevano retto benissimo contro il lanciatissimo Osijek, salvo poi cedere in seguito all’espulsione di Mujakić che ha cambiato le sorti della gara.

 

 

Controllo del centrocampo

“Un derby è sempre un derby – le parole di Rožman alla vigilia del match –. Sarà una bella partita tra due squadre che si equivalgono. Hanno tanta qualità, stanno anche giocando bene e sono in crescita. In questo momento la classifica è un po’ bugiarda perché non rispecchia il loro reale valore. Noi, dal canto nostro, dovremo ridurre al minimo gli errori e migliorare certi aspetti in cui abbiamo fatto fatica ultimamente. La chiave sarà avere il controllo del centrocampo in modo da impedire lo sviluppo della loro manovra. In difesa dovremo essere compatti senza concedere troppi spazi, mentre in attacco ci vorrà più lucidità sotto porta perché stiamo creando davvero tato, ma concretizziamo poco. Alla fine credo che saranno i dettagli a fare la differenza”.

 

Quanto al modulo, Rožman dovrebbe riproporre il 3-4-3 visto in via Kranjčević (ma non si esclude un più prudente 3-5-2) con il rientro dal primo minuto di Tomečak e capitan Andrijašević. Non ci sarà invece Lončar, il quale non ha recuperato da un problema all’adduttore. “Deciderò soltanto all’ultimo. Alcuni giocatori si stanno trascinando qualche acciacco dopo il match con la Lokomotiva, altri invece sono in debito d’ossigeno visti i ritmi forsennati. E siamo soltanto a metà strada… Dovrò pertanto essere estremamente prudente nelle scelte perché non posso correre il rischio di perdere qualcuno a lungo”.

 

Tradizione favorevole

Il tecnico sloveno è ancora imbattuto nelle sfide contro l’Hajduk, ma c’è un altro dato che più di tutti evidenzia la supremazia dei fiumani negli scontri diretti: gli spalatini hanno infatti vinto solamente due delle ultime 32 sfide, da quando cioè è iniziata l’era Mišković. “In campo ci vanno i giocatori e non la tradizione. Ogni partita è una storia a sé e questo campionato lo dimostra perché in ogni giornata arrivano dei risultati a sorpresa. Gli spalti vuoti? È triste. Il problema è che questa situazione perdura ormai da troppo tempo. Manca quella spinta in più durante le partite, soprattutto nel momento in cui le cose non vanno come vorresti. Sentiamo il sostegno dei nostri tifosi che arriva dall’esterno, ma non è la stessa cosa. Allo stadio sanno creare un’atmosfera fantastica che alle volte può anche cambiare l’andamento della partita”, ha concluso Rožman.

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