Rijeka, è ora di fare piazza pulita

La sconfitta di Bijelo Brdo è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza. Ora rischiano tutti

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Rijeka, è ora di fare piazza pulita
Marc Ante Tokich, autore del gol dell’1-1, ha stravinto il duello personale con Alen Halilović. Foto: DUBRAVKA PETRIC/PIXSELL

Riesce difficile trovare le parole per descrivere fedelmente l’ennesima figuraccia del Rijeka. Se finora i fiumani danzavano pericolosamente sull’orlo del baratro, ora vi sono precipitati in pieno. In appena 90 minuti, ma anche meno, la squadra di Serse Cosmi ha infatti vanificato tutto quanto di buono fatto a Varaždin. “Un passo avanti e due indietro”, verrebbe da dire. Se il successo in campionato è stato prezioso per allontanarsi dalla zona retrocessione, perché è questa al momento la realtà dei quarnerini, la sconfitta negli ottavi di Coppa Croazia in casa del BSK di Bijelo Brdo resterà un’onta difficile da cancellare, di quelle imperdonabili. Farsi eliminare da una squadra di seconda categoria può anche capitare, ma affrontare l’impegno con un simile atteggiamento è vergognoso. Perché di fronte c’era sì una squadra di divisione inferiore, ma anche ultima in classifica e alle prese con mille problemi. Anche così malconcio il BSK è riuscito comunque a impartire al Rijeka una lezione di gioco e di attaccamento alla maglia. Un caso? No, d’altronde ricordiamoci l’altrettanto imbarazzante figura con il Moslavina nel turno precedente, poi andata a buon fine ai calci di rigore.

Tra i presenti in tribuna a Bijelo Brdo c’era pure il presidente Damir Mišković, che al triplice fischio finale ha ringraziato dell’ospitalità i padroni di casa, si è seduto in macchina ed è ripartito in fretta e furia in direzione sconosciuta. I pensieri per la testa sono tantissimi e non è certo facile prendere delle decisioni in merito. Succederà sicuramente l’indomani della gara con la Dinamo, che segnerà l’inizio della pausa invernale. Difficile prevedere le mosse di Mišković, ma inutile negare che le quotazioni di Serse Cosmi sono sempre più al ribasso, praticamente ai minimi termini. Sarà un miracolo se rivedremo il tecnico perugino in panchina nel girone primaverile. Il tecnico ha le sue colpe, questo è fuori dubbio, ma sarebbe illusorio pensare di poter risolvere tutti i problemi cacciando soltanto l’allenatore. Lo si è fatto con Dragan Tadić, poi in parte con Fausto Budicin, e i risultati sono rimasti più o meno sempre gli stessi. Deludenti. Fatto sta che pure Cosmi sembra quasi rassegnato all’idea che la sua missione è praticamente fallita. “Ha vinto la squadra che ha meritato, quella che da subito è entrata in campo con la giusta determinazione e attenzione. Per farla breve, loro avevano una voglia matta di vincere la partita. Hanno colpito anche un palo e il nostro portiere ha salvato il risultato. Una volta passati in vantaggio dovevamo giocare in maniera diversa, invece abbiamo fatto un’altra gara sotto le attese. Neppure i cinque cambi sono riusciti a dare la scossa. Quando perdi contro una squadra che gioca meglio di te, che ci mette più grinta, non ti resta che essere realista e fare i complimenti all’avversario. Chiudiamo questa mezza stagione con la Dinamo, un avversario che andava affrontato sicuramente con un morale diverso”. Cosmi più nemmeno nomina il “12 novembre e la ricostruzione”: forse consapevole che la ricostruzione potrebbe passare proprio da lui. E magari indicando la porta d’uscita a più di un giocatore, visto che sono in parecchi che non meritano di indossare questa maglia… Speriamo che Mišković se ne sia finalmente reso conto, finendo di vivere in un mondo parallelo e rinunciando a puntare il dito un po’ contro tutti, inclusi i giornalisti, rei di contribuire a “creare un clima negativo intorno alla squadra”.
Per quanto può contare, l’eliminazione dalla Coppa ha in pratica ridotto allo zero anche la possibilità che il Rijeka acceda alla prossima edizione delle coppe internazionali (Conference League). Visto che i primi tre posti in campionato sono irraggiungibili, la Coppa Croazia rappresentava l’ultimo sbocco con vista sull’Europa, nel senso di approdare ai quarti di finale, rinforzarsi nel mercato invernale e puntare ad arrivare in finale, con la speranza di ritrovarsi magari di fronte una delle prime tre in campionato e pertanto già di per sé qualificata. Un discorso che dopo la figuraccia di Bijelo Brdo non ha più definitivamente senso…

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