Archiviata la sosta delle nazionali impegnate nella nuova edizione della Nations League, il campionato è pronto a riprendersi la scena e lo farà in grande stile, con tutti i riflettori puntati sul big match tra Dinamo e Hajduk, in programma domani sera al Maksmir di Zagabria per l’anticipo di lusso della sesta giornata. Il Rijeka invece riprenderà le ostilità sabato andando a fare visita al Gorica. Per i biancocrociati sono state due settimane intense di lavoro, inframmezzate dal test con gli sloveni del Primorje (1-1) e dal rinvio della partita di Coppa Croazia contro i dilettanti del Neretvanac, che si giocherà il 18 settembre a Rujevica e non a Opuzen come originariamente previsto per via di motivi di ordine pubblico. Senza i nazionali Radeljić, Petrovič, Hodža, Butić e Rukavina, il tecnico Radomir Đalović e il suo staff hanno approfittato della sosta per preparare al meglio la ripresa del campionato e iniziare a inserire in squadra il terzetto arrivato nelle ultime ore di mercato, ovvero gli attaccanti Perica e Dogan, nonché il centrocampista Gojak. Per quanto riguarda il ritorno di Menalo, il giocatore non è riuscito a rescindere con la Dinamo restando così nella capitale da separato in casa. Forse se ne riparlerà a gennaio, ma dipenderà da diversi fattori, uno su tutti il rendimento di Janković (ormai stabilmente schierato nel ruolo di ala sinistra) e Rukavina.
Hodža-Rubin: siamo ai dettagli
Restando in tema di mercato, il trasferimento di Hodža al Rubin Kazan è ormai cosa fatta. Una scelta alquanto discutibile alla luce dell’attuale situazione geopolitica. Sicuramente dettata da ragioni di natura economica, meno invece sul piano tecnico perché in questo momento il campionato russo non può certamente rappresentare un passo avanti, soprattutto per un calciatore ancora giovane e con ampi margini, peraltro titolare nella nazionale Under 21. Ad ogni modo il Rijeka dovrebbe incassare una cifra superiore ai 2 milioni di euro. Una cessione in un certo senso obbligata dopo il mancato accesso alla fase campionato di Conference League e l’inspiegabile tracollo di Lubiana contro l’Olimpija, costato qualcosa come 3 milioni. Tuttavia, i fiumani sono quelli che hanno incassato di più dal mercato, ovvero 8 milioni con le cessioni di Ivanović (4), Labrović (2,5) e Pjaca (1,5), e che con Hodža supereranno la doppia cifra. Di contro invece non è stato speso un centesimo per gli acquisti visto che quella di prendere giocatori svincolati o in prestito è ormai un modus operandi consolidato della società di Rujevica, imposto chiaramente dai limiti di budget (e con il presidente Mišković sempre alla ricerca di un investitore serio disposto a rilevare il club).
Rimpianti europei
Il primo scorcio di stagione è stato un po’ dai due volti. Molto bene in campionato dove la squadra è ancora imbattuta, ha incassato un solo gol e si trova a -2 da una Dinamo che quest’anno sembra inavvicinabile; malissimo invece in Europa dove in sei partite il bilancio è desolante: una vittoria, tre pareggi, due sconfitte e addirittura nove gol incassati. E pensare che Corvinul, Elfsborg e Olimpija erano avversari ampiamente alla portata. Ed è proprio questo che aumenta i rimpianti. A Rujevica avevano stappato lo champagne una volta saputo che al play-off di Conference avrebbero incrociato l’Olimpija, poi però il ritorno allo Stožice si è rivelato un incubo, e non soltanto per la clamorosa “manita” rimediata in campo. Vedere squadre come Shamrock Rovers, The New Saints, Petrocub, Bačka Topola, Borac, Larne, Pafos e la stessa Olimpija essersi qualificate fa veramente male…
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