
Stavolta la frittata è servita per davvero, nel senso che il pareggio per 1-1 con il fanalino di coda Šibenik in casa, è costato anche il primo posto il classifica. Colpa, o magari merito (dipende dai punti di vista) dell’Hajduk, che grazie al successo sul Gorica si è portato in vetta da solo, a +1 sui fiumani proprio in vista del confronto diretto di domenica sera a Rujevica. Non ci voleva proprio, ma è l’ennesima testimonianza di un campionato molto equilibrato, con le “grandi” che faticano. Il Rijeka, inutile negarlo, ha enormi difficoltà con le squadre chiuse a riccio, vedi il caso di Varaždin, Istra 1961, Gorica e Šibenik. Allo stesso tempo, contro Osijek, Dinamo e Hajduk, che “giocano ma ti lasciano anche giocare”, sono arrivate tre vittorie. Il gol, poi, rimane un problema da risolvere in fretta.
Đalović: «Nulla da rimproverare»
Tornando al mezzo passo falso con lo Šibenik, Radomir Đalović ha ovviamente lasciato il campo molto insoddisfatto per il risultato, ma ancor di più per la prestazione della sua squadra. “Abbiamo iniziato bene la partita, ma dopo il gol segnato non siamo stati all’altezza della situazione. Con un nostro errore abbiamo permesso allo Šibenik di pareggiare. Avevo ripetutamente avvisato i ragazzi di non pensare che sarebbe stato facile, sapevo che lo Šibenik aveva qualità, come d’altronde hanno dimostrato nelle partite precedenti. La cosa più difficile è vincere quando i punti sembrano già scritti in anticipo. Nel secondo tempo abbiamo provato di tutto con Čop, Dogan e altri cambi. Non abbiamo vinto, ma non me la sento di rimproverare nulla ai miei giocatori. Andiamo avanti per la nostra strada”.
L’allenatore montenegrino le ha provate tutte: dalle sostituzioni al cambio di modulo. “Che cosa è mancato in particolare? Il secondo gol. Se magari Čop avesse potuto giocare dall’inizio… Duje aveva fatto però soltanto un allenamento e pertanto abbiamo rischiato con lui farlo comunque scendere in campo. Abbiamo avuto 16 o 17 tiri, ma non siamo riusciti a segnare. Bisogna continuare a lavorare e prepararci al meglio per la partita di domenica”. Quando a Rujevica arriverà l’Hajduk, in un derby dell’Adriatico di mille significati: “Prima della partita con lo Šibenik ripetevo di quanto importante era per noi in quanto valeva pur sempre tre punti. Non uno in meno o in più. Ora pensiamo comunque all’Hajduk. Mi aspetto che ci rialziamo in fretta da questa situazione, anche se nulla è ancora perduto. Cerchiamo di figurare al meglio e avere ragione degli spalatini”, ha concluso Đalović, rimarcando: “Non commento mai l’arbitraggio. Sono andato a chiedere al direttore di gara il motivo per il quale avesse assegnato soltanto quattro minuti di recupero. Niente di più. Non ci sono alibi. Ho esercitato il mio diritto di chiedere, punto e basta. Non significa che un recupero più lungo ci avrebbe aiutato. Dovevamo risolverla prima”.
Selahi: «Ragazzi, su la testa!»
I giocatori fiumani hanno lasciato il campo a testa bassa, senza troppa voglia di rilasciare dichiarazioni. Ci ha pensato Lindon Selahi a metterci la faccia a nome della squadra, ma a una condizione: “Parliamo soltanto della partita”, ha chiesto esplicitamente, chiarendo che non era il momento per soffermarsi alla trattativa del suo rinnovo di contratto. “Difensivamente non siamo stati ai livelli che ci competono. I nostri difensori si sono trovati spesso nell’uno contro uno con i loro attaccanti, per altro fisicamente possenti. Sono sfumature tattiche, ma non sta a me entrare nei dettagli in merito. Una partita del genere può capitare a chiunque. Alziamo la testa e andiamo avanti. Anche queste delusioni fanno parte della quotidianità del calcio, d’altronde i più grandi club del mondo perdono o pareggiano in casa. Dobbiamo rimanere concentrati in ogni allenamento e partita perché ci sono ancora tante gare fino alla fine della stagione. Ora ci godremo qualche giorno di riposo e poi analizzeremo nei dettagli perché non abbiamo battuto lo Šibenik. Il Rijeka tornerà ancora più forte, su questo non ho alcun dubbio, anzi è qualcosa di cui sono sicuro”.
A parte le lacune nel gioco, è mancata anche la foga agonistica. “Concordo che dopo il gol del vantaggio non abbiamo mostrato l’energia che ci contraddistingue durante tutta la stagione – aggiunge il centrocampista albanese – Ma, come ho detto prima, ci sono partite che vanno a finire così. Non si può essere al massimo ogni volta. Non si tratta di cercare giustificazioni, ma semplicemente di una realtà con cui vivono tutti i club del mondo. Posso soltanto ripetere il messaggio ai tifosi: tutti noi siamo eccome ottimisti, abbiamo una squadra di qualità e uno staff tecnico molto valido. Tra otto giorni avremo una nuova partita, e sarà di quelle veramente importanti, ovvero il derby dell’Adriatico contro una diretta rivale nella lotta per il titolo. E allo stesso tempo contro una squadra che abbiamo già dimostrato di poter battere e sopraffare. Avremo bisogno di una Rujevica che ci dia la spinta decisiva e non ho alcun dubbio che sarà proprio così, con le tribune gremite. Ragazzi, su la testa: abbiamo pareggiato in casa e può succedere! Assolutamente nulla è perduto. Chi nel calcio crolla alla prima difficoltà sicuramente non può ambire di chiudere la stagione da vincitore. E tutti noi al Rijeka vogliamo proprio questo: essere sul gradino più alto in entrambe le competizioni”. Insomma, musica per le orecchie di ogni tifoso biancocrociato…
Dinamo OK, si rivede Petković
Nemmeno Hajduk e Dinamo brillano, ma l’importante è vincere. Gli spalatini di Gattuso hanno avuto ragione del Gorica per 2-1 grazie alla rete di Mlakar e all’autogol di Banić. Da rilevare che agli ospiti sono stati annullate due reti.
La Dinamo era impegnata nella sempre difficile trasferta a Koprivnica. Ma alla fine è riuscita a prevalere per 1-0 e avvicinarsi così al Rijeka a -5. Il gol vittoria porta la firma di Stojković al 18’. Gli uomini di Cannavaro sono stati facilitati anche dall’espulsione di Ćubelić al 23’. Dopo quattro mesi si è rivisto in campo Bruno Petković.
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