
Il calcolo è molto semplice, per certi versi forse sin troppo: una vittoria porterebbe il Rijeka alle porte dal paradiso e la Dinamo a un passo dall’inferno, un pareggio prolungherebbe l’equilibrio esistente, mentre una sconfitta farebbe inevitabilmente riemergere in casa fiumana le paure di un anno fa di questi tempi. Ecco spiegato il motivo per il quale la sfida di sabato sera (17.45) a Rujevica è importantissima per entrambe le squadre, con una terza (l’Hajduk) spettatrice eccome interessata, ma allo stesso tempo alle prese con problemi (e anche parecchi) interni. Alla fine del campionato manca ancora tanto, però pian piano stiamo entrando in una “fase calda”, dove ogni passo falso rischia di farti uscire dal giro delle pretendenti al titolo. E viceversa. Insomma, un po’ come la borsa di Wall Street: in un dato momento le azioni salgono, poco dopo calano o crollano. Anche per questo motivo gli scommettitori faticano a capirci meglio, con le quote che cambiano di turno in turno. Al momento in testa delle preferenze c’è la Dinamo, data a 1.75, poi seguono appaiate a 3.50 Rijeka e Hajduk. L’Osijek, ad esempio, è a 100, segno che tutti prevedono una corsa a tre da qui a maggio. A meno che qualcuno rallenti di brutto…
Autorete di Gvardiol, acuto di Čolak
Per essere sicuro di restare in vetta alla classifica, indipendentemente dall’esito di Hajduk-Osijek, il Rijeka deve battere la Dinamo. Se alla fine i tre punti dovessero arrivare, i fiumani si porterebbero a +7 sugli zagabresi, distacco con il quale biancocrociati e “modri” si erano presentati alla ripresa del campionato dopo la sosta di Capodanno. I tifosi quarnerini aspettano la vittoria casalinga sulla Dinamo da ormai quattro anni e mezzo: il 5 luglio 2020, con Simon Rožman in panchina, il 2-0 portò la firma di Joško Gvardiol (autorete) e Antonio Mirko Čolak. Eravamo in piena emergenza Covid-19, con appena poco più di duemila spettatori a Rujevica. Da allora soltanto delusioni, con l’epica batosta per 7-2 che costò la panchina a Serse Cosmi. Che sia la volta buona? Lo sapremo soltanto sabato sera. Fatto sta che nei due confronti stagionali, terminati rispettivamente 1-1 (a Fiume) e 0-0 (al Maksimir), il Rijeka non aveva assolutamente demeritato, anzi era stato addirittura superiore sul piano del gioco. Purtroppo, però, nel calcio vince chi fa più gol e in tal contesto la squadra di Radomir Đalović qualche pecca in fase di realizzazione la mostra eccome.
Čop e gli ex con il dente avvelenato
Per sopperire al problema, durante il mercato invernale è arrivato Duje Čop, già determinante a Osijek. “E adesso datemi la Dinamo”, ha detto subito dopo il 2-0 dell’Opus Arena. Eccolo accontentato, il resto sta ora a lui… Čop è anche uno dei tanti ex e pertanto forse con il dente particolarmente avvelenato. Come Luka Menalo, eternamente desideroso di dimostrare ai campioni in carica di essersi sbagliati a non credere in lui. O Niko Janković, cresciuto nelle giovanili della Dinamo, ma mai preso veramente in considerazione al Maksimir. Altri esempi? Amer Gojak e Gabriel Rukavina…
Fruk rientra, debutta Oreč?
Oltre alla convincente prova di Osijek, a galvanizzare l’ambiente è anche il rientro di Toni Fruk dalla squalifica. Stjepan Radeljić sta recuperando al meglio, mentre Jovan Manev ha debuttato all’Opus Arena e avanza la propria candidatura per un posto da titolare. Al centro della difesa o sulla fascia destra, dove potrebbe magari esordire l’ultimo arrivato, vale a dire Ante Oreč. Radomir Đalović ha l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda la linea delle mezzepunte: Djouahra a sinistra, Fruk in mezzo e Janković a destra, con Menalo e Rukavina ad aspettare la propria occasione dalla panchina. In avanti, nel ruolo di punta centrale, ovviamente il già citato Čop.
Viceversa, nella Dinamo rientreranno Petar Sučić (futuro nerazzurro) e Bartol Franjić, ma in compenso Fabio Cannavaro dovrà fare a meno dell’attaccante Luka Stojković e dell’ex Josip Mišić.
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