
Basta proclami, adesso la parola passa al campo. Domani, con inizio alle ore 17.45, il Rijeka farà visita all’Hajduk nell’ambito della 17ª giornata di campionato, la penultima del girone autunnale. Le due vittorie consecutive ai danni di Šibenik e Gorica hanno permesso a fiumani di insediarsi al primo posto in classifica con lo stesso numero di punti degli spalatini, ma con una migliore differenza tra gol fatti e subiti. Miglior prologo al 103° derby dell’Adriatico era impossibile da immaginare, con le due squadre intenzionate a giocarsela tutta. In teoria ai quarnerini potrebbe andare bene anche un pareggio, ma guai farlo presente all’allenatore Radomir Đalović.
Dopo il trionfo dello Šubićevac il Rijeka si è concentrato sulla preparazione per la trasferta al Poljud disputando anche un’amichevole contro l’Opatija (2-1) e il buon umore non manca di certo. A dare ulteriore fiducia è il fatto che Stjepan Radeljić e Lindon Selahi sono tornati a disposizione del tecnico montenegrino dopo aver scontato il turno di squalifica.

Foto: Goran Kovacic/PIXSELL
Come nel 2016/17?
I quarnerini hanno l’occasione di aggiudicarsi il titolo invernale nella SuperSport HNL per la seconda volta nella loro storia. La prima e unica in cui sono riusciti a farlo è stato nella stagione 2016/2017, quando si erano poi laureati campioni nazionali sotto la guida di Matjaž Kek. Il tecnico sloveno e i suoi uomini subirono soltanto due sconfitte in quella storica annata, la prima nel 32° turno contro la Lokomotiva a Zagabria e la seconda contro la Dinamo al Maksimir, quando lo storico titolo era ormai già in tasca. Đalović e la sua squadra sono sulla stessa strada di quella generazione memorabile: non hanno ancora perso nemmeno un incontro e hanno incassato appena cinque reti. Numeri che la dicono lunga e che non possono essere certo una semplice coincidenza.
“I ragazzi si sono allenati benissimo e finora nessuno lamenta infortuni, il che è una buona notizia dato che abbiamo una partita impegnativa contro l’Hajduk. Sarà uno scontro tra le due squadre di testa, a pari punteggio in classifica. Rispettiamo l’Hajduk e apprezziamo il suo allenatore, ma soprattutto credo nei miei giocatori perché in queste sedici partite hanno dimostrato di poter esprimere un ottimo calcio contro tutti. Mi aspetto lo stesso atteggiamento visto al Maksimir e di giocare una partita di qualità”, dice Đalović.
Determinanti gli episodi
I derby sono partite particolari, nelle quali spesso lo spettacolo cede il passo ai tatticismi e alla paura di non sbagliare. Basti ricordare lo scialbo 0-0 di Rujevica, con pochissimi spunti degni di nota. Dire che al Poljud saranno novanta minuti difficili è pressoché superfluo… “Contro il Gorica mi aspettavo una partita più agevole, ma un episodio (l’espulsione di Selahi, nda) ha cambiato tutto. Dunque, è impossibile fare previsioni – aggiunge il 42.enne di Bijelo Polje –. Ci aspetta una gara complicata, che richiederà parecchio dispendio di energie fisiche e mentali. Bisogna curare ogni minimo dettaglio. Spero che da qui a domenica nessuno si faccia male in allenamento in quanto avremo bisogno di tutti gli effettivi in rosa. Sono felice di averli a disposizione quanti di più perché è illusorio pensare che al Poljud gli undici di partenza potranno mantenere la freschezza sino al fischio finale”.
Lo scontro tra le prime due in classifica comporta una certa pressione psicologica, d’altronde si dice spesso che i punti in questi scontri valgano il doppio. Chi gioca in casa o deve inseguire, rischia di avvertirla maggiormente, in questo caso l’Hajduk. “Non sono per nulla d’accordo che il Rijeka può essere più rilassato. Abbiamo creato pressione su noi stessi per il semplice fatto che stiamo giocando bene, perché siamo i leader del campionato e perché non abbiamo sconfitte. Abbiamo eccome pressione, in quanto vogliamo rimanere al primo posto anche dopo la gara del Poljud”, chiarisce Đalović.
Fruk: «Dieci metri avanti o indietro…»
Toni Fruk ha annunciato la partita di Spalato a nome della squadra. “A livello di preparazione non c’è molta differenza rispetto alle partite precedenti. L’atmosfera in seno alla squadra è fantastica, come è stato del resto per tutta la stagione. L’atteggiamento e il modo di pensare alla partita in sé, così come gli allenamenti, sono gli stessi. Il derby ha ovviamente il suo peso. Alcuni non sono magari ricordati per le goleade o per lo spettacolo, ma noi scenderemo in campo con il massimo della fiducia e la speranza di poter vincere. Direi che questo è un modo di pensare del tutto ragionevole”.
Nelle ultime cinque partite il 23.enne di Našice ha giocato al vertice dell’attacco, per dirlo alle spagnola da falso nueve. Il che, come lui stesso ha sottolineato, non è certo un problema. “In fin dei conti non ho cambiato sport, mi sono soltanto spostato di dieci metri avanti, più vicino alla porta avversaria. Non c’è una grande differenza e sono sicuro che la maggior parte degli attaccanti puri non avrebbe problemi nell’agire da ‘dieci’ classico. Mi sento bene, la squadra si sta esprimendo a ottimi livelli e la cosa più importante è che tutto giri per il verso giusto”.
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