Radomir Đalović: «Non penseremo al campionato»

Domani l’andata della finalissima di Coppa Croazia contro lo Slaven. Đalović vuole una squadra sul pezzo

0
Radomir Đalović: «Non penseremo al campionato»
Foto: RONI BRMALJ

Quattro partite, equamente distribuite tra campionato e Coppa, per continuare a sognare. Ma soprattutto per provare a portare a casa il doblete e ripetere la storica cavalcata di otto anni fa. Per il Rijeka è già il momento di fare le valigie e di rimettersi in viaggio. Dopo la trasferta di Sebenico, adesso all’orizzonte c’è quella a Koprivnica e poi poco più avanti ci sarà quella a Spalato: tra andata e ritorno sono più di duemila chilometri in nove giorni! Tanto autobus e poco allenamento, insomma. Ora però bisogna archiviare in fretta il successo sullo Šibenik, valso tre punti importantissimi nella corsa al titolo, e switchare sulla Coppa Croazia. Oggi è giornata di vigilia della finalissima contro lo Slaven Belupo, che vedrà il primo atto andare in scena domani sera allo stadio Ivan Kušek Apaš, esaurito da giorni e con una capienza ampliata per l’occasione. Sarà il quinto incrocio nella competizione tra le due squadre. Il primo risale agli ottavi di finale della stagione 1995/96, con passaggio del turno dei fiumani (1-1 all’andata a Koprivnica e vittoria per 1-0 al ritorno a Cantrida); la seconda nei quarti nel 2004/05 con i quarnerini qualificati grazie alla regola del gol in trasferta (1-1 a Fiume e 2-2 a Koprivnica) andando poi a vincere quell’edizione; la terza in semifinale nel 2006/07 con i “farmacisti” a volare in finale (0-0 a Cantrida e successo per 3-2 a Koprivnica), poi persa con la Dinamo; la quarta e ultima nel 2015/16 ancora in semifinale e con lo Slaven nuovamente a esultare imponendosi in casa per 3-0 dopo la sconfitta per 2-1 all’andata, con la Dinamo poi di nuovo fatale nella finalissima. Il bilancio è dunque in perfetta parità con due passaggi del turno a testa. Stavolta invece la posta in palio è la più alta possibile essendoci in gioco il Sole di Rabuzin.

Centellinare le forze
Il Rijeka si presenta a questo primo appuntamento con il morale alto dopo aver sbancato lo Šubićevac e aver difeso il primato in classifica a 180 minuti (più recupero) dalla conclusione del campionato. Però al tempo stesso ha anche speso tanto e le energie andranno centellinate dal momento che domenica prossima ci sarà la delicatissima trasferta a Spalato contro l’Hajduk, uno snodo cruciale perché in caso di successo Fruk e soci metterebbero una mano (se non due…) sul titolo. L’obiettivo chiaramente è portare a casa entrambi i trofei, però è anche vero che la priorità ce l’ha il titolo in campionato perciò non è da escludere almeno un parziale turnover per “gara-1”. A differenza dello Slaven, che invece punterà tutte le fiches sulla Coppa, per provare a conquistare il primo trofeo della propria storia, oltre che a mettere in tasca il pass per l’Europa. Già nell’ultimo turno di campionato contro la Dinamo il tecnico Mario Kovačević aveva varato un ampio turnover preservando diversi titolari ragionando proprio in ottica dell’andata di Coppa. L’obiettivo è infatti sfruttare il fattore campo per cogliere un risultato positivo, possibilmente un successo – anche col minimo scarto – per poi giocarsi tutto al ritorno a Rujevica il prossimo 29 maggio.

Occasione storica
“Non daremo priorità al campionato perché la Coppa è un obiettivo altrettanto importante – assicura Radomir Đalović parlando in sede di presentazione –. In palio c’è un trofeo che vogliamo vincere e scenderemo in campo come se fosse una finale secca. Loro in difficoltà? Hanno incassato nove gol nelle ultime due partite, è vero, però questo non deve significare nulla perché ogni partita fa storia a sé. Ricordiamoci inoltre che poco tempo fa ci avevano battuto a Koprivnica. Anche per loro questa è una grandissima opportunità perciò mi aspetto uno Slaven gasato e motivato. Stanchezza? Non esiste! Ti stai giocando non uno ma due trofei. È un’occasione storica che forse non ti capiterà mai più in carriera. Un anno fa eravamo nella stessa situazione e alla fine siamo rimasti a mani vuote. È stata una grande stagione, della quale però nessuno si ricorderà proprio perché chiusa senza trofei”.
Carattere
Su nove finali il Rijeka ne ha vinte sei, l’ultima cinque anni fa superando a Sebenico la Lokomotiva per 1-0. “Cinque anni senza trofei sono tanti? Prima dell’arrivo di Mišković erano stati molti di più… Turnover? Non faremo alcun tipo di calcolo. Ci sono dei giocatori non al meglio che andranno valutati. Con così tante partite ravvicinate non hai nemmeno il tempo di allenarti”. Infine, il tecnico montenegrino ha fatto un plauso alla sua squadra. “Questi ragazzi stanno facendo qualcosa di eccezionale. Nonostante tutti i giocatori andati via la scorsa estate e a gennaio, siamo primi in classifica a due giornate dalla fine e in finale di Coppa. Di questa squadra mi piace soprattutto il carattere, come l’altro giorno con lo Šibenik. Non è stata una prestazione brillante da parte nostra per tutta una serie di motivi, eppure abbiamo vinto lo stesso la partita contro un avversario che come noi era obbligato a vincere”, ha concluso l’allenatore del Rijeka.

Il tecnico montenegrino non vuole distrazioni da parte dei suoi giocatori.
Foto: RONI BRMALJ

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display