
Dal campionato alla Coppa, e viceversa. Ma questo è un privilegio per pochi, tra i quali il Rijeka. Dopo aver ottenuto la possibilità di lottare per il Sole di Rabuzin eliminando l’Istra 1961, la squadra di Radomir Đalović si rituffa negli impegni della SHNL dove è in piena corsa per il titolo. Considerando che lo scorso turno i fiumani hanno ceduto la leadership all’Hajduk è chiaro che non possono permettersi altri passi falsi, a cominciare dalla trasferta di domani pomeriggio (ore 16) in casa della Lokomotiva. Avversario che in passato ha spesso saputo mettere i bastoni fra le ruote al Rijeka, tra l’altro dando vita alla “crisi di risultati” la scorsa primavera che ha fatto perdere poi ai biancocrociati la possibilità di vincere il titolo. “Ci aspetta una Lokomotiva che ci ha saputo dare dei dispiaceri. Come in generale tutte le partite, anche questa sarà una gara difficile. Dobbiamo concentrarci su noi stessi, recuperare le energie fisiche e mentali e poi vedere con quali effettivi affrontare al meglio la trasferta a Zagabria – precisa il tecnico montenegrino –. Farò due o tre cambi rispetto alla formazione che mercoledì ha battuto l’Istra 1961 ed è entrata in finale di Coppa Croazia. Ci sono degli infortunati, però d’altra parte abbiamo anche abbastanza giocatori in rosa che possono sostituirli degnamente. Giovedì e venerdì ci siamo allenati a ritmi ridotti, vedremo sabato come si presenterà la situazione in merito. Invito comunque i tifosi a sostenerci anche a Zagabria. Sono fenomenali, con loro possiamo fare molto”. Đalović è tornato poi per un attimo alla contesa contro l’Istra 1961. “Per noi come squadra e come club è una grande cosa essere usciti vincitori da una partita importante e nella quale non abbiamo certo figurato al meglio. La cosa più importante è che alla fine non siamo stati puniti e che tutti insieme, io per primo, traiamo insegnamenti utili affinché queste cose non accadano più in futuro”. Il Rijeka deve sicuramente pensare soprattutto a sé stesso, ma è chiaro che dall’altra parte c’è pur sempre un avversario che non intende certo alzare bandiera bianca prima di giocarsela tutta. Che Lokomotiva si attende Đalović? “Vero che hanno nuovo allenatore, il quale ha comunque lavorato a lungo con il precedente. Di conseguenza non è cambiato molto, a parte il fatto che Antolić giocava dall’inizio. La Lokomotiva è una squadra veloce e aggressiva, che ti punisce se non sei al massimo. Lo ha dimostrato contro la Dinamo e l’Hajduk, il che significa che dobbiamo essere pronti e al nostro massimo. Del resto, sappiamo tutti che in SHNL non ci sono partite facili per nessuno. I pericoli più grandi per la nostra porta? Goričan è estremamente veloce, ma ci sono anche Vuković, Antolić, Fetai, Andrić da tenere d’occhio. E poi Karačić, il quale è eccellente nei calci piazzati. Hanno sicuramente parecchi buoni e pericolosi giocatori”.
Janković: «Non siamo il Barcellona»
Al tradizionale incontro con la stampa ad affiancare l’allenatore montenegrino c’era Niko Janković. Se Toni Fruk è il migliore giocatore del Rijeka, il 23enne zagabrese è sicuramente quello più utile tatticamente visto che incarna i ruoli di goleador, assistman e maratoneta. “Stiamo lottando su due fronti e penso che per momento ci stia andando di lusso. Ci sono alcuni acciaccati e c’è sicuramente un po’ di stanchezza tra quelli che hanno giocato tutte le partite…“, ha detto prima di temporeggiare un po’ e venir interrotto da Đalović, il quale ha aggiunto scherzosamente: “A te non è concesso di essere stanco, ricopri in pratica ogni ruolo e mi servi sempre. Gli altri posso anche farli riposare, ma a te no”, il simpatico siparietto fuori programma. Poi Janković, visibilmente divertito, ha ripreso la parola: “Ciò che volevo dire è che noi siamo però il Rijeka, una squadra piena di fiducia. Quindi: grande rispetto per la Lokomotiva, ma stringiamo i denti e andiamo a Zagabria per vincere. La prima cosa che l’allenatore ci ha detto dopo aver passato il turno di Coppa è stata: ‘ragazzi, ci aspetta la Lokomotiva. E non sarà una passeggiata’. Andiamo, insieme all’Armada, a prendere i tre punti“. Una cosa l’ha sottolineata lui stesso, senza che gli fosse chiesto: “Mi piacerebbe che si parlasse di più del successo in Coppa Croazia, con tanto di piazzamento in finale, invece che dell’impressione artistica. Non siamo certo il Barcellona! Semmai assomigliamo più all’Atletico Madrid“, ha concluso Janković, rispondendo a una domanda: “Che ruolo preferisco in campo? Mi sento meglio nella posizione di numero 8, ma il club viene prima di tutto. Eseguirò nel miglior modo possibile ogni compito che l’allenatore mi affiderà. Ora sono sulla fascia destra, domani chissà. Il nostro spogliatoio è caratterizzato dall’unità e dal carattere, questa è la nostra forza”.
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