Maxwell Acosty «Lì non ho mai vinto, mi piacerebbe…»

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Maxwell Acosty «Lì non ho mai vinto, mi piacerebbe…»

FIUME | Poco meno di un anno fa il Rijeka, con un seguito di 6.000 tifosi, partecipò al Maksimir alla cerimonia della consegna del trofeo per il titolo di campione di Croazia, il primo nella storia del club fiumano. Finì 5-2 a favore della Dinamo, una sconfitta pesante, ma ciò non importava proprio a nessuno. Poche ore più tardi ci sarebbe stata a Fiume, in Corso, una delle feste più grandi vissute in città. Oggi pomeriggio alle 17, al Maksimir, il Rijeka affronta la stessa Dinamo che si appresta a riappropriarsi del titolo, ormai vicinissimo. Ci si va per il prestigio, oggi, ma anche per chiudere il campionato davanti all’Hajduk. I giocatori stessi lo sanno che per i tifosi conta parecchio arrivare davanti ai rivali spalatini, anche se nella rosa del Rijeka certi sentimenti sono acquisiti. Di calciatori cresciuti nel club, a Cantrida o Rujevica, ce ne sono pochissimi a coltivare la tradizionale, sana rivalità sportiva nei confronti del club spalatino.

Ci tiene anche Maxwell Acosty, 27.enne centrocampista laterale, giunto l’anno scorso in estate dopo una lunghissima parentesi in Italia dove ha giocato per dieci anni, indossando la maglia di otto club. Tifa per la Fiorentina e oggi, ovviamente, come ogni tifoso non juventino, tifa per il Napoli. Da agosto a dicembre ha condiviso lo spogliatoio con Mario Gavranović, suo vicino di panca. “Mario parla perfettamente l’italiano ed è per questo che mi sono trovato vicino a lui anche nello spogliatoio”, spiega Acosty, che continua a nutrire stima per l’attaccante passato lo scorso gennaio alla Dinamo. Con il gol dello 0-1 al Maksimir in questa stagione Acosty dette l’illusione ai tifosi fiumani che si potesse sfatare un tabù. La Dinamo, però, rimontò e vinse. Al Maksimir ci fu recentemente anche un cartellino giallo per presunta simulazione per una fallo al limite dell’area avversaria. Ora c’è un conto in sospeso? Acosty ha promesso all’ex compagno di panca Gavranović che sarebbe tornato al Maksimir per prendersi i tre punti. “Da quando sono qui, le due partite che abbiamo disputato al Maksimir le abbiamo perse. Se vogliamo tornare a casa con un buon risultato dobbiamo esserci con la testa per tutti i 90 minuti. Naturalmente, non dobbiamo perderla la testa, a prescindere da ciò che potrà succedere. Noi dobbiamo fare la nostra partita – risponde Acosty –, principalmente nella fase difensiva e ciò ci consentirà di fare qualcosa anche in attacco. Con Gavranović non ho commentato nulla”. Per scaramanzia? Acosty ha giocato troppo a lungo in Italia per esserne immune. “Anche per questo – ci ha risposto sorridendo il ghanese –, ma anche per rispetto”.
Dall’inizio della stagione Acosty è stato sempre utilizzato come sostituto di qualcuno, nel ruolo di ala destra in cui c’è un certo affollamento. Negli ultimi tempi è titolare e il minutaggio a disposizione gli consente di farsi notare: “Sono venuto qui sapendo di dovermi conquistare un posto da titolare. Ce la metto tutta negli allenamenti e mi metto a disposizione del tecnico a cui spettano le scelte”. Giocare in Italia e in Croazia non è la stessa cosa? “In Italia si lavora molto sulla tattica, mentre qui ho la possibilità di lavorare sulla tecnica”.
L’ampio campo di gioco del Maksimir a qualcuno non piace, ma Acosty preferisce le praterie: “Quel campo mi piace perché ho molto più spazio. Quelli stretti mi mettono in difficoltà. Lì ho sempre perso per cui mi interessa poco se il campo è largo o meno. Vorrei vincere almeno una partita al Maksimir. Per la nostra classifica è anche una partita importante. La Dinamo è lontana, ma noi ci teniamo ad arrivare almeno secondi. Ci serve la partita perfetta, cioè 90 minuti senza errori in difesa e con determinazione in attacco”.
Con Kvržić e Capan nel ruolo di ala destra non è semplice conquistarsi un posto nei primi undici. In seguito all’infortunio di Heber, ala sinistra, Acosty potrebbe partire proprio da lì nel match contro la Dinamo. “Per quanto mi riguarda, non avrei alcun problema. Negli ultimi due anni in Italia ho sempre giocato da ala sinistra per cui credo di essere pronto per ricoprire questo ruolo. Il Rijeka ha comunque diversi giocatori validi capaci di giocare sia a destra che a sinistra. Per me non c’è grande differenza dove gioco”, ha concluso Acosty che al Maksimir andrà a salutare Gavranović. “Saremo nemici durante la partita, ma per me rimane un amico. Non ne parlo prima di questa partita e non soltanto per una questione di scaramanzia”.
L’allenatore Matjaž Kek non potrà disporre dell’attaccante brasiliano Heber, fuori per strappo muscolare. Il terzino sinistro Marin Leovac negli ultimi giorni si è allenato con la squadra, ma resta in dubbio. Nella Dinamo non ci saranno due uomini importanti a centrocampo, cioè Doumbia e Ademi, assenze che secondo Kek costringeranno gli zagabresi a essere ancora più aggressivi. Il tecnico sloveno del Rijeka ha rinnovato la sua stima per l’allenatore della Dinamo Jurčević, che ha rimesso in piedi un collettivo traballante, oggi consolidato e in cerca di conferme, soprattutto con i campioni di Croazia in carica.

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