Mance: «Così diventa difficile»

Il direttore sportivo del Rijeka fa il punto della situazione, ammettendo che qualcosa non funziona

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Mance: «Così diventa difficile»

In un campionato molto equilibrato come quello in corso ci vuole davvero poco per scalare le posizioni in classifica. Ma anche per scivolare d’un colpo. Due mesi fa il Rijeka era a -12 dal Gorica e il terzo posto sembrava un’utopia. Poi la serie di sei successi e il contemporaneo inatteso calo dello stesso Gorica lo avevano portato a +1, con chiara vista sulla neonata Conference League. Il pareggio con l’Osijek e la sconfitta con l’Hajduk, unita ai sei punti conquistati dalla squadra di Oreščanin, hanno fatto ripiombare i fiumani a -4, con il terzo posto nuovamente piuttosto lontano. Perché, non dimentichiamolo, ora tra le pretendenti c’è anche l’Hajduk, soprattutto se domani dovesse battere la Dinamo nel recupero. Gli zagabresi, loro malgrado, potrebbero fungere da ago della bilancia visto che poi domenica saranno di scena a Rujevica. In caso di sconfitta al Poljud avranno il dente avvelenato, in caso di vittoria invece potrebbero affrontare il Rijeka più rilassati, magari già con in tasca l’ennesimo titolo degli ultimi anni. Per i fiumani anche il pareggio potrebbe servire a poco, perché poi il calendario riserverà due trasferte di fila e il possibile match della verità all’ultima giornata con lo stesso Gorica. In poche parole, anche la conquista di dodici punti rischia di non bastare…

 

Troppi alti e bassi
Goran Tomić ha espresso subito dopo la gara del Poljud la propria insoddisfazione per l’atteggiamento della sua squadra, che continua a regalare fasi di partita agli avversari. Nell’occasione ha anche invitato i suoi giocatori a prendersi maggiori responsabilità nella costruzione della manovra e in fase di realizzazione. Sul tema si è soffermato ieri a Radio Fiume anche il direttore sportivo Ivan Mance, che non si è potuto sottrarre a una serie di domande stuzzicanti, ma più che lecite. “Le attese della vigilia con l’Hajduk erano ben altre, soprattutto in ottica della tradizione degli ultimi anni, che aveva visto il Rijeka spesso vincente – ammette –. Purtroppo, sabato abbiamo ‘dormito’ per uno spezzone di partita, concedendo troppo agli spalatini. Nella ripresa abbiamo avuto poi le occasioni per rimediare, ma le abbiamo sbagliate. Questa stagione accusiamo troppi alti e bassi nel corso dei 90 minuti, che finiscono per costarci parecchi punti. Per poter lottare per le posizioni di vertice, o per un trofeo, i cali di concentrazione e le oscillazioni nel rendimento sono assolutamente vietati. Però non drammatizziamo perché anche così abbiamo collezionato sei vittorie di fila, mancato di poco la vittoria con l’Osijek e quasi rimontato l’Hajduk. Qualcosa non funziona, ma le basi ci sono. Eppoi, in campo c’è anche l’avversario. Inutile piangere sul latte versato: cerchiamo di rialzare la testa e vincere le gare che ci rimangono”.

Ivan Mance

L’impegno non è in dubbio
La stanchezza può essere un’attenuante, ma fino a un certo punto. Infatti, quando il Rijeka giocava parallelamente in Europa e in campionato, i risultati erano superiori a quelli di inizio del girone primaverile. Che ci siano stati degli errori durante la preparazione invernale? Mance ci gira intorno… “Questo è il calcio, direi che si tratta di una casualità. Eppoi, come detto prima, abbiamo fatto sei vittorie di fila. Non nego che ci siano dei problemi, ma non credo assolutamente alla teoria che qualcuno dei ragazzi non s’impegna a dovere o, ancora peggio, rema contro. Conosco bene tutti e vi posso giurare che sono pronti a dare tutto per la maglia. In fin dei conti parliamo di giocatori che hanno portato il Rijeka alla conquista della Coppa e nella fase a gironi di Europa League”.

Liber e gli altri giovani
Nel derby di sabato nelle file dell’Hajduk c’erano cinque giocatori cresciuti nelle giovanili spalatine e altri tre in panchina. Nella Dinamo invece l’innesto dei giovani è una consuetudine e più di una volta è successo che qualche giovanotto scenda in campo anche nelle gare di Europa League, tanto per far vedere di che “stoffa è fatto”. Nel Rijeka succede purtroppo il contrario. Adrian Liber, ad esempio, è stato l’artefice del successo con lo Šibenik e colui che ha dato la scossa in Coppa con l’Istra. Risultato? Nelle gare seguire è stato… premiato con tanta panchina. Ma siamo davvero sicuri che non meriti un’occasione? Oppure bisogna magari aspettare che la Dinamo ci metta gli occhi addosso per capire che sarebbe il caso di dargli maggior spazio? A proposito di giovani, preoccupa l’involuzione di Adam Gnezda Čerin, che paga il proprio stato di forma, ma anche quello di Lončar e Andrijašević. Ricordate poi Roko Jurišić, arrivato dalla Dinamo nella trattativa riguardante Nevistić e Štefulj? Ha giocato subito una partita, poi gli si è persa ogni traccia. Visto il rendimento dello stesso Štefulj, non sarebbe il caso di concedergli un’occasione e prepararlo così per la prossima stagione? Se il ragazzo non ha le qualità, allora qualcuno ci spieghi perché lo hanno portato a Fiume. In compenso, Milan Ristovski è stato dato durante la pausa invernale in prestito allo Spartak Trnava. Risultato? Cinque gol in nove gare e interesse nei suoi confronti da parte di alcuni club esteri. Su Liber, la risposta di Mance non convince troppo: “Adrian è giovane, è da poco rientrato dal prestito all’Orijent e il suo tempo deve appena arrivare. Sta crescendo bene e credo che Tomić stia gestendo bene la questione. Lo fa giocare quando e se ritiene che sia il caso. Se lo ha fatto debuttare, lanciandolo spesso nella mischia in situazioni delicate, significa che crede nel ragazzo”.

Testa soltanto alla Dinamo
Tirando le somme, il morale della favola è il seguente: “Quando andavamo di partita in partita, senza guardare troppo avanti, i risultati arrivavano sempre. Dobbiamo mobilitarci tutti quanti e pensare unicamente a domenica e alla Dinamo. Giocheremo per vincere, ci mancherebbe altro. Se abbiamo fatto bottino pieno al Maksimir possiamo batterli anche a Rujevica. I tre punti avrebbero un significato enorme per la classifica e il morale. Soltanto poi potremo pensare alla gara seguente e a quella avanti”, taglia corto il diesse, che in estate sarà atteso da parecchio lavoro. Sono infatti tanti i giocatori in scadenza di contratto o prossimi all’addio; “Abbiamo da anni una nostra strategia societaria e agiamo sulla falsariga della stessa. Ovvio che pensiamo all’estate e per questo motivo abbiamo già messo sotto contratto alcuni giocatori, mentre con altri siamo trattando. In quanto alle partenze, ci sono quelle quasi sicure e quelle possibili. Nel caso di alcuni giocatori faremo le nostre valutazioni nelle prossime tre settimane e poi decideremo. Abbiamo diversi giocatori in prestito e alcuni giovani interessanti in trampolino di lancio. State sicuri che anche la prossima stagione il Rijeka sarà altrettanto competitivo. Però, non nego che sarebbe fondamentale ottenere il piazzamento sulla scena europea”.

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