Ma quant’è bello questo Rijeka baby

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Ma quant’è bello questo Rijeka baby

FIUME | L’allenatore Igor Bišćan è uscito tra gli applausi assieme ai giocatori del Rijeka che hanno vinto per 3-1 l’incontro con l’Osijek, concorrente diretta per il secondo posto, dando per scontato che il titolo è già assegnato alla DInamo. Il tecnico ha ringraziato gli oltre quattromila che questa volta, più che nelle gare precedenti, hanno tifato come si deve tifare. Spontaneo, disorganizzato, ma è stato un tifo coinvolgente sottolineato da tutti, giocatori e tecnico. “Anche nelle altre partite c’è stato il sostegno dagli spalti, ma questa volta sembra che si sia avvertita maggiormente l’importanza della partita”, ha commentato l’allenatore il cui arrivo a Rujevica, come si sa, viene utilizzato come un pretesto per attuare lo sciopero del tifo da parte della tifoseria organizzata.

Il pubblico non ha potuto negare il sostegno a un Rijeka, che pur non lottando per il titolo piace, anche per il fatto di avere in campo i giovani provenienti dalla propria scuola calcio, dalla squadra juniores, quelli che hanno saputo approfittare nel migliore dei modi dell’opportunità di indossare la maglia da titolare. L’allenatore aveva detto prima della gara che al momento del suo arrivo a Rujevica non pensava di potersi ritrovare nella situazione di dover schierare tanti giovani in una volta sola.
“Sono situazioni in cui – aveva detto il tecnico – le cose possono andare tutte bene o tutte male”. Nel caso di domenica, senza dubbio, sono andate bene, anzi, benissimo, tenendo conto che per questa gara Bišćan non ha avuto a disposizione undici giocatori della rosa, nove per infortunio e due per squalifica. Vincere, e farlo in quel modo, senza dover soffrire se non per pochi minuti, quelli passati tra il gol dell’Osijek per il 2-1 e quello del 3-1 che ha chiuso la gara, doveva per forza avere come conseguenza un coinvolgimento massiccio del pubblico.
A causa dei tanti infortuni il tecnico è stato in pratica costretto a fare ciò che i tifosi fiumani avrebbero sempre voluto, cioè utilizzare dei calciatori cresciuti nel vivaio. Se escludiamo i portieri Prskalo e Sluga, l’ultimo giocatore fatto in casa utilizzato nella prima squadra, ai tempi di Matjaž Kek, è stato Ivan Močinić.
Domenica nell’undici di partenza c’era un altro Ivan, nella stessa posizione in cui giocava Močinić. Nella coppia inedita di centrocampisti arretrati si è trovato Lepinjica, assieme a Halilović, arrivato a gennaio. Poteva andare meglio ai due, entrambi in gol per la prima volta con la maglia del Rijeka?
Non ha segnato, ma nel delicato ruolo che gli è stato assegnato, sulla fascia sinistra in difesa, Smolčić è stato impeccabile. Non male per l’esordio nell’undici di partenza per il 18.enne proveniente dalla squadra juniores. Bušnja, juniores pure lui, è quasi un… veterano, avendo giocato diverse partite in questa seconda parte del campionato, seguita alla sosta invernale e agli infortuni in sequenza rapida. Un Rijeka con quattro propri giocatori in campo nello stesso momento non lo si vedeva da tanti anni.

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