La finale di Coppa per dimenticare il Poljud

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La finale di Coppa per dimenticare il Poljud

FIUME | Erano sette anni e mezzo, ovvero dall’agosto 2011, che l’Hajduk al Poljud non batteva il Rijeka e, prima o poi, doveva succedere. Il “derby dell’Adriatico”, partita tradizionalmente condizionata dalla rivalità, talvolta esasperata tra le tifoserie, è sempre ricco di spunti e d’incertezza. Ha fatto eccezione quello giocato a spalti vuoti sei mesi fa, in cui i soli due episodi degni di nota sono stati i rigori assegnati per l’1-1 finale. Sabato scorso, invece, non c’è stata incertezza, nemmeno la consueta tensione sportiva e, alla fine, neanche un po’ dello spirito che il tecnico Igor Bišćan era riuscito a trasmettere a una squadra che dopo la partenza di Matjaž Kek era demotivata e disorientata. Perdere al Poljud ci può stare, ma non in questo modo (secco 4-0), così come ci può stare anche una sconfitta in trasferta con il Gorica, ma non in quel modo. Tra queste due gare c’è stato un confortante 7-0 contro l’Inter Zaprešić, però l’entusiasmo si è spento dopo la figuraccia a Spalato.

C’è poco tempo per gli esami di coscienza e per leccarsi le ferite. La sconfitta come tale non compromette più di tanto le ambizioni della squadra fiumana, che mantiene la seconda posizione e che i preliminari di Europa League li ha già ipotecati. Abbiamo assistito alla festa per l’ennesimo titolo conquistato dalla Dinamo, in una serie che due stagioni fa la interruppe proprio il Rijeka. Ma l’umiliante 4-0 subito al Poljud che effetto può avere in vista di una trasferta come quella di mercoledì a Zaprešić per la gara secca della semifinale di Coppa Croazia? A ricevere il Rijeka ci sarà l’Inter, che dieci giorni fa a Rujevica subì ben sette gol. Non sarà sicuramente la squadra che in maniera fin troppo spavalda ha cercato di proporsi in chiave offensiva, ma si spera che non sia nemmeno lo stesso Rijeka visto pochi giorni fa a Spalato.
Il capitano Zoran Kvržić ha avuto difficoltà nel trovare le parole per spiegare cos’è successo: “Abbiamo giocato malissimo, soprattutto nel primo tempo. Posso soltanto ringraziare i tifosi per il loro sostegno, nonostante la pesante sconfitta. Noi giocatori, invece, dobbiamo cercare di discutere tra di noi nello spogliatoio per capire qual è il problema”.
Il tecnico Igor Bišćan non vuole farne un dramma, parlando di una giornata no della sua squadra capitata in concomitanza con un momento di grazia dei padroni di casa: “Lo si è visto da subito. La partita si è messa male già dopo la prima interruzione. Siamo partiti con il piede sbagliato contro un avversario che non sarebbe stato semplice fermare anche se fossimo riusciti a esprimerci al meglio. Una volta in svantaggio, siamo stati noi ad agevolare le iniziative dell’Hajduk, proponendo azioni macchinose senza sbocchi in avanti. Quella che ci è mancata è l’energia, indispensabile per uscire imbattuti dal Poljud. Dobbiamo essere onesti e obiettivi. L’Hajduk ha meritato ampiamente il successo, mentre noi siamo stati lontanissimi da ciò che vorremmo essere. Dobbiamo trarne degli insegnamenti. Devo farmene una ragione, anche se si tratta di una delle peggiori sconfitte da allenatore, subita in un match sentito come il derby contro l’Hajduk. Adesso occorre dimenticare tutto e trovare lo spirito per affrontare il prossimo impegno”.
Mercoledì a Zaprešić ci si gioca la possibilità di disputare una finale in quello che è l’unico traguardo ancora raggiungibile, oltre alla difesa del secondo posto. Il KO con l’Hajduk che effetto avrà? “Dopo una sconfitta così la motivazione non dovrebbe venire meno. Tutti noi siamo consapevoli di quanto sia importante raggiungere la finale e trovarci nelle condizioni di poter lottare per un trofeo. Con l’Inter abbiamo vinto agevolmente, ma quello che ci è capitato al Poljud è un serio monito per noi”.

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