Kek: «L’unico vero rimpianto è la Champions»

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Kek: «L’unico vero rimpianto è la Champions»

FIUME | Alla finale di Coppa Croazia, in programma domani a Vinkovci, è interessato anche il Rijeka e l’allenatore Matjaž Kek. “Noi purtroppo non ci saremo”, commenta il tecnico, che potrebbe avere almeno un buon motivo per tifare per una delle due contendenti. Se trionfa l’Hajduk, la stagione del Rijeka inizierà due settimane prima in quanto la squadra vincitrice della Coppa nazionale accede al terzo turno preliminare di Europa League. In questo caso il Rijeka, come seconda classificata in campionato, prenderebbe parte alla competizione europea già nel secondo turno preliminare. Se a vincere sarà la Dinamo, i fiumani partiranno dal terzo turno. Considerato ciò, Kek tiferà Dinamo? Se si dovesse iniziare dal secondo turno si dovrà giocare già il 26 luglio. A Radio Fiume ha dichiarato che per lui fa lo stesso… Inoltre, qualche volte può tornare utile mettersi al lavoro prima. Il 28 luglio comincia comunque il campionato. “Essere pronti il 26 o il 28 non cambia nulla. Inoltre, è bene farsi trovare pronti quando si affronta, come era capitato a noi, una formazione non ancora sistemata come lo è stato il Basakshehir, diventata poi una squadra leader in Turchia”.

«Possiamo lottare su due fronti»

Tra i rimpianti di Kek nella passata stagione, e potrebbero essercene tanti, quello che preferisce sottolineare è l’eliminazione nei play-off di Champions League ad opera dell’Olympiacos. Si è comunque arrivati alla fase a gironi di Europa League, in cui ci si è presi qualche soddisfazione senza poi accedere alla fase eliminatoria. In questo periodo la squadra fiumana, campione di Croazia in carica, ha perso molto terreno in campionato. “Credo che il Rijeka abbia già dimostrato di poter lottare su due fronti. Se si vuole essere una squadra di vertice, occorre abituarsi a certi ritmi. Nel nostro caso, evidentemente, ci è mancata un po’ di qualità per restare in Europa e rimanere in vetta nel campionato nazionale. L’Olympiacos? Una volta che abbiamo eliminato il Salisburgo il Rijeka era una squadra collaudata, pronta per il salto di qualità. Ho l’impressione che, forse, non ci abbiamo creduto abbastanza alla Champions”. Nel girone di Europa League c’era l’opportunità di approdare anche alla fase a eliminazione diretta, per la prima volta, ma l’1-4 a Rujevica con l’Austria Vienna ha rovinato tutto. “Ci sono state delle buone partite in Europa, soprattutto quelle che ci hanno permesso di eliminare il Salisburgo che, secondo me, sono state poco sottolineate. Abbiamo visto poi fino a dove sono arrivati. A prescindere da tutto, credo che per il Rijeka sia stata una stagione positiva in Europa”, ha commentato l’allenatore Kek la cui squadra, battendo per 2-0 il Milan a Rujevica, ha comunque centrato un risultato storico.

Persi troppi punti in autunno

Il bilancio della stagione 2017/18 è positivo? Per Kek il successo è solo quando si vince un trofeo. Si è cercato di difendere almeno uno dei due conquistati la scorsa stagione, ma l’impresa non è riuscita. Dal Rijeka neocampione se ne sono andati in tanti, a partire da Andrijašević, Ristovski, Bezjak e altri, mentre a gennaio hanno fatto i bagagli Mišić, Gavranović, Elez, Maleš, Vešović… Del Rijeka pigliatutto i superstiti sono Prskalo, Zuta, Župarić, Gorgon e Bradarić. “Nonostante tutto – aggiunge Kek –, questa primavera abbiamo fatto abbastanza bene. Devo ammettere che, in qualche caso, il risultato è stato decisamente migliore rispetto al gioco. Alla ripresa del campionato siamo partiti alla grande, ma la sosta per gli impegni delle nazionali ci ha un po’ penalizzati. I nuovi giocatori si sono adattati presto. In ogni caso, pur non giocando sempre bene, siamo riusciti ad avvicinarci alla vetta. Devo dire che la Dinamo ha meritato il titolo. Abbiamo perso troppi punti in autunno e anche in primavera. Ho bisogno di un po’ di tempo per fare delle valutazioni obiettive sulla stagione per continuare a lavorare bene”.

È stato un campionato strano

Lo scorso anno il Rijeka vinse il titolo con 88 punti, mentre oggi la Dinamo lo ha fatto con 73, chiudendo con 3 lunghezze dal secondo Rijeka. Quello che si è appena concluso è stato un campionato per molti versi strano, con la classifica che si è accorciata notevolmente e senza che vi fosse una squadra davvero dominante. La Dinamo, come le squadre di alta classifica, ha perso punti anche con le ultime. Il Rijeka ha rimediato ben 10 sconfitte, delle quali 7 nella prima parte del campionato. Lo scorso anno, invece, le sconfitte erano state complessivamente due. Kek al Rijeka ha accettato una realtà in cui ciclicamente sa di dover rinunciare a molti giocatori, spesso ai migliori, per l’esigenza del club di funzionare, di essere autosufficiente. “Non è facile mettere insieme una squadra in breve tempo, ma nel momento in cui sono venuto qui sapevo bene cosa mi sarei potuto aspettare. Tante scelte negli acquisti sono state azzeccate, altre meno e, forse, non siamo riusciti a guadagnarci con tutti. Sono cose con le quali devi fare i conti quando c’è tanta gente che va e viene”, sono le considerazioni di Kek a fine stagione. Anche se il presidente Damir Mišković e lo stesso tecnico lo scorso inverno avevano annunciato l’impiego di giocatori provenienti dal proprio vivaio, negli ultimi mesi ciò non si è verificato. “Quando c’è l’esigenza di inserire tanti giocatori nuovi non è semplice introdurre i giovani. Per loro occorre un periodo di passaggio. Tra i nostri juniores non ho visto nessuno che potesse essere pronto per passare direttamente in una prima squadra che lotta per il titolo e in Europa League. Tra l’altro, c’è stata anche un po’ di sfortuna, perché molti dei ragazzi che ci siamo portati dietro nel periodo di preparazione hanno avuto degli infortuni, come Mitrović, Čeliković, Ristovski e alla fine Dangubić. Soltanto Pandur è rimasto sano. Non sono del tutto soddisfatto, comunque, della collaborazione con i responsabili del settore giovanile”.

Il futuro? Lottare per i trofei

Il futuro? “L’asticella a Fiume è stata sistemata molto in alto per cui il Rijeka non può che continuare a lottare per i trofei. Quest’anno non ci siamo riusciti il che non significa che è stata fallimentare. L’obiettivo è chiaro. Un giorno, chissà, torneremo a guardare alla Champions League. Anche arrivare alla fase a gironi di Europa League per una squadra come il Rijeka è un successo. Per l’Europa devi cominciare a prepararti presto. La lezione dell’Aberdeen ci ha insegnato qualcosa. Se oggi non sei davvero pronto, rischi grosso”.

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