Ivan Močinić: «Il mio sogno è solo quello di stare bene»

Il mediano cresciuto a Cantrida si allena a Fiume, per farsi trovare pronto per un eventuale ingaggio. Da pochi giorni non ha vincoli con il Rapid Vienna

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Ivan Močinić: «Il mio sogno è solo quello di stare bene»

Sembra ieri, ma sono passati poco meno di sei anni da quel 29 agosto 2013 quando il Rijeka si qualificò per la prima volta nella fase a gironi di Europa League. Quella magica serata a Stoccarda, con il gol del 2-2 segnato nei minuti conclusivi da Mujanović, se la ricorda bene Ivan Močinić, allora mediano del Rijeka, colui che rubò palla a metà campo per servire l’assist per il gol. Da allora è successo di tutto e tante cose sono cambiate sia al Rijeka che nella carriera di Močinić.
La scorsa settimana il centrocampista cresciuto a Cantrida ha rescisso il contratto con il Rapid Vienna dopo tre anni per lui non fortunatissimi. In effetti, è da quella stagione al Rijeka, 2013/14, che per lui le cose hanno cominciato a mettersi male. Poteva essere l’anno della consacrazione, in vista dei Mondiali in Brasile per i quali era stato convocato. Un infortunio alla caviglia subito nel corso della preparazione lo fece tornare a casa prima che iniziasse la rassegna iridata. Seguì una stagione così così con il Rijeka e quindi il trasferimento in Austria, al Rapid Vienna. Qui giocò poco, fermato da un infortunio al ginocchio, disputando delle gare quasi tutte con il Rapid II. Con la società viennese aveva ancora un anno di contratto, fino al giugno 2020, ma ora è svincolato.
“Ci siamo lasciati di comune accordo – precisa Močinić –, e ora posso pensare a un futuro migliore. Con il club era da un po’ che si discuteva di questa possibilità. Ora sono libero da vincoli contrattuali e, probabilmente, avrò meno difficoltà a trovarmi una nuova squadra. Comunque, sono reduce da due anni e mezzo molto difficili in cui ho dovuto risanare i guai seri al ginocchio. Negli ultimi sei mesi, però, mi sono allenato a pieno regime giocando per la seconda squadra del Rapid. Ora mi alleno da solo, a Cantrida, e nei prossimi giorni comincerò a farlo due volte al giorno”.
Prima dell’“era Mišković” il centrocampista fiumano aveva firmato il suo primo contratto da professionista con il Rijeka. Per lui, anche come tifoso, era un sogno che si realizzava. La carriera ebbe un’impennata con l’arrivo di Mathaž Kek sulla panchina e il culmine sarebbe dovuto essere il Mondiale con la maglia della nazionale. “Nella carriera di un calciatore professionista le cose possono cambiare da un giorno all’altro. Un giorno va tutto benissimo, poi un infortunio ti riporta al punto di partenza e ti costringe a fare tutto da capo. La salute è la cosa più importante. Ora sto bene e guardo con ottimismo al futuro, sperando sempre di non farmi nuovamente male”.
La notizia che Močinić sia a Fiume, questa volta non in vacanza, da giocatore libero in attesa di un ingaggio, non può non alimentare certe fantasie. È stato uno dei beniamini della tifoseria che, probabilmente, vorrebbe rivedere in campo con la maglia del Rijeka “uno di loro”. Močinić non ha mai negato che il Rijeka è la sua squadra e anche al momento di andarsene aveva auspicato un suo ritorno. Sono cose che sanno tutti, cioè lui, i tifosi e la società. Occorre dare tempo al tempo e aspettare.
Nell’attesa, chiediamo a Močinić di esprimersi sul calcio croato in questi tre anni in cui l’ha seguito da lontano e, qualche volta, dalla tribuna. “Per prima cosa la situazione è migliorata notevolmente per quanto riguarda i terreni di gioco. Le partite di Prima lega non si giocano più sui campi di patate. È un elemento che può migliorare la qualità delle squadre croate. Abbiamo notato che c’è sempre più concorrenza per le posizioni di vertice che conducono alle competizioni europee e il campionato come tale, in ogni senso, è diventato più forte”.
A proposito di competizioni europee, questo Rijeka ha i numeri per fare qualcosa di importante quest’anno? “Sono certo che abbia la possibilità di farlo. Il Rijeka è da diversi anni un club stabile che sa cosa vuole, con una struttura solida. Lo abbiamo visto tutti quanti giocatori vi sono arrivati e che al Rijeka sono rinati per poi venire rivenduti bene. Anche in questa squadra c’è tanta qualità e con un buon lavoro credo si possa ambire a qualcosa anche in Europa. Anche se l’impresa non dovesse riuscire, occorre guardare avanti”, commenta l’ex centrocampista del Rijeka.
Tra le cose che sono cambiate dopo la sua partenza c’è l’allenatore. I tifosi, quando arrivò nell’ottobre dello scorso anno, non lo ricevettero troppo bene, anzi. Una parte della tifoseria è rimasta in polemica con il club e con il tecnico fino alla conclusione della stagione: “Per intenderci – dice Močinić –, le sue doti di allenatore le aveva fatte vedere anche prima di arrivare al Rijeka, dove le ha soltanto confermate. Non era semplice prendere in mano una squadra guidata da tanti anni da uno come Kek, ma ci è riuscito. Credo che nella prossima stagione potrà fare anche di meglio. Occorre attendere prima di ottenere dei grandi risultati. Intanto, un trofeo lo ha già vinto. Ha soltanto bisogno di tranquillità per lavorare bene e a portare la squadra a esprimersi al meglio”.
Il futuro di Močinić, a 26 anni? “Non ho un sogno nel cassetto se non quello di stare bene. È una condizione per trovare un buon club per poter tornare a dei buoni livelli”, conclude il mediano, che nei momenti più felici al Rijeka condivise il ruolo con Mate Maleš, anch’egli finito all’estero: “Siamo stati e rimasti amici. Nelle ultime settimane non ci siamo sentiti, ma credo che ora sia svincolato anche lui. Ci sentiremo nei prossimi giorni”.

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