Istra 1961, senza tiri non si vince

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Istra 1961, senza tiri non si vince

Nel calcio succede che fai due tiri nello specchio della porta e segni tre reti, come accaduto ieri l’altro alla Fiorentina contro l’Inter. Capita pure che subisci due gol senza che l’avversario indirizzi nemmeno un tiro verso la tua porta. Ne sa qualcosa il Fulham, sconfitto di recente dal Burnley dopo due autoreti. Ma sono le classiche eccezioni che confermano la regola. Solitamente per vincere devi provare a concludere verso la porta avversaria. Sembra però che all’Istra 1961 se ne siano dimenticati, al punto che domenica, contro la Lokomotiva, non è arrivato nemmeno un tiro verso la rete difesa da Grbić.

Ne è venuto fuori uno 0-0, il risultato più giusto che ci sia. Non perché nessuna delle due squadre abbia meritato di perdere, ma semplicemente in quanto nessuna ha meritato di vincere. La partita contro la compagine dell’ex allenatore Goran Tomić ha fatto venire a galla ancora di più i pregi e i difetti di questa squadra. I pregi sono che ora l’undici di Rendulić subisce poco e non si fa sottomettere sul piano del gioco nemmeno da avversari più quotati quali la Dinamo, l’Osijek e la Lokomotiva. A conferma di ciò anche la statistica: tre sole reti subite in quattro partite. Una media da squadra dei piani alti della classifica, non di quelli bassi. Ma i pregi finiscono qui. I difetti per ora stanno… avendo la meglio. I polesi non hanno segnato una rete da 296 minuti, ovvero dal gol del vantaggio di Ndi nella prima partita ufficiale dell’anno contro lo Slaven Belupo. Da allora la squadra di Rendulić è all’asciutto, ma quel che preoccupa maggiormente è che non è un problema di scarsa vena realizzativa, bensì della costruzione della manovra d’attacco, in quanto anche le occasioni da rete latitano. Una delle scusanti può essere certamente l’ancora approssimativa conoscenza tra i compagni di squadra arrivati in inverno da ogni parte del mondo. Un’altra è magari che delle quattro prime punte in squadra tre sono fuori per infortunio (Mierez, Fuentes e Laukžemis). Soltanto il giovane Perić-Komšić è arruolabile.
Un fatto sottolineato pure dall’allenatore ospite, Goran Tomić. “Contro l’Istra 1961 di oggi è difficile segnare. La Dinamo e l’Osijek ci sono riusciti una sola volta, noi nemmeno quella. Si vede, inoltre, che i polesi hanno grandi problemi in attacco causa infortuni”.
L’allenatore di casa, Krunoslav Rendulić, alla fine della partita si è detto soddisfatto del punto ottenuto. “Da come abbiamo giocato il pareggio vale oro colato. I giocatori hanno sbagliato tantissimo in fase d’impostazione e per fortuna non siamo stati puniti. Perché non siamo stati all’altezza? Abbiamo sentito troppo l’importanza della partita e molti giocatori sono ancora lontani dalla forma migliore. Il debutto di Rimane? Ha giocato bene”, ha concluso.
Dopo il turno dello scorso fine settimana la classifica si è fatta ancora più difficile: l’ottavo posto, l’ultimo valido per evitare lo spareggio-salvezza, non è più distante soltanto due punti, bensì quattro. E venerdì sera l’Istra 1961 sarà di scena a Rujevica contro il Rijeka, non proprio l’avversario ideale per fare punti. Specialmente se non si calcia nemmeno una volta nello specchio della porta avversaria.

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