Istra 1961. Gli errori si pagano

Dopo un ottimo primo tempo, i polesi calano vistosamente e si arrendono all'Osijek (2-0). In gol l'ex Mierez. Espulso Antovski

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Istra 1961. Gli errori si pagano
Mijo Caktaš e Filip Antovski. Foto: Davor Javorovic/pixsell

Nessuna sorpresa, perché in fondo di questo si sarebbe trattato. L’Istra 1961 si è vista interrompere al Graski vrt la serie positiva in trasferta, cedendo per 2-0 all’Osijek. Un risultato all’apparenza giusto, con i padroni di casa che hanno punito le troppe distrazioni difensive dei polesi e hanno collezionato la loro quinta vittoria di fila. Basti pensare che alla fine il migliore in casa ospite è stato il portiere Lovro Majkić. La squadra di René Poms, che a causa della mancanza della licenza nel referto figura come il vice di Ivica Kulešević, si è presa così la rivincita per la sconfitta subita nel primo mini girone al Drosina. Ma quello era un altro Osijek, “ostaggio” della guerra privata di Nenad Bjelica con tutto e tutti che ha avuto in effetto controproducente. L’Istra, nonostante il KO rimediato, continua invece a piacere parecchio, a parte qualche battuta a vuoto che andrebbe eliminata definitivamente.

Garcia: «Difficile da interpretare»
“Una partita che definirei piuttosto insolita, di quelle un po’ difficili da interpretare. Nel primo tempo abbiamo giocato benissimo, controllando la palla e proponendoci spesso in attacco. Per il vantaggio è mancato forse l’ultimo passaggio – analizza il tecnico uruguaiano dei polesi, Gonzalo Garcia –. Nella ripresa l’Osijek ha cambiato modulo tattico, passando al 4-4-2 che in teoria avrebbe dovuto giocare a nostro favore. Purtroppo non è stato così, anzi l’esatto contrario. Abbiamo commesso l’errore di cercare i lanci lunghi, mancando di aggressività e pressing alto. In pratica l’esatto contrario di quanto fatto nel corso dei primi 45 minuti. Peccato, perché resta il rammarico per non aver saputo fare qualcosa in più e strappare un risultato positivo. Ho quasi l’impressione che nella ripresa siamo calati fisicamente e che è venuta a mancarci quella dose di autostima vista nel primo tempo”.
Garcia sembra avere assolutamente ragione quando parla di un calo energetico, che si è potuto avvertire in sostanza già in occasione della trasferta a Varaždin. La pausa per gli impegni delle nazionali in Nations League e il rinvio della gara con la Dinamo non sono servite più di tanto per ritrovare la freschezza necessaria per resistere novanta e passa minuti. Sarà forse soprattutto questo l’aspetto sul quale dovrà lavorare in settimana il tecnico. Domenica, con inizio alle ore 15 (diretta su TVC 2), al Drosina arriverà lo Šibenik e per l’Istra 1961 sarà indubbiamente l’occasione migliore per ritrovare la via della vittoria.

Quella perla di Caktaš
Dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato, nel quale entrambe le squadre hanno concesso poco o nulla, quasi tutti gli episodi salienti del match sono arrivati nella ripresa, completamente dominata dai padroni di casa. E uno degli artefici principali della “trasformazione” degli slavoni è stato l’ex di turno Mierez, entrato dopo l’intervallo e alla fine risultato decisivo. Nejašmić, probabilmente il migliore in campo, ha fatto praticamente tutto da solo al 62’, servendo poi l’argentino, il quale non si è fatto pregare insaccando per l’1-0.
Il vantaggio ha dato le ali all’Osijek, che ha iniziato a bombardare il povero Majkić da ogni posizione (alla fine saranno otto gli interventi decisivi). Sul conto dei padroni di casa poteva starci anche un rigore, poi vanificato dall’intervento del VAR. L’Istra è stato capace di reagire e nei minuti di recupero ha anche subito il raddoppio. Antovski, da ultimo uomo, ha atterrato Gržan (altro ex) lanciato a rete.
Risultato: espulsione per il giocatore dell’Istra e calcio di punizione da 25 metri per gli slavoni, che lo specialista Caktaš ha trasformato nel gol del raddoppio.

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