INTERVISTA Daniel Šaškin: «Istria e Quarnero? Stiamo trattando»

Il presidente del Comitato organizzatore del Croatia Rally non esclude l’addio a Zagabria e il completo trasferimento sulla costa a partire già dalla prossima stagione

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INTERVISTA Daniel Šaškin: «Istria e Quarnero? Stiamo trattando»
Foto: Marko Prpic/PIXSELL

Alla fine ha vinto il meno quotato in casa Toyota. O almeno è ciò che avrà pensato il team principal Jari-Matti Latvala quando, alla vigilia del Croatia Rally, ha dovuto scegliere chi escludere tra Evans, Ogier e Rovanperä per la classifica costruttori. Un gesto doveroso nei confronti dei rivali della Hyundai, presentatisi al via con i soli Neuville e Lappi dopo la tragica scomparsa di Breen. Difficile biasimare il dirigente finlandese, il quale ha preferito al gallese il campione del mondo in carica e l’otto volte iridato. Una scelta dettata dal buon senso, e che molto probabilmente si sarebbe rivelata corretta se già nella seconda power stage una foratura nella stessa curva non avesse mandato in frantumi i sogni di gloria di Rovanperä, ancora a secco di successi in stagione, e di Ogier, che puntava al tris dopo i trionfi firmati a Montecarlo e in Svezia. Alla fine a spuntarla è stato Evans. Una vittoria più di costanza che di forza avendo vinto una sola PS sulle 20 in programma. Indubbiamente agevolato dai problemi avuti dai suoi avversari, ma “Elfo” non ha rubato nulla e, anzi, è stato bravo a mettere pressione a Neuville portandolo all’errore e a rimanere freddo nel momento in cui Tänak era entrato in modalità “full attack”. Dopo 567 lunghissimi giorni di digiuno, Evans non solo è tornato sul gradino più alto del podio, ma è pure balzato in testa alla classifica generale, in coabitazione con Ogier a quota 69 punti.

Per gli organizzatori del Croatia Rally è stata l’edizione più difficile, funestata dalla morte di Breen e travolta dalle polemiche per quella folle rissa scatenatasi in strada durante una prova speciale vicino a Ozalj che sarebbe potuta consumarsi in un’altra tragedia (nel frattempo ai tre responsabili è stata comminata una multa di 760 euro e il divieto di presenziare a eventi WRC per una durata di 12 mesi). “Siamo ancora sotto shock per la perdita di Craig – spiega il presidente del Comitato organizzatore, il parentino Daniel Šaškin –. La sua morte è stata forse la più assurda nella storia della WRC, avvenuta peraltro in un incidente a bassa velocità. È stato sfortunatissimo perché il pezzo di una ringhiera si è conficcato nell’abitacolo attraverso il condotto dell’aria infilzandolo al collo e uccidendolo all’istante. Assurdo… E come se non bastasse abbiamo pure perso un collega dell’organizzazione, stroncato da un infarto nella notte tra giovedì e venerdì. Da questo punto di vista è stata un’edizione maledetta”.

Spesso ce ne dimentichiamo, ma il rally rimane uno sport molto pericoloso…
“Mi limito a citare ciò che lo stesso Craig disse una volta, e cioè che la vita è troppo breve e non sappiamo quanto ci rimane, perciò è importante sfruttare questo tempo facendo ciò che ci rende felici. Egli stesso nel 2011 perse il suo copilota in un incidente, ma non smise di correre perché innamorato di questo sport. Bisogna sempre guardare e andare avanti, nonostante tutto”.

Che dire invece della rissa? Per poco non stavamo qui a parlare di un’altra tragedia…
“Come al solito i media tendono ad amplificare il tutto. Dubito fortemente che ci sarebbe scappato il morto perché per quanto quelle persone siano degli emeriti idioti, non credo proprio che si sarebbero fatti ammazzare apposta. Avevano sia sentito che visto la macchina sopraggiungere e infatti si sono spostati”.

Qual è stato il motivo scatenante? C’è chi dice che alla base ci sia la guerra in Ucraina…
“Ho sentito cinque versioni diverse… Al di là delle possibili motivazioni, la verità è che su mezzo milione di persone, cinque imbecilli li trovi sempre. E ovunque. L’anno scorso per un motivo simile era stata interrotta una PS al Rally di Finlandia. E stiamo parlando di un Paese notoriamente super civile. Altresì, a Montecarlo c’è sempre qualcuno che lancia palle di neve sulla traiettoria nella speranza di provocare un incidente. Qualche anno fa, anche se non ricordo esattamente dove, alcuni spettatori avevano preso a sassate l’elicottero della FIA…”.

Presenze?
“Siamo ancora in attesa dei numeri ufficiali, ma penso che abbiamo sfondato quota 400mila. Basti pensare che solamente durante lo shakedown di Okić ci sono state 25mila persone a bordo strada. E stiamo parlando di una prova di soli tre chilometri e mezzo”.

Un bilancio?
“Nonostante tutto ciò che è successo, nonostante un budget limitato e nonostante la carenza di personale per mettere in piedi un evento di tale portata, direi che abbiamo fatto anche quest’anno un ottimo lavoro”.

WRC e FIA sono soddisfatte?
“Molto. Stiamo ricevendo complimenti per l’organizzazione da ogni dove. Anche il team principal della Ford ha detto che la Croazia dovrebbe diventare una tappa fissa nel calendario”.

A proposito del calendario, la Croazia ci sarà anche nel 2024?
“L’accordo è stato già firmato e la WRC ci ha anche offerto l’organizzazione delle edizioni 2025 e 2026. Ora stiamo trattando con la Città di Zagabria per il cambio di location del service park perché quella attuale non è idonea. Se non dovessimo trovare una soluzione, allora valuteremo altre opzioni. Abbiamo anche avviato dei contatti con le amministrazioni locali dell’Istria e del Quarnero perciò non è da escludere l’addio a Zagabria e il completo trasferimento del rally sulla costa. E comunque non è nemmeno detto che ci saremo l’anno prossimo. Dipende tutto dalle amministrazioni locali. Quest’evento comporta molteplici benefici al Paese sia come impatto sull’indotto che in termini di promozione. Se chi di dovere saprà cogliere quest’opportunità e sarà disponibile darci una mano, allora saremo ben felici di continuare il nostro percorso nel Mondiale WRC. In caso contrario ci faremo da parte e tanti saluti”.

Parliamo della parte sportiva: il successo di Evans?
“Sono felice per lui. Si è preso una bella rivincita dopo aver perso la vittoria per un’inezia nel 2021. Tatticamente è stato molto intelligente, non ha cercato il limite e ed è stato bravo ad approfittare degli errori dei rivali, che si sono in un certo senso autoeliminati. Io in realtà ho fatto il tifo per Neuville perché sarebbe stato bello un successo della Hyundai dopo quanto successo a Breen. Neuville però per l’ennesima volta ha dimostrato di non saper reggere la pressione commettendo un errore banale in un punto che non presentava particolari insidie. Ha buttato via una gara che aveva saldamente in mano”.

Per Elfyn Evans una vittoria più di costanza che di forza.
Foto: Igor Kralj/PIXSELL

Ogier continuerà a fare il “turista” oppure tornerà a fare il pilota a tempo pieno?
“Seb naviga a vista. Se più avanti dovesse riuscire a restare in lotta per il titolo, allora potrebbe anche decidere di tornare a essere un pilota full time per il finale di stagione”.

Dopo aver vinto il Mondiale 2022 a mani basse, ci si aspettava un Rovanperä ancora più dominante e invece nelle prime quattro prove di quest’anno è salito solamente una volta sul podio…
“Dopo la scorsa stagione vedevo già un Rovanperä dominante per i prossimi dieci anni… In termini di velocità e affidabilità la Toyota è la macchina più forte, però le sta mancando qualcosa. Comunque per lo spettacolo è molto meglio così”.

La domanda più difficile: chi vincerà il Mondiale?
“Per ora la classifica è cortissima, anche se è normale essendo solamente a inizio stagione. Vorrei lo vincesse uno tra Neuville, Evans e Tänak. Sia chiaro, non ho nulla contro Ogier e Rovanperä, soltanto che loro fin qui hanno sempre ammazzato lo spettacolo. Mi auguro che la lotta resti aperta fino alla fine. Quest’anno potrebbe vincere non il pilota più forte, bensì chi sbaglierà meno”.

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