La domanda è sempre la stessa: è un punto guadagnato o sono piuttosto due punti persi? Il Rijeka non riesce a uscire dal tunnel della “pareggite” e anche al Poljud è maturato l’ennesimo pari, il nono in 17 giornate. Da quando è stato introdotto il format a dieci squadre, i fiumani hanno raccolto il maggior numero di pareggi nella stagione 2015/16, ben 14, mentre il record assoluto risale al lontano 1993/94 chiuso con addirittura 17 segni “X”. Eppure, nonostante un ruolino di marcia più da squadra di centro gruppo, il Rijeka è primo in classifica, appaiato all’Hajduk ma davanti in virtù della miglior differenza reti. E per di più a +7 su una Dinamo irriconoscibile, maltrattata pure dalla “sorellina” Lokomotiva. Il sipario sul girone autunnale verrà calato nel prossimo weekend, che vedrà la capolista ricevere a Rujevica il ringalluzzito Slaven Belupo, imbattuto da sette giornate, e in caso di successo Smolčić e soci festeggeranno il titolo di campione d’inverno. Che lascerà anche il tempo che trova – basti pensare all’Hajduk un anno fa – ma ritrovarsi a metà stagione al comando della classifica rappresenta sicuramente una bella soddisfazione, oltre che la conferma del buon lavoro svolto.
Chi fa meno
Un campionato che tuttavia sembra più una sorta di torneo di chi fa meno, in cui a ogni passo falso di una delle “Big Three” segue lo scivolone delle altre due. Il dato forse più emblematico in questo senso è che Rijeka, Hajduk e Dinamo hanno esultato solamente in due occasioni tutte e tre in contemporanea ed è successo nella prima e nella terza giornata. Cioè in agosto! Alla fine la vincitrice del big match del Poljud è paradossalmente la Dinamo, che nonostante il tonfo contro i “ferrovieri” ha limitato i danni perdendo solamente un punto nei confronti delle due rivali. Il -7 dalla vetta è un gap assolutamente colmabile nel girone primaverile per i campioni in carica. È palese che gli zagabresi non hanno la coperta abbastanza lunga per viaggiare sul doppio binario campionato-Champions (come peraltro accaduto nella scorsa stagione). Gli impegni in Europa stanno logorando la formazione di Nenad Bjelica, che si ritrova in debito d’ossigeno nella SHNL dove sta prestando il fianco a fiumani e spalatini. Ma attenzione perché nella seconda parte di stagione potrebbe ribaltarsi tutto. L’avventura in Champions è ormai giunta al capolinea perché per sperare di rientrare tra le 16 squadre qualificate agli spareggi, i campioni di Croazia dovranno necessariamente fare punti nelle ultime due giornate. Il problema è che le avversarie di turno si chiamano Arsenal e Milan… Nel momento in cui la Dinamo potrà concentrarsi esclusivamente sul campionato, quando recupererà i vari Nevistić, Sučić e Petković, e senza dimenticare qualche rinforzo già promesso dal presidente Velimir Zajec, ecco che per Rijeka e Hajduk saranno dolori. Ricordate come andò a finire la scorsa primavera?
Un po’ di obiettività
Ma torniamo alla domanda dell’inizio. Il pareggio strappato al Poljud è un punto guadagnato o piuttosto sono due punti persi? È un punto guadagnato. Bisogna essere oggettivi: uscire invitti dal Poljud non è facile ed è ancora più difficile farlo dopo che ti ritrovi due volte sotto nel punteggio e quando sei costretto a giocare gli ultimi 20 minuti con il portiere della formazione juniores all’esordio in prima squadra. OK, qualcuno ora dirà va bene l’imbattibilità in campionato e che i titoli non si vincono a suon di pareggi, ma bisogna pur sempre tenere in considerazione una cosa, e cioè che nessuno chiede al Rijeka di vincere la SHNL. Semplicemente perché questa squadra non è costruita per tale traguardo. È vero che con una Dinamo in crisi nera e un Hajduk ancora troppo discontinuo si poteva forse racimolare qualche punticino in più, però è altrettanto vero che è già un mezzo miracolo essere in pole position per il titolo di campione d’inverno non avendo speso nemmeno un centesimo in sede di mercato, dopo aver perso in estate Labrović, Dilaver, Mitrović e Pjaca, ritrovandosi con una batteria di attaccanti praticamente inesistente, un Pašalić lontano parente di quello ammirato nella scorsa stagione, un Fruk costretto a giocare fuori ruolo… Come si fa a pretendere di più da questo Rijeka? Tutti, ma proprio tutti avrebbero messo la firma su questo scenario a inizio stagione. Insomma, un minimo di obiettività ogni tanto non guasterebbe…
Paura di perdere
Contro l’Hajduk qualcuno ha poi rinfacciato a Đalović un atteggiamento troppo difensivo e rinunciatario dopo l’inserimento di Radeljić al posto di Fruk in seguito all’uscita di Zlomislić. E in effetti l’allenatore montenegrino ha pensato unicamente a chiudersi e a non subire gol. Lì è venuta fuori la paura di perdere e di come, forse, l’imbattibilità in campionato inizi a pesare sulla testa dei giocatori, oltre che dello stesso Đalović. “Volevamo ‘proteggere’ il nostro giovane portiere. Se Selahi non si fosse fatto male forse avremmo fatto qualche scelta differente. È tutto più complicato con due cambi forzati. I ragazzi sono stati bravi perché nel finale non hanno concesso nulla agli avversari – si difende l’head coach dei biancocrociati –. Mi è piaciuto il carattere e la reazione dopo i gol subiti perché non è facile raddrizzare la partita per due volte in casa loro. Alla fine il pareggio è il risultato più giusto. L’obiettivo era mantenere il primato in classifica e l’abbiamo centrato. Fruk? Ha giocato una signora partita. E basta chiamarlo falso nueve: è un giocatore completo che può ricoprire più ruoli in campo. La dormita di Smolčić sul secondo gol? Capita a tutti. Senza errori tutte le partite finirebbero 0-0”.
Scelte obbligate
Domenica prossima a Rujevica contro lo Slaven Belupo ci sarà in palio il titolo di campione d’inverno. La cattiva notizia per Đalović è che si ritroverà in piena emergenza. Contro i “farmacisti” mancheranno per squalifica Devetak, Petrovič e Selahi, con quest’ultimo che con l’Hajduk era appena rientrato dopo il rosso diretto rimediato col Gorica. Il vero problema però si presenta in porta. Nello scontro con Livaja, Zlomislić ha subito una commozione cerebrale e dovrà ora osservare un periodo di riposo, mentre il suo vice Posavec rientrerà solamente al termine della sosta invernale. Ciò significa che domenica verrà schierato tra i pali il 18enne Ivan Domagoj Marić, che contro gli spalatini ha esordito in prima squadra sostituendo Zlomislić negli ultimi 20 minuti di gara. In panchina andrà invece uno dei suoi due colleghi nella formazione juniores, ovvero Niko Vučetić e Josip Jurčević. Una situazione simile si era verificata durante la sosta di ottobre quando nell’amichevole contro il Koper (4-1) Đalović dovette fare a meno sia dell’infortunato Posavec che di Zlomislić, impegnato con la Bosnia ed Erzegovina in Nations League. In quell’occasione Marić venne schierato dal primo minuto, mentre Jurčević entrò a metà ripresa. Uno scenario destinato a ripetersi visto che lo stesso tecnico montenegrino nel post gara con l’Hajduk era stato chiaro: “Contro lo Slaven Marić sarà una scelta obbligata. Con l’Hajduk ha fatto il suo e se l’è cavata bene. Non era facile. Detto ciò, ci aspetta una partita difficilissima contro un avversario in salute e in grande condizione. Purtroppo ci mancheranno diversi giocatori ed è proprio per questo che, anche più di altre volte, avremo bisogno della spinta del nostro pubblico. Ci teniamo a chiudere al meglio una prima parte di campionato in cui abbiamo fatto vedere ottime cose”, ha aggiunto Radomir Đalović.
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